Giuseppe Vandelli

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Giuseppe Vandelli (Modena, 20 giugno 1865Modena, 29 marzo 1937) è stato un filologo, italianista e critico letterario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Modena da una nota e antica nobile famiglia in cui si annoverano personaggi illustri.[1][2]

Vandelli si formò culturalmente prima al Liceo Muratori nella sua città natale, poi, trasferitosi a Firenze con la famiglia nel 1883, completò la formazione classica presso l'Istituto di Studii Superiori Pratici e di Perfezionamento. Al Liceo Muratori ebbe come docente Pio Rajna, che lo considerò subito il suo primo allievo. Fu lo stesso Rajna a indirizzare il Vandelli alla formazione superiore a Firenze avendolo così ancora come allievo universitario. La stessa tesi del Vandelli su I Reali di Francia è per indirizzo del Rajna. Vandelli amico così del Rajna diventerà il suo esecutore testamentario con uno specifico incarico: quello di vagliare le sue carte affinché in Marucelliana non affluissero documenti non meramente scientifici, che per contenuto o espressi giudizi potessero recare nocumento a viventi.[3]

Appassionato di letteratura e filosofia, ottenne la laurea nel 1887; in seguito proseguì da autodidatta negli studi delle lingue antiche come il greco. Oltre che di Pio Rajna, fu allievo di illustri accademici quali Adolfo Bartoli.[4]

Si perfezionò accademicamente nel 1889 con una tesi critica, che fu poi edita a stampa, su I Reali di Francia a firma dello scrittore medioevale Andrea da Barberino.[5]

Vandelli divenne uno stimato letterato e critico di molte opere noto anche all'estero; per questo gli venne offerta la docenza cattedratica all'Università di Modena. In quel periodo si appassionò fortemente all'opera di Dante Alighieri, divenendone uno dei maggiori divulgatori accademici e critici internazionali.[6][7]

Nel 1895 ritornò a Firenze per coprire una prestigiosa docenza e avviò una proficua collaborazione con la nascente Società Dantesca Italiana. Nel 1902 iniziò un lavoro complesso e monumentale che diventerà la sua opera fondamentale: la critica all'opera dantesca, attuata con il metodo degli spogli integrali dei codici del sommo poeta, che approderà a una serie di edizioni ancora oggi di piena attualità e di pieno riferimento accademico, letterario e filologico. Prima di giungere a un testo completo, Vandelli approntò una serie di edizioni provvisorie.

Brillante intellettuale dell'epoca, diventò vivo amico di Vittorio Alinari, che lo ricorderà annoverandolo come dantista eccellente in seno alla sua pregiata Fondazione Alinari, di Renato Fucini, Giosuè Carducci, Isidoro Del Lungo, Giovanni Poggi e Guido Spadolini, e fece parte dell'Accademia degli Arcadi e della Societa Filologica Romana.[8][9]

Vandelli aderì alla massoneria, fu membro eletto della Società Dantesca Italiana e fece parte dell'Accademia della Crusca.[10][11][12]

Morì a Firenze il 29 marzo 1937, disponendo nel suo testamento il lascito completo delle sue carte e degli spogli dell'opera dantesca alla Società Dantesca Italiana che tuttora li conserva presso un archivio (Fondo Vandelli) dedicato alla sua memoria.[13]

La città fiorentina lo celebra ancora oggi ampiamente per i suoi contributi letterari e filologici nonché per l'ardita opera celebrativa di Dante Alighieri.[14]

Contributi letterari[modifica | modifica wikitesto]

Vandelli iniziò con la pubblicazione di una critica su I Reali di Francia di Andrea da Barberino, su sollecito del suo maestro Pio Rajna nel periodo 1892-1900, che verrà tuttavia portata a termine solo nel 1947 da Giovanni Gambarin, ma che lo rese comunque benemerito alla comunità letteraria per gli importanti lavori di filologia trecentesca.[15][16][17]

Appassionato dell'opera di Dante, pubblicò una complessa edizione sul sommo poeta, ardita e impensabile per il tempo, e corredata da una critica rimasta indelebile nella letteratura. Il lavoro presentandosi subito come monumentale lo indusse a adottare il metodo degli spogli integrali dei codici appreso da Pio Rajna.[18]

Il contributo del Vandelli alla letteratura è fondamentalmente legato alla recensione e alla critica attuato mediante l'introduzione di una nuova metodica innovativa e analitica del testo che pone il lettore di fronte a nuove valenze e costrutti filologici che precedentemente non erano immediatamente rilevabili e coadiuvate da una ripresa degli studi di metrica convergenti verso un più luminoso rimario.

