Grotte di Frasassi

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Grotte di Frasassi
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Marche
Province  Ancona
ComuniGenga
Altitudine400 m s.l.m.
Profondità300 m
Coordinate43°24′02.96″N 12°57′42.75″E / 43.400821°N 12.961874°E43.400821; 12.961874
Mappa di localizzazione: Italia
Grotte di Frasassi
Grotte di Frasassi

Le grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano nel territorio del comune di Genga, in provincia di Ancona. L'insieme delle grotte ricade all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.

Il complesso è formato da un'enorme serie di ambienti sotterranei di cui il primo, visitabile con facilità dal pubblico è l'Abisso Ancona, una enorme cavità che ha un'estensione di 180 × 120 m e un'altezza di 200 m;[1] è talmente ampia (oltre due milioni di m³ di volume) che al suo interno potrebbe essere contenuto senza problemi il Duomo di Milano.

Dal 1972 è sotto la tutela del Consorzio Frasassi, costituito dal comune di Genga e dalla provincia di Ancona, con l'obiettivo di salvaguardarne e valorizzarne la fruibilità scientifica e turistica.[2][3]

Dal 1º settembre 1974 parte delle grotte è aperta al pubblico, divenendo nel tempo una delle maggiori attrazioni turistiche delle Marche; si è stimato che da allora vi siano state oltre 12 milioni di visite complessive.[4][5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli antefatti[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta delle Grotte di Frasassi (Grotta Grande del Vento) risale al 25 settembre 1971 per opera di Rolando Silvestri del Gruppo Speleologico Marchigiano CAI di Ancona, che ne individuò l'entrata durante la spedizione guidata da Giancarlo Cappanera. Da allora questa cavità è entrata a far parte del Complesso carsico Grotta del Fiume-Grotta Grande del Vento di Frasassi, che è stato esplorato per uno sviluppo complessivo di oltre 30 km.

La prima grande scoperta speleologica nell'area di Frasassi, quella della Grotta del Fiume, era avvenuta il 28 giugno 1948, per opera del dottor Mario Marchetti, cofondatore del Gruppo Speleologico Marchigiano di Ancona.

Negli anni 1950 e 1960, i gruppi del CAI (Club Alpino Italiano) di Jesi e Fabriano esplorarono le cavità della zona, tra cui, nel 1966, una diramazione lunga più di km che parte dalla Grotta del Fiume.

Nel luglio 1971 un gruppo di sette esploratori jesini venne attirato da una forte corrente d'aria che fuoriusciva da una piccola apertura. Dopo aver ampliato la dimensione del passaggio (chiamato in seguito Strettoia del Tarlo) per renderlo praticabile, gli esploratori si inoltrarono in una fitta rete di gallerie, cunicoli, pozzi e grotte per una lunghezza di circa km.

La scoperta della Grotta Grande del Vento[modifica | modifica wikitesto]

Da sinistra: Giuseppe Gambelli, Giancarlo Cappanera, Fabio Sturba dopo aver raggiunto la Sala delle Candeline di Frasassi, fotografati da Maurizio Bolognini

La prima traccia della scoperta più rilevante, quella della Grotta Grande del Vento, si avrà nel giugno 1971, quando Rolando Silvestri scalando la pendice nord del monte Valmontagnana a circa 450 metri di altezza, scoprì alcuni piccoli fori che si erano aperti presumibilmente a causa dello scivolamento della terra superficiale secca mista a rami e fogliame provocato dal caldo di quell'estate. Il 25 settembre 1971 Rolando Silvestri, nel corso della spedizione del Gruppo Speleologico Marchigiano CAI di Ancona organizzata e guidata da Giancarlo Cappanera, ritrovò uno di quei fori nella montagna (grande come un volante di auto) che fece scoprire la "porta d'ingresso" della grotta, subito battezzata Grotta Grande del Vento.

Inizialmente gli scopritori si trovarono in questa grande grotta al buio totale e le attrezzature allora esistenti non permisero loro di scendere fino alla base della cavità sottostante, quindi si stimò l'altezza della grotta lanciando un sasso, misurando il tempo di caduta e utilizzando le leggi della fisica. Un primo approssimativo calcolo portava all'inaspettata altezza di oltre 125 m. Successivamente gli esploratori si dotarono di attrezzature adeguate ed esplorarono l'immenso spazio, che venne chiamato "Abisso Ancona" in onore della città degli scopritori. La notizia della scoperta fu diffusa tramite stampa, ed è da questo momento che inizia la notorietà al grande pubblico delle Grotte di Frasassi.

Si riportano alcune frasi tratte dal Corriere Adriatico del 6 ottobre 1971, quando gli speleologi erano già arrivati a scoprire la Sala delle Candeline.

