Guglielmo Barbini

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Guglielmo Barbini (Murano, 13 maggio 1898Venezia, 1999) è stato un incisore italiano specializzato nelle incisioni su vetro e specchi, socio fondatore del laboratorio S.A.L.I.R. (Studio Ars et Labor Industrie Riunite).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Murano da Vincenzo Barbini ed Anna Fuga, discende da un'antica famiglia di vetrai muranese che, per più di cinque secoli, operò nei vari settori della produzione vetraria dell'isola, come nella produzione di lampadari, di perle e oggettistica varia, specializzandosi, in particolar modo, nella fabbricazione di specchi veneziani.

Guglielmo, cresciuto all'interno di una famiglia numerosa[1], comincia a lavorare in giovane età, dopo aver frequentato le scuole elementari, fino alla quarta classe, e, come tutti i suoi fratelli, la scuola per vetrai fondata dall'Abate Vincenzo Zanetti[2].

Assieme al fratello Pio, tre anni più giovane di lui, parteciperà alla Grande Guerra, prendendo parte agli scontri bellici, prima a Osoppo, poi sul Monte Grappa. Alla fine della guerra gli verrà conferito il grado di Caporal Maggiore; nel 1965 il Presidente del Consiglio gli conferirà l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica e nel 1970 il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto per il coraggio dimostrato in battaglia.

Tornato in isola riprenderà a lavorare come incisore presso la vetreria Franchetti e, successivamente, darà avvio alla sua prima attività con Giuseppe D'Alpaos, ai quali, poco dopo, si unirà Decio Toso, fondando nel 1923 la S.A.L.I.R. (Studio Ars et Labor Industrie Riunite)[3], rinomato laboratorio artistico specializzato in incisione, intaglio, decorazione a smalto e doratura su vetro. Guglielmo parteciperà attivamente alla produzione vetraria della fabbrica come incisore, intessendo proficui rapporti con numerosi artisti e designer dell'epoca, tra cui, Dino Martens, Franz Pelzel e Guido Balsamo Stella[4]. A partire dal 1927 collaborerà anche come incisore presso il laboratorio artistico del fratello Nicolò Barbini, chiamato in seguito Artigianato Artistico Veneziano.

Nel 1929 sposa Elena Portelli, figlia di un importante commerciante di tessuti a Venezia, e nel 1930 esporrà alla XVII Biennale d'Arte di Venezia, nella sezione Arti figurative.

Nel 1936, dopo aver lasciato la S.A.L.I.R., fonda un proprio laboratorio di incisione, la "Barbini Guglielmo", collaborando per molto tempo con la Nason&Moretti per l'incisione di bicchieri, specializzandosi, in particolar modo, nella realizzazione di specchi a parete, mobili in cristallo e riproducendo una rara serie di oggetti d'antiquariato. Il suo stile si caratterizzerà sin dall'inizio per l'introduzione delle forme classiche, rese leggere dalla sua maestria. Guglielmo apporterà anche considerevoli innovazioni per quanto riguarda l'arte dell'incisione, introducendo l'utilizzo della ruota in pietra arenaria e in corindone (tuttora usate dagli artigiani muranesi) e inventando lo stile mosaico e gli specchi molati di ispirazione francese[5].

Il merito più grande di Guglielmo è quello di aver ripreso, assieme al fratello Nicolò Barbini, la lavorazione degli specchi veneziani, quasi del tutto dimenticata all'inizio del XX secolo.

