Gran Premio d'Italia 1922

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Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia 1922
Gara di Formula Grand Prix
Data 10 settembre 1922
Nome ufficiale 2º Gran Premio d'Italia
Luogo Circuito di Monza
Percorso 10 km
Distanza 80 giri, 800 km
Clima variabile pioggia/sole
Risultati
Podio
1. Bandiera dell'Italia Pietro Bordino
FIAT
2. Bandiera dell'Italia Felice Nazzaro
FIAT
3. Bandiera della Spagna Pierre de Vizcaya
Bugatti
Il tracciato del Gran Premio d'Italia del 1922

Il Gran Premio d'Italia 1922 fu la II edizione del Gran Premio d'Italia, la prima a svolgersi sul neonato Autodromo nazionale di Monza. La gara fu disputata il 10 settembre 1922 e fu vinta da Pietro Bordino.

Le prove[modifica | modifica wikitesto]

Il primo Gran Premio della storia monzese non iniziò con grande fortuna. Durante le prove del sabato il pilota tedesco Gregor Kuhn uscì di pista a causa dell'eccessiva velocità. L'Austro-Daimler "Sasha" di Kuhn, progettata da Ferdinand Porsche, superò i sacchi di sabbia e lo steccato di protezione, proiettando i due occupanti fuori dall'abitacolo. Kuhn morì sul colpo e il suo meccanico, Roberto Felder, se la cavò con qualche escoriazione. In segno di lutto, il direttore sportivo del team, Sascha Kolowrat-Krakowsky, ritirò la squadra dalla gara, imitato dalla squadra Mercedes-Benz.

Non erano gli unici ritiri, essendo stati preceduti dal ritiro della squadra Bianchi, portacolori di Milano, la quale dichiarò di non essere riuscita a preparare le vetture per tempo. In verità è assai probabile che i ritiri fossero causati dall'impossibilità di competere con la nuova e potentissima vettura da corsa messa in campo dalla FIAT.

Nella tarda mattinata scesero in pista anche la Bugatti T30 di Pierre de Vizcaya e la Fiat 804 di Pietro Bordino. Da esperto ex corridore, Ettore Bugatti comprese subito che le sue macchine non avevano alcuna chance di battere le FIAT, tanta era la differenza di prestazioni, e annunciò il ritiro della squadra. La notizia gettò nello sconforto gli organizzatori che rischiavano di perdere anche l'ultima delle scuderie di punta straniere. In serata, una squadra fascista si recò nell'appartamento di Bugatti. I sette, qualificatisi come "Commissari del pubblico", erano venuti per convincere Bugatti ad annullare il ritiro, facendo appello alla sua italianità e, se necessario, anche con le minacce. Dopo lunga discussione, Bugatti accettò di far correre una sola delle sue vetture.

La gara[modifica | modifica wikitesto]

Già numerosa al sabato, nella domenica di gara la folla divenne strabocchevole. Circa 200.000 spettatori provenienti da tutta Europa, compresi 2.000 operai FIAT giunti da Torino con un treno speciale, messo a disposizione dall'azienda affinché le maestranze potessero condividere la gloria sportiva dovuta ai loro sforzi lavorativi.

Dei 31 iscritti, falcidiati dai ritiri, solamente otto concorrenti di presentarono sulla linea di partenza. La bandiera a scacchi segnò l'avvio della gara e, contemporaneamente, l'inizio della pioggia che accompagnò la prima parte della competizione.

La Fiat di Enrico Giaccone non riuscì a muoversi per la rottura della frizione e fu spinta ai box dai meccanici. Pietro Bordino, invece, riuscì a prendere la testa della gara già alla prima curva, tallonato dal compagno di squadra Felice Nazzaro.

Nelle identiche posizioni, salvo i temporanei avvicendamenti dovuti ai pit stop per il rifornimento di carburante, il "Diavolo rosso" e il "Cronometro umano" percorsero gli 80 giri del circuito, lungo 10 km, per un totale di 800 km.

