Guerra civile in Rhodesia

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Guerra civile in Rhodesia
Situazione geopolitica durante il conflitto a partire dal 1975[note 1]: in arancio gli Stati sostenitori di ZANU e ZAPU, in magenta i sostenitori del governo rhodesiano, in grigio i neutrali
Data4 luglio 1964 - 12 dicembre 1979
LuogoRhodesia (oggi Zimbabwe[1]), in misura minore in Zambia e Mozambico
EsitoVittoria dello ZANU e dello ZAPU, salita al potere di Robert Mugabe
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
40 000 guerriglieri20 000 uomini tra forze armate e polizia
Perdite
Più di 10.000 guerriglieri uccisi[10]1.120 soldati o agenti delle forze di sicurezza rhodesiane uccisi[11]
Circa 20.000 morti in totale (tra civili e militari, bianchi e neri)[12]
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La guerra civile in Rhodesia, anche nota come Seconda Chimurenga o, in inglese, "Rhodesian Bush War" (ossia letteralmente "guerra di boscaglia rhodesiana") ebbe luogo tra giugno 1964 e dicembre 1979[13] nello Stato non riconosciuto della Rhodesia (poi Zimbabwe Rhodesia e oggi Zimbabwe),[14] tra il governo guidato dalla minoranza bianca (ma con poliziotti e militari sia bianchi che neri) di Ian Smith (e in seguito del vescovo metodista nero Abel Muzorewa), i ribelli dello ZANU di Robert Mugabe (che governerà fino al 2017 lo Zimbabwe con poteri spesso considerati dittatoriali[15]) supportati dal regime comunista cinese,[16][17] e quelli dello ZAPU di Joshua Nkomo, supportati dai sovietici.[16] Il conflitto, che causò circa 20.000 morti in totale, terminò con gli accordi di Lancaster House, che videro il Paese tornare in mano britannica fino alle elezioni del 1980, con la vittoria dello ZANU-PF di Mugabe e l'indipendenza e il riconoscimento internazionale del Paese con il nome di Zimbabwe.

Il contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Il conflitto si inserì nel contesto del post - colonialismo e della Guerra Fredda: infatti il governo Smith organizzò la secessione della Rhodesia dall'Impero Britannico nel 1965 e successivamente prese la decisione di proclamare la repubblica e l'uscita dal Commonwealth (23 marzo 1970). Il regime, similmente al Sud Africa, si fondava sulla segregazione razziale, in cui una comunità di circa 250.000 bianchi controllava il potere politico, economico e militare, mentre circa 6 milioni di neri erano confinati in una condizione di povertà ed analfabetismo. In seno alla Guerra Fredda perché la Rhodesia, alleata del Sud Africa ed inizialmente con il Portogallo (che cercava di mantenere il controllo delle sue colonie africane), si opponeva ai movimenti comunisti attivi nell'Africa Australe; si svilupparono inoltre stretti legami tra i movimenti di guerriglia attivi in Rhodesia, Angola, Mozambico, Namibia e Zambia. Il conflitto vide numerosi blitz condotti dalle forze rhodesiane oltre i confini nazionali, per colpire i santuari della guerriglia in Zambia e in Mozambico.

Seppur di piccole dimensioni e con limitate risorse economiche (in seguito all'isolamento internazionale del Paese), le forze armate della Rhodesia colsero numerosi successi ed inflissero ai guerriglieri perdite maggiori. Tuttavia il forte sostegno popolare alla guerriglia, la fine dell'impero coloniale portoghese ed il crescente sostegno internazionale in favore della risoluzione del conflitto, portò il governo rhodesiano a trattare con i movimenti d'opposizione per una transizione democratica.

Le conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

La fine della guerra portò al suffragio universale del 1979, dando inizio al dominio della maggioranza nera del paese, e comportando di conseguenza la fine di quella bianca, portata all'emigrazione verso il Sud Africa. Gli accordi di Lancaster house posero fine alla sanguinosa guerra civile che si teneva nel paese tra i guerriglieri neri e quelli bianchi. Gli accordi sancirono un ritorno temporaneo della Rhodesia alla sovranità del Regno Unito per poi cederla alla neonata Repubblica dello Zimbabwe. Le elezioni del 18 aprile 1980 posero fine al mandato britannico e segnarono l'inizio del regime di Robert Mugabe.

Altra conseguenza della fine del conflitto fu lo scioglimento di numerosi reparti militari che si erano distinti nella controguerriglia e pertanto non erano ben visti dal nuovo regime: il Rhodesian Special Air Service, i Selous Scout, i parà del Rhodesian Light Infantry, il Rhodesian African Rifles. I membri di tali unità troveranno rifugio in Sud Africa, arruolandosi quasi tutti nelle forze armate locali.

