Giuseppe Picone

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Giuseppe Picone

Giuseppe Picone (Agrigento, 8 novembre 1819[1]14 agosto 1901) è stato uno storico, archeologo e giurista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giurista di origini racalmutesi, uomo politico e avvocato del foro agrigentino, dedicò attività e pensiero alla propria città, che sognava grande e prospera come ai tempi di Terone e Gellia.

Conoscendo il greco classico e l'arabo, fu studioso di testi dell'antichità, tra cui gli scritti di Erodoto e di Diodoro Siculo e i manoscritti arabi contenuti nella Biblioteca Lucchesiana di Agrigento. Ebbe rapporti di cordiale frequentazione con lo storico, politico e orientalista Michele Amari, autore di una ben nota “Storia dei Musulmani di Sicilia”.

Nel 1860 è eletto Consigliere del Comune e nel 1861 Presidente del primo Consiglio Provinciale; nello stesso anno entra a far parte della Commissione per la conservazione e il restauro degli antichi monumenti di Agrigento.

A lui si deve la battaglia per l'istituzione, nel 1864, del Museo Civico, di cui diviene il primo direttore, evitando alle antichità agrigentine di emigrare a Palermo. Il Museo raccolse il primo nucleo di materiale archeologico contenuto nell'antica cappella dell'ex convento di San Francesco d‘Assisi: constava sia di oggetti ricevuti in donazioni, sia acquistati, sia frutto di ritrovamenti fortuiti, sia provenienti da una necropoli scoperta nel corso degli scavi per la costruzione della ferrovia per Porto Empedocle.

Dal 1866 al 1881 è Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Girgenti, di cui poi rimane Presidente onorario.

Sempre nel 1866 pubblica, per i tipi della Stamperia Provinciale-Commerciale di Salvatore Montes di Girgenti, le “Memorie Storiche Agrigentine”, un'opera che rimarrà sempre fonte unica ed inesauribile di notizie sulla storia della città, dalla preistorica civiltà pelasgica, attraverso le civiltà ellenica, elleno-cartaginese, romana, araba, normanna, e fino alla data della pubblicazione. In tal modo egli dà un prezioso contributo alla conoscenza di Agrigento classica.

Il 10 settembre 1875 riceve al Molo (antico nome di Porto Empedocle) il Ministro della Pubblica Istruzione Ruggiero Bonghi, il cattedratico del Collège de France Ernest Renan (autore tra l'altro di una discutibile e discussa “Vita di Gesù”), il principe Francesco Girolamo Lanza di Scalea, lo storico Isidoro Lumia ed altri illustri ospiti, giunti con la nave “Archimede” al termine di un convegno, e li guida nella visita della Valle dei Templi.

Nel 1876 è nominato Regio Ispettore degli Scavi e Monumenti della provincia di Girgenti[2].

Nel 1877 è nominato socio corrispondente dell'Imperiale Istituto archeologico germanico[3], su proposta dello storico e giurista Theodor Mommsen, premio Nobel 1902 per la letteratura, cui era legato da un rapporto di stima ed amicizia. È anche socio ordinario dell'Istituto Filotecnico Nazionale di Firenze, socio corrispondente della Società Italiana di Storia ed Archeologia di Moncalieri e dell'Accademia di Scienze e Lettere di Palermo, socio onorario dell'Assemblea di Storia Patria di Palermo, dell'Accademia Araldico-genealogica di Fermo, e di numerose altre istituzioni.

Nel 1896 è eletto presidente della Biblioteca Patria Agrigentina[4].

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
— 1900
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
— 1898
Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
— 1889
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
— 1869

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Picone, uno dei grandi che Agrigento ha (quasi) dimenticato
  2. ^ (PDF) Rotary Agrigenti
  3. ^ Academia.edu
  4. ^ Internet Culturale, su internetculturale.it. URL consultato il 20 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
Controllo di autoritàVIAF (EN56971103 · ISNI (EN0000 0000 6143 2561 · SBN RAVV083018 · BAV 495/241948 · LCCN (ENn97067212 · GND (DE1233713671 · WorldCat Identities (ENlccn-n97067212