Giuseppe Majone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe Majone
NascitaNapoli, 2 dicembre 1909
MorteMondovì, 18 aprile 1939
Cause della morteIncidente aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
GradoMaggiore pilota
GuerreGuerra civile spagnola
Comandante di26ª Squadriglia del XVI Gruppo Caccia Terrestre "La Cucaracha"
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Giuseppe Majone (Napoli, 2 dicembre 1909Mondovì, 18 aprile 1939) è stato un militare e aviatore italiano, che come capitano pilota della specialità caccia, partecipò come comandante di squadriglia alla guerra di Spagna. Asso dell'aviazione da caccia legionaria durante il conflitto, fu accreditato di 7 vittorie accertare. Deceduto in un incidente aereo fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Napoli il 2 dicembre 1909.[2] Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica presso un Liceo della sua città natale si arruolò nella Regia Aeronautica, venendo ammesso a frequentare nell'ottobre 1930 la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, da cui uscì tre anni dopo con il grado di sottotenente pilota.[2] Nell'ottobre 1932 conseguì il brevetto di pilota militare volando su velivolo Ansaldo A.300/6. Promosso tenente nel luglio 1934, frequentò la Scuola caccia al termine della quale fu assegnato al 3º Stormo Caccia Terrestre.[2] Svolse più volte l'incarico di insegnante di educazione fisica, di materie professionali, di aerodinamica ai corsi per allievi piloti e fu istruttore di volo su velivolo a doppio comando.[2] Divenuto capitano nel luglio 1937, fu assegnato nuovamente al 3º Stormo, e il 17 giugno 1938 partì volontario per combattere nella guerra di Spagna.[2] Venne assegnato in forza alla 24ª Squadriglia del XVI Gruppo "La Cucaracha" dell'Aviazione Legionaria di cui fu comandante tra il 7 luglio 1938 e l'8 gennaio 1939.[3] Rientrò in Italia nel marzo 1939, accreditato di 7 vittorie aeree confermate (3 caccia Polikarpov I-16 e 4 Polikarpov I-15), 11 probabili e 24 in compartecipazione, ottenute sul fronte dell'Ebro e in quello della Catalogna.[4]

Il 18 aprile 1939,[4] mentre effettuava un volo di allenamento insieme al capitano pilota Alfiero Mezzetti,[4] il suo aereo entrò in collisione con il C.R.32 di Mezzetti poco dopo il decollo, a trecento metri di quota. Dopo aver investito in coda il "C.R.32" di Mezzetti il suo aereo divenne ingovernabile, e precipitò a terra.[4] Non avendo potuto far uso del paracadute, rimase ucciso nell'urto del velivolo con il terreno.[4] Con Regio Decreto del 6 maggio 1940 fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, pilota comandante di squadriglia da caccia, abilissimo e di grande audacia, partecipava, alla testa del proprio reparto, a moltissime azioni belliche e più volte impegnava combattimento contro soverchianti forze nemiche. Con la sua azione travolgente, concorreva all’abbattimento di 35 aerei nemici, spesso rientrando alla base con l’apparecchio gravemente colpito. Il 30 dicembre 1938, per difendere una pattuglia di bombardieri nazionali pericolosamente minacciati da una formazione da caccia, non esitava a lanciarsi, con grande impeto e sprezzo del pericolo, contro i nemici che, numerosi, e forti di mezzi potenti, attaccavano da ogni lato. Rimasto isolato tra una ventina di avversari, non desisteva dall’impari lotta ed attaccava con eroico slancio, abbattendone due e colpendone altri. Esempio luminoso di combattente ardito, generoso e di raro valore. Cielo di Spagna, giugno -dicembre 1938 .[5]»
— Regio Decreto 6 maggio 1940[1]
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Apostolo, Ali d'Italia n.4 Fiat CR.32, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1996.
  • Ruggero Bonomi, Viva la Muerte. Diario dell'"Aviacion del El Tercio", Roma, Ufficio Editoriale Aeronautico, 1941.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces in Spanish Civil War, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]