Gregorio De Lauro

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Gregorio De Lauro (Castrovillari, 14 luglio 1614Chiaromonte, ...) è stato uno storico e abate italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gregorio De Lauro nacque a Castrovillari il 14 luglio 1614 da Giulio De Lauro e dalla nobile Giulia Gaudino di Castelluccio Superiore. Fu battezzato con il nome di Francesco Salvatore. Il suo prozio paterno, Simeone De Lauro aveva fondato il convento di San Domenico e suo nonno, Salerno De Lauro aveva sposato Vincenza della nobile famiglia dei Jannitelli, poi Giannitelli [1]

Nel 1634 fu ammesso al noviziato presso il monastero di Corazzo [2] e mutò il nome di Francesco Salvatore in quello di Gregorio. Ricevette nel 1636 il suddiaconato e fu ordinato diacono nel 1637 e presbitero nel 1638[3]. Studiò a Napoli nel collegio dei Gesuiti con padre Onofrio de Mare e quindi a Roma presso il Collegio Romano, sotto la guida dei gesuiti Antonio Casilio, Antonio Pérez, Pietro Sforza Pallavicino e Atanasio Kircher e si laureò nel Collegio Romano della Sapienza nel 1646.

Nel novembre del 1647 Gregorio fu destinato all'abbazia di Santa Maria della Pietà a Cosenza e l'anno seguente fu eletto priore dello stesso monastero, "visitatore minore" della congregazione cistercense calabro-lucana e "padre del governo" della medesima. Il 12 dicembre 1648 fu creato abate del monastero, dove fece costruire una torre e un ponte sul fiume Crati.

Nel maggio del 1650 fu eletto abate presso l'abbazia di Santa Maria del Sagittario, nel capitolo provinciale celebrato presso l'abbazia di Santa Maria del Soccorso, e si occupò di emendare la condotta ritenuta scandalosa di alcuni monaci e dei dissidi con i certosini di San Nicola in Valle[4]. Fece decorare l'altare della Madonna con statue a mezzo busto, colonne, archi, volte, ornamenti, indorature, pitture e rivestimenti con panni intessuti di fili dorati e veli di seta. Fece erigere una torre e si occupò degli impianti idrici [5].

Nell'aprile del 1654 partecipò al capitolo provinciale di Calabria e dal capitolo ebbe la carica di "visitatore maggiore" e "padre reggente" della congregazione calabro-lucana e per la seconda volta abate dell'abbazia della Pietà di Cosenza. Nel maggio 1658 fu rieletto abate dell'abbazia del Sagittario e nello stesso anno costruì una segheria, necessaria all'attività del cenobio.

Nel 1660 pubblicò a Napoli tre opere:

  • Magni Prophetæ B. Ioannis Ioachim, Sacri Cisterciensis Ordinis, Monasterij Floris, et Florensis ordinis Institutoris Ergasiarum Aletheia Apologetica, sive Mirabilium Veritas Defensa
  • Magni Prophetæ B. Ioannis Ioachim Abbatis Sacri Cisterciensis Ordinis, Monasterij Floris, et Florensis ordinis Institutoris, Vaticinium de Apostolicis Viris, sive de Romanis Pontificibus, historica, et symboica explicatio
  • Vita B. Ioannis a Caramola, Tolosani, Conversi Sagittariensis Monasterij.

Nel 1661 fu eletto per la terza volta abate del Sagittario nel capitolo provinciale tenutosi al monastero del Soccorso il 6 maggio. Gli araldisti riportano un'antica famiglia Lauro nobile di Amantea, Tropea e Catanzaro. Il Crollalanza la indica come un ramo collaterale della casata Sanseverino e con questo blasone: "D'oro, all'albero d'alloro sradicato di verde dal quale pende uno scudetto d'azzurro seminato di gigli d'oro con un capriolo di tre pendenti di rosso sul capo". L'abate De Lauro era dotato di vasta cultura e fu in corrispondenza e amicizia con l'abate e confratello Ferdinando Ughelli, a cui diede dettagliate notizie storiche, che egli utilizzò per compilare la sua opera: Italia Sacra.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Queste notizie sono riportare dallo stesso Gregorio De Lauro nel suo libro La vita del beato Gioacchino da Fiore: "A Patruo meo Simeone De Lauro ob germanum fratrem eius, Salernum nomine, virum Vincentiae e nobili gente Jannitelli eiusdem urbis, quae ex eo concepit Julium genitorem meum".I componenti della casata Janitelli che si sono distinti sono i seguenti: Palermo Jannitelli, nel 1190 rivestiva il grado di Capitano; Guidone, Capitano nel 1230; Samuele, fratello di Guidone, fu dei sette frati Minori Conventuali di San Francesco che a Centa, in Marocco, il 10 ottobre 1227 subirono il martirio, e perciò dichiarati Santi nel 1516 da Leone X; (Giovanni de’ Medici) Paolo, fu molto caro al Re Ferdinando I d'Aragona dal quale ebbe l’incarico di costruire il castello aragonese sul colle Lauro a Castrovillari, morì verso la fine del 1500; Virgilio, fu comandante militare in Belgio, Gabriele, sindaco dei nobili nel 1610; Pompeo, sposò la nobile Aurelia Caterini di Vaglio Basilicata.
  2. ^ Fu ricevuto nel noviziato dal padre Placido Salerno e ricevette l’abito monastico il giorno 12 marzo 1634, festa di san Gregorio Magno, dall'abate padre Didaco Mascaro.
  3. ^ Il 17 maggio 1636 ricevette l’ordine del suddiaconato al Sagittario dall’abate padre Mauro Buffone, mentre il 19 settembre 1637 fu ordinato diacono da Paolo Palumbo, vescovo di Cassano. Ricevette l’ordine del presbiterato dal vescovo di Anglona-Tursi, Marco Antonio Coccini, il 18 settembre 1638 nella chiesa di San Nicola di Colobraro.
  4. ^ Nel 1651 acquistò la difesa di Grottole versando nelle mani del conte Sanseverino la somma di 600 ducati, per evitare dissidi per l’uso delle acque, dei mulini, dei fitti e dell’enfiteusi.
  5. ^ si occupò della costruzione di quindici bagni, muniti di una conduttura d’acqua per la loro pulizia e dotò il dormitorio d’acqua corrente. All’esterno fece erigere una fontana di travertino all’ingresso della torre.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Caterini, Catalogo degli abati del monastero del Sagittario dell'abate Gregorio De Lauro, traduzione e note. Valentina Porfidio Editore, Moliterno, 2014
  • Francesco Russo, Gli scrittori di Castrovillari, Edizioni Prometeo s.a.s., Castrovillari, 1991