Nella parametrica più scientifica del Vandelli la divisione dei canti avviene in segmenti di più terzine con una procedura additizia filologica che sovrappone al testo originale una griglia ben visibile utilissima per la lettura. Le parti evidenziate (da 3 a 6-7 per canto) hanno raffinati accorgimenti tipografici quali una nota con l'indicazione del numero di versi compresi nel tratto, una didascalia in carattere grassetto e una concisa parafrasi. In alto sulla pagina trovano posto titoli correnti in corsivo, che a sinistra informano del luogo (cerchio, girone o cielo), a destra della materia, pagina per pagina: al centro, in tondo, si dichiara la porzione di versi sottostante. Inoltre, in capo a ogni canto, figura una scheda riassuntiva in maiuscoletto, edita in tre corpi tipografici distinti.[19][20]

Il minuzioso lavoro del Vandelli approdò quindi a una serie di edizioni provvisorie iniziate nel 1902 e giunte infine a un'edizione critica della Commedia pubblicata tuttavia soltanto nel 1921 come testo provvisorio nel volume delle opere della Società Dantesca Italiana, che si evidenziò subito per gli importanti contributi su questioni particolari.[21][22][23][24]

Sempre nel 1921, nel VI Centenario della morte di Dante, fu pubblicata l'edizione su Le Opere di Dante, un testo critico della Società Dantesca Italiana, edita a Firenze da Bemporad, in cui il contributo del Vandelli si evidenzia chiaramente anche per il saggio introduttivo e per la metodica analitica, attenta e capillare.[25]

Vandelli ridusse e rivide il commento dello Scartazzini, e con Giovanni Busnelli curò una fondamentale edizione commentata del Convivio che completò poco prima di morire nel quadriennio 1934-1937.[26]

Campo di studi[modifica | modifica wikitesto]

Numerosissimi i suoi saggi, le lettere, le note e i carteggi prodotti nella sua vita.[27][28][29]

Fondamentale l'impronta e il lascito per l'ambito accademico con l'Avviamento allo studio critico delle lettere italiane.[30][31]

Il Vandelli resta maggiormente memorabile nello scenario della letteratura italiana grazie al suo perfezionamento del commento alla Divina Commedia di Giovanni Andrea Scartazzini che porta a termine con un completo e pregiato rinnovamento da cui traspare la sua stessa passione ed entusiasmo per Dante e per la sua opera.[32]

Il binomio Scartazzini-Vandelli, un sodalizio all'insegna della passione dantesca, valido e insuperato nell'esegesi del poema, determinò l'inedita nascita di una nuova struttura metodologica di studio promossa attraverso la divisione dei canti in segmenti di più terzine attuata mediante una procedura additizia che sovrappone al testo una griglia ben visibile che non è dell'originale, ma utilissima ai fini della lettura per offrire un'analisi contestuale più ampia.[33][34][35]

Il lavoro monumentale inteso dal Vandelli lo portò inevitabilmente verso una consapevole convergenza dantesca; egli riuscì a completare le sue ambiziose opere prima della sua morte. A seguito della sua scomparsa, nel 1939 la famiglia Vandelli donò alla Società Dantesca Italiana gli spogli del manoscritto del Poema Dantesco raccolti in un apposito fondo (Carte Vandelli), che furono acquisiti dal sodalizio per lascito testamentario.[36][37][38]

L'eco delle rinomate pubbliche letture dantesche del Vandelli, tenute presso la sala Dante in Orsanmichele a Firenze, ancora si ode e trova tutt'oggi pubblicazione editoriale.[39][40][41]

La validità letteraria e critica del Vandelli gli sopravvive ed è presente nelle numerose pubblicazioni ancora oggi disponibili editorialmente.[42]