«Il gruppo speleologico anconetano ha individuato l'apertura di una grandissima grotta [...] le dimensioni della grotta sono talmente grandi che occorreranno numerose ispezioni per stabilirne l'ampiezza. Secondo le prime indicazioni sembra che sia una delle più grandi finora scoperte nel nostro paese e comunque fra le prime in una ipotetica classifica mondiale. Il gruppo ha ora in animo di effettuare una ispezione con permanenza in loco di almeno una settimana»

In effetti le esplorazioni continuarono per tutto il resto dell'anno. L'8 dicembre 1971 venne scoperto un collegamento tra la Grotta del Fiume e la Grotta Grande del Vento, che venne ribattezzato "Condotta dei fabrianesi", e si creò così il Complesso carsico "Fiume-Vento".

Le scoperte si susseguirono negli anni e numerosi altri ambienti più o meno accessibili furono scoperti ed esplorati dagli speleologi. Al momento il complesso delle grotte di Frasassi ha una lunghezza di oltre 20 km. Oltre all'Abisso Ancona, sono note la "Sala 200", così chiamata perché è un corridoio di 200 metri, la "Sala delle Candeline", che deve il nome alle numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni circondate da un anello di roccia che ricordano delle candeline su un piattino, la "Sala Bianca" il cui colore è dovuto a numerosi strati di calcite pura, la "Sala dell'Orsa" per un masso presente in essa che grazie all'erosione millenaria dell'acqua ha assunto, in maniera completamente casuale, la vaga forma di un'orsa, la "Sala dei Pagliai" e la "Sala dell'Infinito", così denominata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi vi persero l'orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un'uscita, come se fossero in un percorso infinito.

Anche l'apertura al pubblico del complesso di gallerie presentò non pochi problemi di ordine tecnico, che ebbero inizio già dai calcoli necessari per stabilire il punto esatto in cui scavare il tunnel di accesso.

Si assunse il compito e la responsabilità delle misurazioni l'ingegner Aldo Neroni Mercati di Fabriano a cui in seguito venne affidato dall'Amministrazione del Comune di Genga l'incarico di progettazione dell'opera (a ricordo del suo lavoro, fino a pochi anni fa era affissa una piccola lapide all'ingresso delle grotte).

Il percorso fu studiato con la massima cura e nel rispetto dell'ambiente, evitando soprattutto di abbattere le concrezioni.

Il progetto originale includeva anche una galleria di ritorno all'aperto che sarebbe dovuta sfociare a livello della strada da cui si era partiti (di questo progetto figura la rappresentazione nella bacheca situata all'ingresso attuale della Grotta Grande)[6].

All'interno delle grotte di Frasassi c'è, durante tutto l'anno, una temperatura costante di 14 °C e un'umidità relativa prossima al 100%.

La genesi[modifica | modifica wikitesto]

Circa un milione di anni fa il fiume Sentino scorreva molto più in alto nella gola rispetto alla quota attuale, le sue acque penetravano all'interno di grandi faglie dentro al banco di calcare massiccio che forma la Gola di Frasassi. Queste acque fredde incontravano risalite di acqua sulfurea con la quale si miscelavano e questa miscelazione aumentava in maniera esponenziale la dissoluzione della roccia calcarea, creando enormi vuoti e generando nei millenni successivi tutto il sistema di grotte.[7]

Stalattiti e stalagmiti[modifica | modifica wikitesto]

Le "Canne d'Organo"
Uno dei pozzi naturali profondi 25 m

All'interno delle cavità carsiche si possono ammirare delle sculture naturali, formatesi per opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni grazie all'opera dell'acqua e della roccia[8]. L'acqua, veicolando il biossido di carbonio nelle rocce calcaree, crea un processo chimico che dà origine all'idrogenocarbonato di calcio, un sale che esiste solamente in soluzione [H2O+CO2+CaCO3 = Ca(HCO3)]. Tale fenomeno determina il trasferimento di piccole quantità di carbonato di calcio da un posto all'altro e, nel corso di uno stillicidio che dura millenni, finisce per formare delle concrezioni di notevoli dimensioni e di forme completamente casuali e a volte anche curiose. Le concrezioni si dividono in stalagmiti (colonne che crescono progredendo dal basso verso l'alto) e stalattiti (che invece scendono dal soffitto delle cavità).

