Giuseppe Nembrini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe Nembrini
NascitaGrumello del Monte, 28 dicembre 1921
MorteMongardino, 24 marzo 1945
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoFanteria
SpecialitàParacadutisti
Granatieri
RepartoIII° Battaglione, 88º Reggimento fanteria, Gruppo da Combattimento "Friuli"
Anni di servizio1941-1945
GradoCaporale maggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneGuerra di liberazione italiana
Decorazionivedi qui
dati tratti da Perché via Giuseppe Nembrini[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Giuseppe Nembrini (Grumello del Monte, 28 dicembre 1921[2]Mongardino, 24 marzo 1945) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Grumello del Monte (Bergamo) nel 1921,[1] figlio di Alessandro e Rosa Belotti.
Nel corso del 1941 fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, e dovette abbandonare il suo lavoro presso un albergo di Milano.[3] Arruolato come paracadutista, fu assegnato al 184º Reggimento della Divisione "Nembo" che, al momento dell'armistizio dell'8 settembre 1943, si trovava acquartierata in Sardegna.[3] Partecipò ai combattimenti contro le truppe tedesche di stanza sull'isola, che furono costrette ad abbandonare la Sardegna per ritirarsi in Corsica.[3]
Ritornò sul continente quando si stavano costituendo i Gruppi di Combattimento che dovevano prestare servizio a fianco delle truppe alleate. Assegnato come Granatiere all'88º Reggimento fanteria[4] del Gruppo da Combattimento "Friuli",[4] venne inquadrato nel III° Battaglione,[3] raggiungendo in poco tempo il grado di Caporale maggiore.[3]
Durante i combattimenti sul fronte del Senio, preludio alla liberazione della città di Bologna, il 24 marzo 1945 fu mortalmente ferito a Mongardino,[1] ma riuscì comunque a portare a termine la sua missione.[3] Per il coraggio dimostrato in questo frangente venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare[1] alla memoria.[3]

In suo ricordo il comune di Grumello del Monte gli ha intitolato una via.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadra Granatieri, ardimentoso ed entusiasta, pattugliatore incomparabile e sereno di fronte a qualsiasi pericolo, diede ad ogni azione difficile e rischiosa affidatagli, l'apporto del suo slancio e del suo sangue freddo, riuscendo in momenti gravissimi ad imporre la sua iniziativa al nemico anche se superiore per uomini e mezzi. In una dura e sanguinosa giornata si offriva quale capo pattuglia per una rischiosa e delicata missione, impavido e sereno osservava da una posizione avanzata e scoperta le mosse del nemico, che invano scatenava su di lui la furia delle sue armi. Gravemente ferito rimaneva al suo posto, rifiutava ogni cura per non esporre i suoi uomini e, superando le sofferenze della carne straziata, ancora persisteva nel compito volontariamente assunto. Assoltolo in pieno, sempre battuto da fuoco rabbioso e insidiato da una pattuglia tedesca, riusciva, benché in condizioni fisiche assai menomate, a disimpegnarsi ed a rientrare nelle nostre linee. Senza preoccuparsi di sé, profondeva le sue estreme energie per esporre dettagliatamente al proprio Comandante i risultati della sua missione, consentendo solo allora, troppo tardi però, di farsi trasportare al posto di medicazione. Consacrava poi con l'olocausto della vita il dovere compiuto fino all'ultimo. Mongardino (Torrente Senio), 24 marzo 1945.[5]»
— Regio Decreto 31 maggio 1946[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Grumello Comunità Giovani n.43, novembre 2011, p. 5.
  2. ^ biografia, su biografieresistenti.isacem.it. URL consultato il 26 aprile 2021.
  3. ^ a b c d e f g h i Il Granatiere n.1, gennaio-marzo 2010, p. 11.
  4. ^ a b Il Granatiere n.1, gennaio-marzo 2010, p. 10.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  6. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 9 giugno 1946, guerra, registro 7, pagina 200.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 644.
  • Romano Rossi (a cura di), Il Gruppo da Combattimento Friuli, Imola, Bacchielega Editore, 2009, ISBN 978-88-88775-85-2.
  • Guido Vedovato e Mario Attilio Levi, Attilio Vassallo, Gruppo di Combattimento Friuli nella guerra di liberazione, Bergamo, Istituto Italiano Arti Grafiche, 1945.
Periodici
  • Don Fabio Pesenti, Cristiana Salomoni, Andrea Vizzardi, Alcide Nesi, Perché via Giuseppe Nembrini, in Grumello Comunità Giovani, n. 43, Grumello sul Monte, Comunità Cristiana di Grumello sul Monte, novembre 2011, p. 5.
  • Sino a che il sole si leverà restera vivo in noi il nome dei nostri eroi, in Il Granatiere, n. 1, Roma, Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, gennaio-marzo 2010, pp. 10-11.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]