Guido Visconti di Modrone (senatore)

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Guido Visconti di Modrone
Leopoldo Pullè, ritratto fotografico del duca Guido Visconti di Modrone (1908)

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato26 gennaio 1889 –
15 novembre 1902
Legislaturadalla XVI (nomina 26 gennaio 1889)
Tipo nominaCategoria: 21
Sito istituzionale

Dati generali
ProfessioneIndustriale
Guido Visconti di Modrone
Ritratto di Guido, duca Visconti di Modrone di Alessandro Vanotti, XIX secolo
Duca Visconti di Modrone
Stemma
Stemma
In carica23 settembre 1882 –
15 novembre 1902
PredecessoreUberto, II duca Visconti di Modrone
SuccessoreUberto, IV duca Visconti di Modrone
TrattamentoSua Grazia
Don
Altri titoliDuca del Regno napoleonico d'Italia
Marchese di Vimodrone
Conte di Lonate Pozzolo
Signore di Corgeno
Consignore di Somma
Consignore di Crenna
Consignore di Agnadello
Patrizio milanese
NascitaMilano, 19 luglio 1838
MorteMilano, 15 novembre 1902
SepolturaMausoleo Visconti di Modrone, Cassago Brianza
DinastiaVisconti di Modrone
PadreUberto Visconti di Modrone
MadreGiovanna Gropallo
ConsorteIda Renzi
FigliUberto
Giovanni
Giuseppe
Guido Carlo
ReligioneCattolicesimo

Guido Visconti di Modrone, III duca Visconti di Modrone (Milano, 19 luglio 1838Milano, 15 novembre 1902), è stato un nobile, politico, imprenditore filantropo italiano. In gioventù, nel 1859 fu combattente volontario per l'unità d'Italia nel Reggimento Piemonte Reale.[1], poi di nuovo nel 1866 nelle Guide di Garibaldi. Successivamente si impegnò nel campo industriale, nel settore cotoniero.

Senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura e sindaco di Macherio dal 1878 al 1882, è ricordato in particolare per essere stato il fondatore primo presidente della Società Anonima per l'Esercizio del Teatro alla Scala di Milano che consentì la transizione dell'istituzione dall'epoca dei palchettisti a quella di libera fondazione.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Membro della nobile famiglia dei Visconti di Modrone, Guido nacque a Milano il 19 luglio 1838, figlio di Uberto, I duca Visconti di Modrone (1802-1850) e di sua moglie, Giovanna Groppallo. Sin dalla giovane età venne attratto dalla causa per l'indipendenza italiana e con lo scoppio della seconda guerra d'indipendenza, decise di arruolarsi come volontario nelle file dell'esercito sabaudo.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il duca Guido Visconti di Modrone sposò il 7 maggio 1870 a Bologna la nobildonna Ida Renzi da cui ebbe quattro figli maschi.

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Guido Visconti di Modrone (seduto, al centro) a Vigevano nel 1859 con altri compagni d'arme volontari del Piemonte Reale Cavalleria (fonte: Gruppo di volontari in Piemonte Reale, scatto eseguito nel febbraio 1859, tratto dal libro Patria Esercito Re)

Nel 1859, terminata la Seconda Guerra d'Indipendenza nel Reggimento Piemonte Reale, venne inviato alla scuola militare di Cavalleria di Pinerolo per la promozione a Ufficiale, ma poi decise di abbandonare la prospettiva di una carriera nell'esercito. Nel 1866 ad ogni modo riprese le armi per combattere la terza guerra d'indipendenza italiana arruolandosi nelle Guide di Garibaldi. Il politico e scrittore Leopoldo Pullè, suo compagno d'arme, così lo descrisse nella sua opera Patria, esercito, re:

«Il soldato volontario Guido Visconti, anima delicata per natura e per educazione, non fece mai sfoggio, in mezzo agli altri, delle sue ricchezze: benché fosse allora in quella fase giovanile della vita dove è tanto facile perdere la misura delle cose.
Aitante della persona, bellissimo per linee ed espressione del volto, egli ci dormiva vicino di branda, nel camerone che raccoglieva tutt' i volontari. Cotesta branda era corta corta, così ch'egli, il più alto di tutti noi, era costretto a tenere fuori di quella i piedi, se non voleva dormire acciambellato come in una cuccia.[1]»

Una curiosità: la tradizione familiare voleva che il servizio in armi fosse prestato in Cavalleria. Il nipote, omonimo, Guido Visconti di Modrone, II duca di Grazzano Visconti (Milano, 9 dicembre 1901 – El Alamein, 14 ottobre 1942), presterà servizio di complemento in Savoia Cavalleria (reggimento gemello del Piemonte Reale) e successivamente, richiamato alle armi nella Seconda Guerra Mondiale, passerà alla specialità Paracadutisti e si guadagnerà la Medaglia D'Argento al Valor Militare quale Comandante dell'11ª compagnia del IV battaglione Paracadutisti.