In seguito, per via della connotazione decisamente totalitaria del nuovo regime, lo Zimbabwe sarà espulso dal Commonwealth.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Bruce Grobbelaar, storico portiere del Liverpool negli anni '80, prima di diventare calciatore professionista si arruolò nella Guardia Nazionale Rhodesiana e prese parte attivamente al conflitto. Ha più volte affermato come la guerra civile lo abbia segnato profondamente e che il calcio fu un modo per fuggire dallo stato depressivo in cui era caduto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Fonti

  1. ^ Il nome del Paese corrispondente all'attuale Zimbabwe cambiò più volte durante la guerra. Il governo della Rhodesia Meridionale annunciò nell'ottobre 1964 che sarebbe diventata semplicemente Rhodesia quando la Rhodesia Settentrionale cambiò il suo nome in Zambia, ma il Regno Unito si rifiutò di concedere l'assenso, stabilendo che non rientrava nei poteri del governo coloniale cambiare il nome del Paese. Il governo coloniale continuò comunque a usare il nome abbreviato, dichiarò l'indipendenza come Rhodesia, e usò quel nome fino a diventare Zimbabwe Rhodesia nel giugno 1979
  2. ^ Norman, Andrew (12/2003). Robert Mugabe and the Betrayal of Zimbabwe. Jefferson, North Carolina: McFarland & Company. ISBN 978-0-7864-1686-8.
  3. ^ Thomas, Scott (12/1995). The Diplomacy of Liberation: the Foreign Relations of the ANC Since 1960 (First ed.). London: I.B. Tauris. ISBN 978-1-85043-993-6., pp.16-17
  4. ^ Da mu nisam 'sredio' susret s Titom, Mugabe nikad ne bi priznao Hrvatsku': prekaljeni diplomat Frane Krnić za 'Slobodnu' otkrio svoje veze s nedavno preminulim liderom Zimbabvea, su slobodnadalmacija.hr.
  5. ^ a b c d Afrikaserie: Simbabwe (Africa Series: Zimbabwe), su newsatelier.de.
  6. ^ The Ethiopian Revolution, pag. 267, su books.google.com.
  7. ^ From Liberation Movement to Government: ZANU and the Formulation of the Foreign Policy of Zimbabwe, pag. 284, su books.google.com.
  8. ^ Romanian and East German Policies in the Third World: Comparing the Strategies of Ceaușescu and Honecker, pag. 46, su books.google.com.
  9. ^ The Israeli Connection: Who Israel Arms and why, pp. 62-63, su books.google.com.
  10. ^ "Rhodesian Bush War/Second Chimurenga/Zimbabwe Liberation Struggle" (Globalsecurity.com)
  11. ^ [1]
  12. ^ Moorcraft, Paul L.; McLaughlin, Peter (2008) [1982]. The Rhodesian War: A Military History. Barnsley: Pen and Sword Books. ISBN 978-1-84415-694-8.
  13. ^ L'inizio e la fine della guerra sono difficili da definire precisamente. Le date considerabili come l'inizio sono: il 4 luglio 1964, quando gli insorti dello ZANU uccisero Petrus Oberholzer (vedi Binda, Alexandre, The Saints: The Rhodesian Light Infantry, ISBN 978-1-920143-07-7, pag.38), l'11 novembre 1965, quando la Rhodesia emise la sua Dichiarazione unilaterale di indipendenza (vedi The Great Betrayal: The Memoirs of Ian Douglas Smith), 28 aprile 1966, la data di un contatto tra lo ZANU e la polizia britannica del Sud Africa vicino a Sinoia, e il 21 dicembre 1972, quando lo ZANLA attaccò Altena Farm nella Rhodesia nord-orientale, segnando l'inizio della guerra sul serio. Il partito al governo dello Zimbabwe, ZANU-PF, considera ufficiale la terza di queste date e si riferisce al contatto come alla Battaglia di Sinoia (vedi pag. 50 de The Dictionary of Contemporary Politics of Southern Africa). La fine della guerra è generalmente fissata al 12 dicembre 1979, quando il paese cadde sotto il controllo provvisorio del Regno Unito a seguito dell'accordo di Lancaster House.
  14. ^ Stearns, Peter N., ed. (gennaio 2002). The Encyclopedia of World History: Ancient, Medieval and Modern – Chronologically Arranged (Sixth ed.). Cambridge: James Clarke & Co. ISBN 978-0-227-67968-5, pag 1069.
  15. ^ (EN) Robert Mugabe: 'The last political king of Zimbabwe', in BBC News, 23 novembre 2017. URL consultato il 14 aprile 2021.
  16. ^ a b newsatelier - Afrikaserie: Simbabwe, su newsatelier.de. URL consultato il 14 aprile 2021.
  17. ^ The Jamestown Foundation, su web.archive.org, 5 agosto 2007. URL consultato il 14 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2007).

Note

  1. ^ Il Mozambico, precedentemente colonia del governo portoghese alleato della Rhodesia, ottenne l'indipendenza nel 1975.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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