Gruppo amenabile

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

In matematica, un gruppo amenabile[1] (in inglese amenable group, dal significato di trattabile, assoggettabile, riducibile[1]) è un gruppo topologico localmente compatto G su cui è possibile un tipo di operazione media su funzioni limitate che è invariante con la traslazione di elementi del gruppo.

La definizione originale, nei termini di un'operazione media (mean) finitamente additiva invariante su sottoinsiemi di G, è stata introdotta da John von Neumann nel 1929 riportando dal tedesco il nome messbar (misurabile in inglese) in risposta al paradosso di Banach-Tarski. Nel 1949 Mahlon M. Day ha tradotto il termine nell'inglese amenable, apparentemente come un gioco di parole (contrazione di a mean able)[2].

La proprietà amenabilità ha un gran numero di formulazioni equivalenti. Nel campo della analisi, la definizione è in termini di funzionali lineari. Un modo intuitivo per comprendere questa versione è che il supporto della rappresentazione regolare sia lo spazio intero della rappresentazione irriducibile.

Nella teoria dei gruppi discreti, dove G ha una topologia discreta, è utilizzata una definizione più semplice: un gruppo è amenabile se si può dire qual è la percentuale di G che qualsiasi sottoinsieme dato occupa.

Se un gruppo ha una sequenza Følner, allora è automaticamente amenabile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b amenàbile in "Dizionario delle Scienze Fisiche", su treccani.it. URL consultato il 14 febbraio 2021.
  2. ^ Il primo utilizzo del termine di Day è nel suo abstract per un meeting estivo AMS nel 1949 Means on semigroups and groups, Bull. A.M.S. 55 (1949) 1054–1055, Molti libri di testo sull'amenabilità, come Volker Runde, suggeriscono che quel giorno scelse il termine come gioco di parole.
  Portale Matematica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di matematica