Duca Visconti di Modrone[modifica | modifica wikitesto]

Acquerello del 1861 rappresentante il duca Guido Visconti di Modrone

Dopo la morte del fratello primogenito Raimondo nel 1882, ne ottenne dapprima i titoli di famiglia e poi subentrò nella dirigenza dello stabilimento tessile Visconti di Modrone di Vaprio d'Adda[2] riuscendo ad accrescerne la produzione e la qualità dei tessuti introducendo tecnologie all'avanguardia. Avviò successivamente la tessitura Visconti di Modrone a San Vittore Olona ed il Candeggio Visconti di Modrone a Somma Lombardo.

Fu membro di quarantacinque associazioni nel milanese (tra cui il Circolo Filologico Milanese e l'Accademia dei filodrammatici), patrono di tre asili infantili nonché fondatore, primo presidente e importante benefattore della Società Anonima per l'Esercizio del Teatro alla Scala dal 1898 al 1902, anno della sua morte. Questa società giunse a soccorrere il teatro milanese in un momento in cui affrontava un periodo di difficoltà economica dovuto principalmente alla proprietà dello stabile che era divisa fra il comune di Milano, gli eredi di altri enti pubblici ed i palchettisti. Sotto la sua guida, la società riuscì a imporsi sopra tutti gli altri enti, assicurando al teatro una gestione di tipo imprenditoriale, ponendo quale suo vicepresidente Arrigo Boito ed annoverando nell'istituzione anche personaggi di spicco del mondo artistico e musicale dell'epoca come Arturo Toscanini. Personalmente aiuterà il Teatro con la donazione di 78.466,42 lire per appianare i debiti dell'istituzione che nell'annata 1899 ammontavano a 356.682 lire, contribuendo con la somma di altre 44.410 lire nel 1901, anno in cui i debiti del teatro vennero completamente soluti.[3]

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Impegnatosi nella carriera politica, fu sindaco di Macherio e consigliere comunale a Somma Lombardo ed a Besate. Nel 1889 venne nominato senatore del Regno d'Italia.

Avviò la risistemazione di Villa Olmo a Como che acquistò dagli eredi del defunto marchese Giorgio Giuseppe Raimondi.

La sua tomba si trova nel mausoleo Visconti di Modrone a Cassago Brianza.

Giudizio storico[modifica | modifica wikitesto]

Il giornalista Filippo Sacchi disse di lui:

«Gran signore dalle maniere affabili aveva, in quel misto di bonomia patriarcale e moderna laboriosità, tutte le doti per farsi ugualmente ascoltare dalle vecchie classi signorili, con le quali aveva in comune le idee, e dalla nuova classe affarista, professionista e democratica con la quale aveva in comune le attività. Era un bellissimo vecchio, molto alto, con una bella faccia pacata, dominata dal gran naso visconteo, una barba bianca immacolata che gli scendeva ondeggiando a mezzo petto. Era distinto e alla mano, estremamente semplice nel vestire e nel vivere.»

Leopoldo Pullè lo descrisse come un uomo:

«...dello stampo degli antichi gentiluomini ambrosiani, i quali ormai non si incontrano più, fuorché nei dipinti, nei polverosi quadri di qualche ospizio di carità o dimenticati in qualche pinacoteca; di quei gentiluomini che non disdegnavano, nelle lunghe ore invernali dei loro castelli solitari, di chiamare, con vero sentimento di democrazia, il maestro di casa, l'agente o il fattore a essergli di compagnia in una partita alle carte. Era uno di quei gentiluomini che sanno rispettare il lavoro e chi lavora; attribuendo al primo, maggior valore che non abbia la stessa mercede con cui il lavoro viene retribuito: convinto che il sudore della fronte di chi onestamente fatica, valga molto di più dell'oro, poco faticosamente fatto, o ereditato dagli avi. Non conobbe partiti, tranne uno, quello dei filantropi.»

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Il duca Guido Visconti di Modrone e la nobildonna Ida Renzi ebbero quattro figli maschi:

  • Uberto (1871 - 1923), III duca Visconti di Modrone, sposò Marianna Gropallo;
  • Giovanni (1873 - 1931), sposò la contessa Edoarda Castelbarco Albani Visconti Simonetta;
  • Giuseppe (1879 - 1941), I duca di Grazzano Visconti, sposò Carla Erba;
  • Guido Carlo (1881 - 1967), sposò Matilde Maria Marescalchi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (2 barrette) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Patria Esercito Re/I volontari - Wikisource
  2. ^ Li ho visti così 2, Luigi Guatri, Milano, Egea 2010, p.245
  3. ^ www.cassiciaco.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianpiero Fumi, I Visconti di Modrone, nobiltà e modernità a Milano (secoli XIX-XX), Milano, Vita e Pensiero, 2014, ISBN 978-88-343-2643-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Duca Visconti di Modrone Successore
Raimondo Visconti di Modrone 5 marzo 1850 – 15 novembre 1902 Uberto Visconti di Modrone