Halloysite-10Å

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Halloysite-10Å
Classificazione Strunz (ed. 10)9.ED.10
Formula chimicaAl2Si2O5(OH)4·2H2O
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinomonoclino
Classe di simmetriadomatica
Parametri di cellaa=5.1, b=8,9, c = 10,25

β = 100.2° V=457,89

Gruppo puntualem
Gruppo spazialeCc
Proprietà fisiche
Densità2-2,2 g/cm³
Durezza (Mohs)1-2
Sfaldaturanon si sfalda
Fratturaterrosa
Colorebianco, giallastro, rossastro, verdastro e bluastro
Lucentezzapriva di lucentezza, grassa
Opacitàtraslucida
Strisciobianco
Diffusionefrequente
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L'halloysite-10Å è un minerale, un fillosilicato idrato di alluminio.

Il nome deriva dal barone e geologo belga Omalius d'Halloy (1707-1789), che lo trovò nei giacimenti plumbo-zinciferi di Angleur, in Belgio. Il nome contiene anche la dimensione della cella per distinguerla dall'halloysite-7Å. La distinzione fra i due minerali è possibile solo con la misurazione dei parametri di cella. Nel 1826, il chimico francese Pierre Berthier (1782–1861) lo analizzò e lo denominò.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Cristalli tubulari visibili al microscopio solo a forte ingrandimento

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

La genesi è idrotermale, e anche come prodotto di alterazione di silicati alluminiferi su rocce gabbriche e diabasiche. Compare anche in alcuni depositi metalliferi. Ha paragenesi con montmorillonite, caolinite, marcasite.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in natura sotto forma di minutissime squame, riunite in masse terrose con aspetto ceroide, tenere e leggere o in aggregati polverulenti.

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

Se rigata, il segno resta brillante; per essiccamento scoppia in frammenti aguzzi. Nella sua composizione si ha la presenza sia di acqua in forma ossidrilica (stabilmente legata agli atomi di alluminio), sia di acqua molecolare, debolmente legata ed eliminabile con facilità, disposta in strati, che si interpongono fra i foglietti caolinici.
Ad 80° circa perde l'acqua molecolare e si trasforma nella forma anidra denominata halloysite-7Å (detta anche meta-halloysite), anch'essa monoclina, ed avente la composizione chimica della caolinite.
Solubile in HCl, si disgrega in acqua ma non gonfia. Infusibile alla fiamma del cannello.
Ha luminescenza bianca o blu.

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Ad Altenberg, presso Aquisgrana, in Germania; ad Angleur, in Belgio; a Tarnowice, in Polonia; e a Zaglinsk, nell'Azerbaigian.

In Italia è stata trovata come riempimento di una frattura larga oltre 10 metri fra il calcare cristallino e gli scisti della miniera Sa Duchessa, a Domusnovas, in provincia di Cagliari e nelle rocce basaltiche alterate di Montegalda, a Brendola, in provincia di Vicenza, è possibile trovarla anche intorno al lago di Bolsena (Viterbo).

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

Nell'industria ceramica, quella rinvenuta intorno al lago di Bolsena viene usata anche in estetica.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

A volte nella composizione chimica della halloysite-10Å sono presenti piccole quantità di ferro trivalente (Fe3+) o di cromo, e si hanno allora le varietà note come ferrihalloysite e cromohalloysite. Una halloysite contenente quantità variabili di cromo è la alexandrolite. Il cosiddetto bolo o bolus è un miscuglio di halloysite-10Å e limonite, in aggregati brunastri finemente terrosi. Infine la varietà ablykite, trovata ad Ablyk, in Uzbekistan, dà un diagramma delle polveri molto simile a quello della halloysite-10Å.

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