La media del vincitore Bordino fu di 139,86 km/h, che realizzò anche il giro più veloce con il tempo di 4'05"0, alla media di 146,51 km/h.[1]

I premi messi in palio erano considerevoli e consistevano in due eguali medaglie d'oro commemorative, accompagnate dalle somme di 30.000 e 40.000 Lire, rispettivamente per il terzo e il secondo classificati. Al vincitore spettavano 100.000 Lire (equivalenti a circa 100.000 euro del 2019[2]) e una preziosa riproduzione della corona ferrea, conservata del duomo cittadino, che aveva cinto il capo, tra i tanti, di Carlo Magno, Carlo V e Napoleone. Si trattava di un omaggio simbolico destinato a indicare Monza quale tempio della velocità che, tuttavia, non ebbe luogo. Timoroso che tale pubblica incoronazione potesse rappresentare un vilipendio alla monarchia, il Governo la proibì con un telegramma inviato, poche ore prima della cerimonia, dal sottosegretario Luigi Siciliani.

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Pilota Auto Giri Tempo/
Causa ritiro
1 18 Bandiera dell'Italia Pietro Bordino Fiat 804 80 5h43m13
2 5 Bandiera dell'Italia Felice Nazzaro Fiat 804 80 5h51m35
3 16 Bandiera della Spagna Pierre de Vizcaya Bugatti T30 76 + 4 giri
Rit 9 Bandiera dell'Italia Guido Meregalli Diatto 4DC 52 Guasto meccanico
Rit 22 Bandiera dell'Italia Alfieri Maserati Diatto 4DC 27 Incidente
Rit 20 Bandiera della Germania Franz Heim Heim 16 Ritirato
Rit 31 Bandiera della Germania Reinhold Stahl Heim 7 Ritirato
Rit 29 Bandiera dell'Italia Enrico Giaccone Fiat 804 0 Trasmissione
NP 37 Bandiera della Germania Gregor Kuhn Austro-Daimler 0 Incidente mortale in prova
NP 1 Bandiera della Francia Jules Goux Ballot 2LS 0 Non Partito
NP 2 Bandiera della Francia Jean Chassagne Sunbeam 0 Non Partito
NP 3 Bandiera della Francia Ernest Friderich Bugatti T30 0 Non Partito
NP 4 Bandiera della Germania Max Sailer Mercedes-Benz 0 Non Partito
NP 6 Bandiera dell'Italia Eugenio Silvani Bianchi 18 0 Non Partito
NP 7 Bandiera della Germania Arthur Henney Heim 0 Non Partito
NP 12 Bandiera della Francia Albert Guyot Rolland-Pilain A22 0 Non Partito
NP 13 Bandiera della Francia René Thomas Delage 2LCV 0 Non Partito
NP 14 Bandiera dell'Italia Giulio Foresti Ballot 2LS 0 Non Partito
NP 15 Bandiera del Regno Unito Henry Segrave Sunbeam 0 Non Partito
NP 17 Bandiera della Germania Christian Lautenschlager Mercedes-Benz 0 Non Partito
NP 19 Bandiera dell'Italia Meo Costantini Bianchi 18 0 Non Partito
NP 25 Bandiera della Francia Victor Hemery Rolland-Pilain A22 0 Non Partito
NP 26 Bandiera dell'Irlanda Kenelm Lee Guinness Sunbeam 0 Non Partito
NP 27 Bandiera della Francia Pierre Marco Bugatti T30 0 Non Partito
NP 28 Bandiera della Germania Otto Salzer Mercedes-Benz 0 Non Partito
NP 30 Bandiera dell'Italia Caberto Conelli Bianchi 0 Non Partito
NP 35 Bandiera della Francia Louis Wagner Rolland-Pilain A22 0 Non Partito
NP 36 Bandiera della Francia Jacques Mones-Maury Bugatti T30 0 Non Partito
NP 39 Bandiera della Francia Jean-Philippe Sadi-le-Cointe Rolland-Pilain A22 0 Non Partito
WD 8 Bandiera della Germania Alfred Neubauer Austro-Daimler 0 Iscrizione annullata
WD 32 Bandiera della Germania Lambert Pocher Austro-Daimler 0 Iscrizione annullata

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1922 Grands Prix, su teamdan.com. URL consultato il 20 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2009).
  2. ^ vedi https://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/05/17/calcola-potere-dacquisto-lire-ed-euro-dal-1860-2015/

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • II Gran Premio d'Italia, su teamdan.com. URL consultato il 20 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2009).
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