Guglielmo lavorerà fino all'età di settant'anni, dopodiché, si ritirerà nella sua casa a Madonna dell'Orto, a Venezia, assieme alla moglie Elena, trascorrendo le sue giornate in compagnia degli amici, importanti commercianti veneziani, e dedicandosi a quella che fu la sua grande passione di sempre, ossia, la pittura. Gli ultimi dieci anni della sua vita li trascorrerà redigendo le sue memorie, tra le frequenti visite dei numerosi nipoti e pronipoti. Morirà all'età di 101 anni, nel 1999, poco tempo dopo la moglie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da Vincenzo ed Anna nacquero otto figli: Sidonia, Pacifico, Guglielmo, Pio, Nicolò, Antonia, Vittoria e Ferdinando. Tutti i figli maschi, a parte Ferdinando, che fece il professore e preside di Liceo, operarono nel campo del vetro, come incisori e specchieri
  2. ^ La Scuola di Disegno per vetrai è stata fondanta nel 1862 dall'abate Vincenzo Zanetti (Murano 1824 - 1883)
  3. ^ Nel 1924 a Guglielmo, Decio e Giuseppe, si unirà Gino Francesconi
  4. ^ Nel corso degli anni la S.a.l.i.r. parteciperà a numerose manifestazioni artistiche, come la Biennale di Venezia, ricevendo numerosi consensi e riconoscimenti, sia a livello nazionale, che internazionale; inoltre, nel corso degli anni, presso tale azienda, prestarono la loro opera artisti e designers del calibro di Guido Balsamo Stella (1927-1968), Franz Pelzel (1927-1968), Dino Martens (1925), Vittorio Zecchin (1931-1942), Giorgio Zecchin (1940), Eugenio Fegarotti (1936-1960), Umberto Zimelli (1936), Mario Romano (1936), Gio Ponti (1933), Ernesto Puppo (1936), Giorgio De Chirico, Ugo Blasi, Piero Fornasetti (1940), Atte Gasparetto (1942), Ettore Sottsass (1948, 1956), Renzo Zaniol (1950), Anzolo Fuga (1950), Emilio Vedova (1951), Riccardo Licata (1951, 1987), Serena Dal Maschio (1951-1958), Vinicio Vianello (1951-1954, 1956), Flavio Poli (1952), Carlo Scarpa (1952), Toni Zancanaro (1952), Pietro Pelzel (1954-1963), Oskar Kokoschka) (1953), Ugo Blasi (1954, 1956), Ezio Rizetto (1960), Romualdo Scarpa (1962), Agostino Venturini (1962-1964), Mario D'Alpaos (1963), Gigi Toso (1963), Franca Scabbia (1963), Vincenzo Eulisse (1977), John Hutton, Antony Guibé (1981), Jeannot Cerutti (1987), Luigi Serafini (1987), Wendy Wheatley (1990), Marco Zanini (1990)
  5. ^ Vedi la breve biografia di "Guglielmo Barbini" in Silvano Tagliapietra, I Barbini de Muran, storia della famiglia, Venezia 1998

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guglielmo Barbini, Memorie.
  • Silvano Tagliapietra, I Barbini de Muran, storia della famiglia, Venezia, 1998.
  • Silvano Tagliapietra, Cronache muranesi, dalla "Marsigliese" alla "Bella Gigogin", Venezia, Helvetia, 1985.
  • Silvano Tagliapietra, La magnifica Comunità di Murano 1900-1925, Bortolazzi-Stei, Verona, 1979.
  • Silvano Tagliapietra, Cronache muranesi, Murano veste la divisa, Venezia, Helvetia, 1982.
  • Silvano Tagliapietra, Cronache muranesi, Il tempo della "Muran Nova", Venezia, Helvetia, 1990.
  • Riccardo Vianello, Murano, Venezia, Tipografia Minosse, 1964.
  • Gianfranco Toso, Il vetro di Murano, Venezia, Arsenale, 2000.
  • Giuseppe Morazzoni, Il Palazzo Da Mula di Murano, Venezia, 2004, ristampa a cura dell'Associazione per lo studio e lo sviluppo della cultura muranese.
  • Il Libro d'Oro di Murano, a cura di Vincenzo Zanetti, Venezia, Stabilimento Tipo-Litografico M.Fontana, 2001, ristampa.
  • Archivio privato Barbini, Murano-Venezia.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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