Le forme e le dimensioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli speleologi, i quali dopo averle scoperte le hanno "battezzate" denominandole in maniera curiosa. Tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ricordiamo: i "Giganti", il "Cammello" e il "Dromedario", l'"Orsa" (un masso che a seguito della millenaria erosione ha assunto la vaga forma di un orso), la "Madonnina", la "Spada di Damocle" (la stalattite più grossa, di 7,40 m di altezza e 150 cm di diametro), le "piccole cascate del Niagara", la "Fetta di pancetta" (di colore rosa chiaro) e la "Fetta di lardo" (completamente bianca, per via della calcite), l'"Obelisco" (stalagmite alta 15 metri al centro della Sala 200), le "Canne d'organo" (concrezioni conico-lamellari che devono il loro nome al fatto che se vengono colpite dall'esterno risuonano), il "Castello delle streghe".

All'interno delle grotte sono presenti anche dei laghetti in cui ristagna l'acqua dello stillicidio e dei "pozzi", cavità cilindriche profonde fino a 25 m che possono raccogliere l'acqua o convogliarla verso piani carsici inferiori.

Nelle grotte non penetra in alcun punto la luce naturale superficiale, pertanto l'illuminazione è completamente artificiale e utilizza solo luci bianche fredde, cioè che non producono calore verso le concrezioni (come già detto la temperatura è costante). Le uniche luci non di questo tipo sono quelle azzurre usate per mettere in evidenza i pozzi e i laghetti.

Fauna delle grotte[modifica | modifica wikitesto]

Nel complesso delle grotte sono state censite ben 67 specie di animali, alcune delle quali endemiche di questo ecosistema ipogeo.[9]

Sono presenti decine di specie diverse di pipistrelli, con una colonia di oltre 12 000 miniotteri. Tra gli anfibi sono segnalati il geotritone italiano (Speleomantes italicus), la salamandra dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) e il tritone italiano (Lissotriton italicus).[9]

Fra gli invertebrati merita infine una menzione la presenza del Niphargus ictus, un piccolo crostaceo troglobio che vive nelle pozze di acqua sulfurea, e di almeno altre due specie del genere Niphargus (N. frasassianus, N. montanarius).[10][11]

Ricerca scientifica[modifica | modifica wikitesto]

All'interno delle grotte di Frasassi si svolgono esperimenti scientifici di cronobiologia. Tra gli speleologi che hanno trascorso più tempo all'interno delle grotte si ricorda Maurizio Montalbini.

Le altre grotte vicine[modifica | modifica wikitesto]

Anche se noti principalmente agli speleologi, sopra, sotto e di fronte alla grotte di Frasassi sono presenti altri tre gruppi di grotte[12]: la "Grotta del fiume"[13], scoperta nel 1948, la grotta "Buco cattivo", scoperta nel 1949[14], e il complesso di grotte "Grotta Beata Vergine-Grotta del Mezzogiorno", noto da secoli[15], che attraversa il monte Frasassi dal lato del fiume, partendo dal Tempio del Valadier fino all'altro lato verso Pierosara[16].

