Giuseppe Mirabelli

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Giuseppe Mirabelli

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato14 giugno 1867 –
2 agosto 1901
Legislaturadalla X (nomina 2 maggio 1867) alla XXI
Tipo nominaCategoria: 10
Incarichi parlamentari
Cariche
  • Vicepresidente del Senato (6 novembre 1873 - 20 settembre 1874)

Commissioni

  • Membro della Commissione per l'esame del Codice penale (15 dicembre 1877)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 febbraio 1861 –
24 maggio 1861[1]
LegislaturaVIII
CollegioNapoli II
Sito istituzionale

Dati generali
Prefisso onorificoConte
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità di Napoli
ProfessioneMagistrato

Conte Giuseppe Maria Francesco Saverio Mirabelli (Calvizzano, 13 maggio 1817Napoli, 2 agosto 1901) è stato un giurista e politico italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella IX legislatura.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe nacque a Calvizzano il 13 maggio del 1817 dal dottor Domenico Mirabelli e da Marianna di Criscio. Compì i suoi studi secondari nel seminario di Pozzuoli: a quel tempo, infatti, la buona borghesia napoletana indirizzava i propri figli in quel tipo di scuole non solo per iniziarli al sacerdozio, ma anche per prepararli alle professioni (la maggior parte della classe dirigente meridionale ebbe una formazione simile). Si dedicò poi allo studio del diritto e si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Napoli, dove ottenne poco dopo l'abilitazione all'insegnamento privato. Entrò nel 1841 in Magistratura e vi fece rapidi progressi. Avendo però fatta schietta manifestazione dei suoi sentimenti politici nel 1848, quando il popolo italiano s'agitava per conquistare la sua unità politica, fu qualificato come liberale e per questo, designato all'odio del Governo reazionario (1849), perdette l'ufficio di Giudice di Gran Corte Criminale. Dallo stesso Governo fu invitato a riprendere le sue funzioni ma sdegnosamente rifiutò di servire chi ingiustamente lo aveva perseguitato. In questo periodo esercitava la professione di avvocato a Napoli e impartiva lezioni private di diritto.

Rientrò in Magistratura, ma solo dopo l'entrata di Garibaldi in Napoli, e celermente ne percorse tutti i suoi gradi. Procuratore generale alla Corte d'Appello di Aquila dal 1862 al 1863, passò poi a quella di Napoli, della quale il 4 aprile 1868 era fatto presidente. Resse questa carica fino al 1º aprile 1875, quando salì al grado di presidente della Corte di Cassazione napoletana. Nel 1867 fu nominato dal re Vittorio Emanuele II Senatore del Regno per la categoria 10, dopo che la prima nomina avvenuta due anni prima per la categoria 13 non era stata convalidata dal Senato. Ricoprì la carica di Vicepresidente del Senato dal 6 novembre 1873 al 20 settembre 1874; fu inoltre membro della commissione parlamentare per l'esame del Codice penale (1877). Il 2 giugno 1892 fu collocato a riposo: il re Umberto I gli conferì in quell'occasione il titolo di Conte. Collocato a riposo, continuò a servire la giustizia specie con la pubblicazione di nuove monografie giuridiche. Non abbandonò il suo paese natio dove veniva a ritemprare le forze all'ombra delle mura che lo avevano accolto bambino, e lunghe ora passava nella sua villa meditando.

Ebbe 11 figli; fra essi Marianna Raffaelina, madre di Sara De Rosa Mirabelli; quest'ultima poi sposata al Generale Armando Diaz. Era socio dell'Accademia reale di Napoli e di quella Pontaniana. Notevole e ricca la sua attività scientifica. Morì nella sua dimora di Napoli, palazzo Della Porta in via Toledo, il 2 agosto 1901 all'età di 84 anni, probabilmente per i danni cerebrali subiti in seguito ad una caduta da cavallo. Le sue spoglie mortali sono conservate nel cimitero consortile di Calvizzano-Mugnano. Così un suo illustro ammiratore, il senatore Enrico Pessina: "Con lui scomparve non il sacerdote ma il pontefice della dritta amministrazione della legge [...]". A Napoli una lapide sita a palazzo Della Porta ricorda il Senatore, mentre la natia Calvizzano gli ha intitolato già dal 1892 il suo corso principale.

Conferimento del titolo nobiliare[modifica | modifica wikitesto]

2 giugno 1892 - Quando una disposizione di legge, che lui stesso aveva difeso, privava la Magistratura d'un sì illustre giureconsulto, il rammarico fu generale. Solenni furono gli attestati di simpatia al senatore Mirabelli e le parole auguste del Sovrano furono il premio più ambito dopo una laboriosa carriera:

«Un'imprescindibile disposizione di legge mi obbliga a firmare il decreto del Suo collocamento a riposo. Se con questo atto è posto fine ai lunghi ed onorati da Lei servizi, non cessa però la memoria dello alto ingegno e della vasta dottrina con cui Ella consacrava la vita operosa allo studio del dritto ed alla amministrazione della giustizia. La mia stima ed il mio affetto lo seguiranno nella sua meritata quiete e come pegno dei miei costanti sentimenti Le conferisco il titolo trasmissibile di Conte. Umberto.»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Della prescrizione secondo le leggi italiane, 1893

Prolifica fu la sua produzione di opere sul diritto:

  • Contratti speciali: comodato, mutuo, costituzione di rendita, contratto vitalizio, deposito e sequestro, pegno, anticresi, fideiussione, giuoco e scommessa, transazione, 1894.
  • Delle ipoteche secondo il codice italiano, 1896.
  • Degli effetti dell'alienazione o dell'ipoteca della cosa comune non consentite da tutti i condomini secondo il diritto romano e il codice civile italiano, 1886.
  • Del diritto dei terzi secondo il codice civile italiano I, II, III, 1889-91.
  • Della surroga legale secondo il codice civile italiano, 1890.
  • Della prescrizione secondo le leggi italiane, Napoli, Marghieri, 1893.
  • L'inamovibilità della magistratura nel Regno d'Italia, 1876.
  • Relazione sulla statistica sommaria degli affari civili e penali trattati nel distretto della corte d'appello di Napoli nel quinquennio dal 1866 al 1870, 1874.
  • Della cessione dei crediti e loro accessori per atti tra vivi, a titolo gratuito, od oneroso, rispetto ai terzi, 1887.
  • Dei principi fondamentali dell'istituto della trascrizione, secondo il codice civile italiano e delle conseguenze che ne derivano, 1887.
  • Osservazioni sull'articolo 1003 del codice civile, 1891.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Escluso per sorteggio.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN264116029 · ISNI (EN0000 0003 8219 3979 · SBN PUVV097022 · BAV 495/225261 · LCCN (ENno93011066 · GND (DE1198288000 · WorldCat Identities (ENlccn-no93011066
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