Viva la testimonianza e la presenza delle sue citazioni che vengono attualmente ancora riportate nella letteratura dantesca. Notevoli le cure in seno a Il Convivio.[43]

Nel 1989 Per il testo della Divina Commedia, la casa editrice Le Lettere pose in ristampa il testo critico del Vandelli per le numerose richieste giunte in sede.[44]

Ancora oggi le edizioni della G.C. Sansoni del Canto XXVIII del Paradiso già edite nel 1900, e il Canto XIII del Paradiso già edito nel 1923, sono pubblicate in quanto di riferimento fondamentale per gli studiosi odierni dell'opera dantesca.[45][46][47]

Insuperabile è il Vandelli nel suo ritorno alle origini letterarie del Boccaccio riguardo all'opera dantesca che approderà nell'edizione fortunata sul Discorso su Boccaccio, editore di Dante.[48][49]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vandelli - Stemmi di famiglie nobili modenesi, Biblioteca Estense Universitaria - Modena; Ministero per i beni e le attività culturali; Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d'autore; Copia archiviata, su cedoc.mo.it. URL consultato il 7 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2009).
  2. ^ Gli arredi dello Studio Vandelli sono conservati presso la Società Dantesca Italiana. Codice Fondo: FI0115 [1]
  3. ^ [2]
  4. ^ Pio Rajna: La Materia e la Forma della «Divina Commedia. I mondi oltraterreni nelle letterature classiche e nelle medievali. - Introduzione, edizione, commento a cura di Claudia Di Fonzo . Premessa di Francesco Mazzoni , Firenze, Le Lettere, 1998 («Quaderni degli studi danteschi» 12).
  5. ^ Andrea da Barberino: I Reali di Francia, a cura di Giuseppe Vandelli e Giovanni Gambarin, Gius. Laterza & Figli Tipografi-Editori-Librai, Bari 1947.
  6. ^ Giuseppe VANDELLI, recensione a R. D'Alfonso, F. D'Ovidio, F. Torraca, Sull'Epistola a Cangrande, «Bullettino della Società Dantesca Italiana», VIII (1901), pp. 137-164.
  7. ^ Giuseppe VANDELLI, Per il testo della Divina Commedia, a cura di R. Abardo, saggio introduttivo di F. Mazzoni, Firenze, Le Lettere, 1989 (Quaderni degli studi danteschi, 5).
  8. ^ Fondazione Vittorio e Piero Alinari;
  9. ^ Commemorazione di Pio Rajna, 15/5/1931 per iniziativa dell'Accademia degli Arcadi e della Societa Filologica Romana nella sede dell'Accademia, Giuseppe Vandelli - Tip. poliglotta vaticana, 1932. Dagli Atti dell'Accademia degli arcadi, 1931, vol. VII-VIII.
  10. ^ § Vandelli diverrà Cruscante nel 1914 e avrà rapporti sempre più intensi con la Dante Society of America e con la Dante Society di Oxford.
  11. ^ Firenze e la lingua Italiana fra Nazione ed Europa: Atti del convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004/ a cura di Nicoletta Maraschio. Firenze - Firenze University Press, 2007. ISBN 88-8453-517-4 (online), pag.:115;
  12. ^ La prestigiosa figura letteraria del Vandelli e le sue origini familiari lo resero partecipe dei principali circoli letterari e sociali dell'epoca. [3]
  13. ^ Il Fondo (Cod.: Fondo: FI0115) si trova presso la Società Dantesca Italiana.[4]
  14. ^ In memoria di Giuseppe Vandelli, edito da L'arte della stampa; Firenze, 1938.
  15. ^ Libro V - Edizione di riferimento Andrea da Barberino, I Reali di Francia, a cura di Giuseppe Vandelli e Giovanni Gambarin, Gius. Laterza & Figli Tipografi-Editori-Librai, Bari 1947.
