Glyphis gangeticus

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Squalo del Gange
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Pisces
Classe Elasmobranchii
Sottoclasse Neoselachii
Infraclasse Selachii
Superordine Galeomorphi
Ordine Carcharhiniformes
Famiglia Carcharhinidae
Genere Glyphis
Specie G. gangeticus
Nomenclatura binomiale
Glyphis gangeticus
(Müller ed Henle, 1839)
Sinonimi

Carcharhinus gangeticus (Müller & Henle, 1839)
Carcharias gangeticus (Müller & Henle, 1839)
Carcharias murrayi (Günther, 1883)
(ambiguo)

Eulamia gangetica (Müller & Henle, 1839)
Platypodon gangeticus (Müller & Henle, 1839)

Areale

Lo squalo del Gange (Glyphis gangeticus Müller ed Henle, 1839) è una rara specie di squalo della famiglia dei Carcarinidi diffusa nel corso del Gange, in India. Non deve essere confuso con lo squalo leuca, anch'esso presente nel Gange e talvolta chiamato erroneamente «squalo del Gange».

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aspetto esteriore G. gangeticus mostra le caratteristiche tipiche di tutti i Carcarinidi: corpo tozzo, muso piuttosto arrotondato e occhi piccoli. La prima pinna dorsale è situata sull'ultimo terzo delle pinne pettorali e la sua estremità libera si trova proprio davanti alle pinne pelviche. La seconda pinna dorsale è molto più piccola della prima, sebbene sia ugualmente piuttosto grande. La pinna anale è leggermente più piccola della seconda pinna dorsale. Le pinne pettorali sono larghe e falcate. È presente una fossetta precaudale superiore longitudinale, ma manca la cresta interdorsale. Raggiunge al massimo 2 metri di lunghezza.

Questa specie tende ad avere una colorazione uniforme grigia o marroncina, senza strisce o macchie apparenti.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Lo squalo del Gange, come dice il nome, vive solamente nei fiumi dell'India orientale e nord-orientale, soprattutto nell'Hughli (Bengala Occidentale), nel Gange (Assam), nel Brahmaputra (Bihar) e nel Mahanadi (Orissa). I bengalesi lo chiamano Baagh Maach, che significa «pesce tigre». Generalmente predilige il corso medio-inferiore dei fiumi.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Lo squalo del Gange abita con un ridotto numero di esemplari le acque dolci, le zone costiere e gli estuari. Le sue abitudini alimentari sono incognite. Probabilmente è viviparo e i piccoli alla nascita sono lunghi 55-60 centimetri.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo squalo del Gange si trova in grave pericolo di estinzione[1]. Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, è una delle 20 specie di squalo più minacciate del mondo[2]. La sovrapesca, molto diffusa e tuttora in aumento, ha diminuito notevolmente il numero di questi squali. L'olio da essi ricavato, insieme a quello ottenuto dal platanista, è molto richiesto.

Pericolo per l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

Lo squalo del Gange potrebbe costituire una minaccia per l'uomo, ma questo non è mai stato provato con certezza. Sebbene alcuni lo considerino «estremamente pericoloso», è praticamente impossibile distinguere i suoi attacchi da quelli provocati dallo squalo leuca[3]. Molto probabilmente questo squalo è un animale specialista che basa la sua alimentazione sui piccoli pesci. Tra le specie di squali pericolosi che vivono nel Gange, lo squalo leuca rappresenta una minaccia molto più concreta di questa specie estremamente minacciata ed elusiva.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Valenti, S.V. & Gibson, C.G. (Shark Red List Authority) 2007, Glyphis gangeticus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ San Diego Union-Tribune. 31 August 2006. pp. E8.
  3. ^ Thomas B. Allen, The Shark Almanac, New York, The Lyons Press, 1999, p. 107, ISBN 1-55821-582-4.

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