Guai ai vinti

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Disambiguazione – Se stai cercando la locuzione latina dall'omonimo significato, vedi Vae victis.
Guai ai vinti
Anna Maria Ferrero e Pierre Cressoy in una sequenza del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1954
Durata95 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, sentimentale
RegiaRaffaello Matarazzo
SceneggiaturaAchille Campanile, Raffaello Matarazzo, Mario Monicelli, Piero Pierotti, Giovanna Soria
ProduttoreMaleno Malenotti, Vittorio Musy Glori
Casa di produzioneGE.S.I. Cinematografica
Distribuzione in italianoGE.S.I.
FotografiaTino Santoni
MontaggioMario Serandrei
MusicheCarlo Franci, Renzo Rossellini
ScenografiaAlberto Boccianti
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Guai ai vinti è un film del 1954 diretto da Raffaello Matarazzo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Durante la prima guerra mondiale il fronte italiano viene travolto a Caporetto da un attacco delle truppe austriache e tedesche. Luisa e la cognata Clara rimangono nella loro villa, prigioniere degli austriaci. Sono costrette a subire ogni sorta di violenza, tanto che Mirella, la piccola figlia di Luisa, perde l'uso della parola in seguito al trauma subito. Le due donne in seguito riescono a raggiungere Verona dove Luisa si accorge di essere incinta, mentre suo marito è ricoverato in ospedale per ferite di guerra.

Luisa non se la sente di dire la verità circa le sue condizioni, medita anche il suicidio e, soccorsa da un medico che ha compreso il suo stato di forte turbamento, decide di abortire. Anche Clara è rimasta incinta, ma in lei prevale il senso dell'amore materno e sceglie quindi di far nascere il bambino. Tempo dopo, con l'avanzare del fronte italiano, le due donne riescono a tornare nella loro casa, accolte dalla disapprovazione dei paesani che non perdonano a Clara, soprattutto dopo la nascita del bambino, di aver accettato la maternità.

Nemmeno Franco, il fidanzato di Clara, tornato dal fronte accetta la scelta della donna, spingendola così ad allontanarsi dal paese. Durante la fuga Clara cade in un dirupo ferendosi mortalmente. Franco la raggiunge, le promette di prendersi cura del bambino e i due si sposano in articulo mortis.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il soggetto del film fu tratto dal romanzo Vae victis di Annie Vivanti.

Il film rientra nel filone dei melodrammi sentimentali, comunemente detto strappalacrime, molto in voga tra il pubblico italiano in quel periodo, poi ribattezzato dalla critica con il termine neorealismo d'appendice; fu prodotto dalla G.E.S.I. di Malenotti e girato negli studi Pisorno di Tirrenia nella primavera del 1954.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

In Italia il film ebbe una distribuzione irregolare da città a città: il 3 novembre del 1954 venne presentato a Torino, il 15 dicembre del 1954 fu proiettato per la prima volta a Milano, mentre a Roma fu distribuito nelle sale cinematografiche soltanto il 18 giugno del 1955.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film incassò 303.400.000 lire dell'epoca, risultando l'86° miglior incasso in Italia della stagione cinematografica 1954-55.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Un altro film abbastanza rivelatore per Matarazzo [...] che ha come tema l'aborto sullo sfondo della prima guerra mondiale. La guerra è trattata da Matarazzo come cornice, e perciò senza difficoltà ridotta a "cartolina illustrata" [...]. Il film è dal punto di vista ideologico solo in parte riuscito, ma è estremamente generoso, da parte di Matarazzo, di superare i limiti di una cultura fondamentalmente idealistica, crociana

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Neorealismo d'Appendice, Guaraldi, 1976.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo Bolaffi del cinema italiano 1945/1955 a cura di Gianni Rondolino
  • Dizionario del cinema italiano - vol. II (1945-1959), a cura di Roberto Chiti e Roberto Poppi

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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