  16. ^ Firenze e la lingua Italiana fra Nazione ed Europa: Atti del convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004/ a cura di Nicoletta Maraschio. Firenze - Firenze University Press, 2007. ISBN 88-8453-517-4 (online), pag. 115.
  17. ^ L'appartenenza del Vandelli a varie Società dantesche gli permise di assorbire le varie esperienze scientifiche che andavano ben al di là degli studi danteschi in senso stretto e, sul piano del metodo, contribuivano in modo determinante a porre le fondamenta non solo della moderna dantologia, ma della stessa filologia italiana, anzi della Nuova Filologia, e dello studio della tradizione e della poesia medievale.
  18. ^ Pio Rajna: commemorazione tenuta il 15 maggio 1931 per iniziativa dell'Accademia degli arcadi e della Societa filologica romana nella sede dell'Accademia, Giuseppe Vandelli - Tipografia poliglotta vaticana, 1932. Dagli Atti dell'Accademia degli arcadi, 1931, vol. VII-VIII.
  19. ^ La Divina Commedia, Dante, Alighieri; Corredata dei segni della pronunzia e di nuovi spedienti utili all'evidenza, ai raffronti, alle ricerche, alla memorazione, Giuseppe Vandelli; Luigi Polacco - Milano Hoepli, 1924.
  20. ^ La divina commedia, Dante Alighieri; testo critico della Societa Dantesca Italiana, riveduto, col commento scartazziniano. Aggiuntovi il Rimario perfezionato di L. Polacco e l'indice de'nomi proprii e di cose notabili, Giuseppe Vandelli - Milano Ed.: Hoepli, 1951.
  21. ^ Nuova Enciclopedia Italiana - Rizzoli-Larousse Vol.XX Rizzoli Editore 1994, pag.357.
  22. ^ La Società Dantesca Italiana 1888-1988. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Firenze, 24-26 novembre 1988), a cura di R. A., Milano-Napoli, Ricciardi, 1995, pp. XLVI- 605. Giuseppe Vandelli filologo dantesco, nel volume precedente, pp. 289-303.
  23. ^ Presentazione del volume di G. VANDELLI, "Per il testo della 'Divina Commedia'", nel volume precedente, pp. 305-8.
  24. ^ G. VANDELLI, Per il testo della "Divina Commedia", a c. di R. A., Firenze, Le Lettere, 1989, pp. XVIII-382; alle pp. 331-39 la Bibliografia dell'autore [Quaderni degli "Studi Danteschi", n° 5].
  25. ^ Si confronti con: Rudy Abardo, Giuseppe Vandelli filologo dantesco, in «La Società Dantesca Italiana 1888-1988» (1995) , pp. 289-303 [in appendice, alle pp. 302-303, si pubblica l'inedito di Giuseppe Vandelli: Lavori preparatorii del testo critico della "Divina Commedia"]
  26. ^ Dante Alighieri, & Busnelli, Giovanni. & Vandelli, Giuseppe, 1964 Il convivio / ridotto a miglior lezione e commentato da G. Busnelli e G. Vandelli, con introduzione di Michele Barbi Le Monnier, Firenze;
  27. ^ Breve notizia di codici attinenti a Dante che si conservano nella Biblioteca Ricasoli Firidolfi in Firenze, Giuseppe Vandelli - Publisher: Firenze : L'Arte della stampa, 1921. Nozze Rosselli del Turco-Ricasoli Firidolfi.
  28. ^ Miscellanea, Giuseppe Vandelli, Niccola Festa - Firenze Tipografia G. Carnesecchi & figli, 1898. Nozze Rostagno-Cavazza.
  29. ^ Di una nuova ipotesi su l'epistola a Cangrande, Giuseppe Vandelli - Firenze Ed.: S. Landi, 1903. Bullettino della Societa dantesca italiana. Rassegna critica della letter. dantesca diretta da M. Barbi. Estratto da fasc. 11-12, vol. IX, pp. 273-79.
  30. ^ Avviamento allo studio critico delle lettere italiane, Guido Mazzoni, Pio Rajna, Giuseppe Vandelli - Firenze; G. C. Sansoni, 1923. [5]
  31. ^ Grammatica della lingua italiana, Raffaello Fornaciari e Giuseppe Vandelli - Firenze Ed.: G. C. Sansoni, 1932.