A circa 20 km di distanza si trova la grotta di Monte Cucco, ubicata sull'omonima montagna, la quale anch'essa rappresenta un importante sistema carsico esteso per diverse decine di chilometri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Abisso Ancona, su frasassi.com. URL consultato il 6 agosto 2022.
  2. ^ Grotte di Frasassi - La storia, su Consorzio Frasassi. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 29 gennaio 2016).
  3. ^ La storia del Consorzio, su CONSORZIO FRASASSI. URL consultato il 22 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
  4. ^ Visite alle Grotte di Frasassi -, su frasassi.com. URL consultato il 12 febbraio 2017 (archiviato il 13 febbraio 2017).
  5. ^ "Marchigiani scoprite le Marche A partire dalle grotte di Frasassi", su il Resto del Carlino, 20 novembre 2008. URL consultato il 22 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
    «12 milioni di visitatori negli ultimi anni»
  6. ^ Aldo Neroni Mercati, Le insidie nascoste in grotta, in L'azione, 13 febbraio 2010. URL consultato il 29 marzo 2016 (archiviato l'11 marzo 2016).
  7. ^ Grotte di Frasassi, su frasassi.com. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato il 22 ottobre 2019).
  8. ^ Francesco Martinelli, Profondo Splendore, in National Geographic, vol. 47, n. 4, pp. 60-61.
  9. ^ a b Associazione culturale Scoiattolo rampante, Principali specie animali della zona speleologica di Frasassi, su scoiattolorampante.wordpress.com. URL consultato il 29 luglio 2013 (archiviato il 15 aprile 2014).
  10. ^ Flot J-F, Wörheide G, Dattagupta S, Unsuspected diversity of Niphargus amphipods in the chemoautotrophic cave ecosystem of Frasassi, central Italy, in BMC Evolutionary Biology, vol. 10, 2010, p. 171. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato l'8 dicembre 2010).
  11. ^ Karaman GS, Borowsky B, Dattagupta S, Two new species of the genus Niphargus Schiodte, 1849 (Amphipoda, fam. Niphargidae) from the Frasassi cave system in Central Italy (PDF), in Zootaxa, vol. 2439, 2010, pp. 35–52. URL consultato il 29 marzo 2016 (archiviato il 4 marzo 2016).
  12. ^ Le grotte nella zona di Frasassi -, su frasassigsm.it. URL consultato il 12 febbraio 2017 (archiviato il 12 febbraio 2017).
  13. ^ La Grotta del fiume -, su frasassigsm.it. URL consultato il 12 febbraio 2017 (archiviato il 12 febbraio 2017).
  14. ^ Grotta del "Buco Cattivo" -, su turismo.marche.it. URL consultato il 12 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2017).
  15. ^ Memoria su la Grotta di Frasassi – Vito Procaccini Ricci – Senigallia – 1809 – edito Pel Lazzarini - pagg- 33-49 [1]
  16. ^ Le grotte della "Beata Vergine e del "Mezzogiorno" - [2] Archiviato il 13 febbraio 2017 in Internet Archive..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Memoria su la grotta di Frasassi nei contorni di Fabriano dipartimento del Musone dell'italico regno di Vito Procaccini Ricci, Senigallia, pel Lazzarini, 1809 (SBN, Hathi Trust, GB, Archive)
  • Montagna di Frasassi, appendice di Piceno Annonario, ossia Gallia Senonia illustrata, Antonio Brandimarte, Roma, presso Antonio Boulzaler, 1825 (Leggi su Wikisource)
  • La caverna ossifera di Frasassi presso Fabriano per l'ing. cav. Francesco De-Bosis, Ancona, Tip. Mengarelli, 1872 (SBN)
  • Scoperte paleoetnologiche nelle grotte del monte Ginguno detto volgarmente di Frasassi e nei dintorni di Fabriano (Marche) : memoria / [di] Aurelio Zonghi, Ancona, Tip. del Commercio, 1872 (SBN)
  • La grotta del monte Ginguno detta di Frasassi - Canto, Vincenzo Rotondo da Fabriano, Ancona, Tip. del Commercio, 1873 (Leggi su Wikisource)
  • Grotta di Frasassi nei subappennini dell'Italia centrale, Ascanio Ginevri Blasi, Bologna, Società Tipografica dei Compositori, 1875 (Leggi su Wikisource)
  • Sugli scavi eseguiti nella caverna detta di Frasassi (provincia d'Ancona) / memoria di G. Scarabelli Gommi Flamini, Roma, Tipi del Salviucci, 1880 (SBN)
  • Nuovi sepolcri italici ed armi litiche scoperte nella provincia di Bologna. Frammenti di stoviglie scoperte nella grotta di Frasassi presso Fabriano in provincia di Ancona / E. Brizio, Roma, Tip. della R. Accademia dei Lincei, 1893 (SBN)
  • Ricordi di Frasassi / Italo Gengarini, stampa 1899 (Fabriano : Stab. tip. Gentile) (SBN)
  • Frasassi e dintorni : notizie storiche lette il giorno 8-6-1924 / Onofrio Angelelli, Fabriano, Premiata Tipografia Economica, 1924 (SBN)
  • Fra dirupi e caverne : (Frasassi-S. Vittore) / Carlo Canavari, Fabriano, Ed. Gentile, 1949 (SBN)
  • La zona speleologica di San Vittore di Frasassi / Mario Marchetti, Ancona, Gruppo Speleologico Marchigiano, [Guida generale delle Marche,1950] (Ancona : tip. E. Venturini) (SBN)
  • Frasassi o del libro segreto / Natale Anconetani, Jesi e la sua valle, stampa 1968 (SBN)
  • La gita a Frasassi nel 1872 / Nicola Beri, Nuova ed. / con prefazione e note del prof. Romualdo Sassi, Fabriano, Arti grafiche Gentile, stampa 1969 (SBN)
  • Abisso Ancona (Frasassi,cronaca di una scoperta) / Fabio Sturba, Gruppo Speleologico Marchigiano C.A.I Ancona. Editore: Affinità elettive 2021.
  • La Grande Grotta del Vento (Come in una favola solo a noi Frasassi aprì lo scrigno più grande) / Geologo Giuseppe Gambelli, Gruppo Speleologico Marchigiano, Ancona. ARAS edizioni, 2016.
  • La scoperta di Frasassi: memorie di uno speleologo fortunato. Giancarlo Cappanera, Gruppo Speleologico Marchigiano CAI Ancona. Amazon 2023, ISBN 9798861762076

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