Guido della Gherardesca

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Beato Guido della Gherardesca
Le reliquie del santo nel Duomo di Pisa
 

Eremita

 
NascitaPisa, 1060
MorteDonoratico, 20 maggio 1140
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Santuario principaleCattedrale di Pisa
Ricorrenza20 maggio

Guido della Gherardesca (Pisa, 1060Donoratico, 20 maggio 1140) fu un eremita pisano, probabilmente camaldolese, venerato come beato dalla Chiesa cattolica, comunemente detto San Guido.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione era figlio di Napoleone della Gherardesca e fratello di Pietro, che sarebbe poi stato creato cardinale.

La vita di Guido fu contrassegnata dalla preghiera, dal digiuno e dalla carità e per il suo comportamento fu ritenuto santo già in vita. Così, per non cadere nel peccato di orgoglio, all'età di quarant'anni lasciò la città natale di Pisa e visse in solitudine presso Donoratico, dove costruì un oratorio che dedicò alla Vergine Maria.

Qui morì il 20 maggio 1140 ed ebbe sepoltura.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio di San Guido

Il culto per Guido della Gherardesca sorse spontaneo subito dopo la morte dell'eremita e l'oratorio della Madonna della Gloria divenne meta di fedeli. Nel 1212 fu concesso il trasferimento del corpo dall'oratorio alla chiesa madre di Donoratico. Infine papa Callisto III nel 1458 autorizzò la traslazione del corpo nel Duomo di Pisa[1].

La memoria liturgica del beato Guido ricorre il 20 maggio, come riportato dal Martirologio Romano: «A Castagneto in Toscana, beato Guidone della Gherardesca, eremita»[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ugolino della Gherardesca, I Della Gherardesca. Dai longobardi alle soglie del Duemila (PDF), Pisa, Edizioni ETS, 1995, pp. 41-42, ISBN 88-7741-872-9.
  2. ^ Conferenza Episcopale Italiana, Martirologio Romano (PDF), Roma, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 411, ISBN 978-88-209-7925-6.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabriele Zaccagnini, I santi nuovi della devozione pisana nell'età comunale (secoli XII–XV), in Cesare Alzati e Gabriella Rossetti (a cura di), Profili istituzionali della santità medievale. Culti importati, culti esportati e culti autoctoni nella Toscana Occidentale e nella circolazione mediterranea ed europea, Pisa, GISEM-ETS, 2008, p. 297, ISBN 978-88-467-2387-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]