  32. ^ La Divina Commedia, Dante Alighieri; XXI Ed. 1989 - Hoepli Milano; Ristampa 2006
  33. ^ SCARTAZZINI/VANDELLI (1903): Dante Alighieri, La Divina Commedia riveduta nel testo e commentata da G. A. Scartazzini, quarta edizione novamente riveduta da G[iuseppe] Vandelli col rimario perfezionato di L[uigi] Polacco e indice die nomi proprii e di cose notabili, Milano: Hoepli, 1903 [4. Ausgabe der Mailänder 'editio minor' von 1893, hier erstmals in der Bearbeitung VANDELLIS]
  34. ^ SCARTAZZINI/VANDELLI (rist. 1957): Dante Alighieri, La Divina Commedia. Testo critico della Società Dantesca Italiana riveduto col Commento Scartazziniano rifatto da Giuseppe Vandelli, Milano: Hoepli, 1957;
  35. ^ Dantismo novecentesco
  36. ^ Il Fondo consiste di 3.942 volumi così suddivisi: 870 volumi di argomento dantesco; 1940 volumi di letteratura italiana; 920 volumi scolastici; 212 volumi di epoca fascista. 3.164 opuscoli così suddivisi: 1.115 opuscoli di argomento dantesco; 1770 opuscoli vari; 175 opuscoli Rajna; 104 opuscoli Vandelli; Riviste di argomento dantesco; riviste non dantesche; riviste popolari; materiale manoscritto e bozze preparatorie [6];
  37. ^ I volumi e gli arredi sono stati donati dalla figlia Silvia nel 1991
  38. ^ Breve notizia di codici attinenti a Dante, che si conservano nella Biblioteca Ricasoli Firidolfi in Firenze, Giuseppe Vandelli - Firenze: L'Arte della Stampa, 1921.
  39. ^ Il Canto XIII del Paradiso, letto da Giuseppe Vandelli nella sala di Dante in Orsanmichele 13 marzo 1923.
  40. ^ Il Canto XXVIII del Paradiso, Dante Alighieri; letto da Giuseppe Vandelli nella sala di Dante in Orsanmichele.
  41. ^ Il canto XIII del Paradiso, Giuseppe Vandelli Pubblicato nel 1923, G.C. Sansoni - Firenze.
  42. ^ Edizioni disponibili [7];
  43. ^ Si osservi per questo l'«Enciclopedia Dantesca. VI», 1978, pp. 679-751 [vol. 4, pp. 235-309 dell'ed. 2005] Dante Alighieri, Convivio, a cura di Giuseppe Vandelli
  44. ^ Per il testo della "Divina commedia", Giuseppe Vandelli, Rudy Abardo - Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1989. [8]
  45. ^ Il canto XXVIII del Paradiso, Giuseppe Vandelli - Firenze, G.C. Sansoni, 1931. [9]
  46. ^ Il canto XIII del Paradiso, Giuseppe Vandelli - Firenze, G.C. Sansoni, 1931. [10]
  47. ^ Biblioteca Aperta Beta
  48. ^ Giovanni Boccaccio editore di Dante: discorso, Giuseppe Vandelli - Firenze, Ed.: Ariani, 1923. [11]
  49. ^ Rubriche dantesche, Giovanni Boccaccio; Giuseppe Vandelli - Edizione S. Landi, Firenze 1908. Nozze Corsini-Ricasoli Firidolfi IV giugno MCMVIII., Comento alla Divina commedia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enciclopedia Italiana - G. Treccani; Roma 1949 Vol. XXXIV, pag.969;
  • Enciclopedia Dantesca Vol. VI, Roma 1978, pp. 679–751;
  • Enciclopedia Dantesca Vol. IV, Roma 2005, pp. 235–309 § Dante Alighieri, Convivio, G. Vandelli;
  • Enciclopedia Dantesca Vol. V, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1976, N. Mineo, "Vandelli Giuseppe" pp. 873–4;
  • La Società Dantesca Italiana 1888-1988, Firenze 1995, Rudy Abardo, Giuseppe Vandelli filologo dantesco.
  • In memoria di Giuseppe Vandelli. (Modena 20 giugno 1865- Firenze 29 marzo 1937). Nel primo anniversario della morte - Editore "L'arte della stampa"; Firenze, 1938.

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