Giuseppe Corazzin

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Giuseppe Corazzin (Arcade, 4 marzo 1890Treviso, 18 novembre 1925) è stato un sindacalista e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Corazzin, formatosi alla scuola dei dirigenti della diocesi di Treviso, guidata dal vescovo Andrea Giacinto Longhin e dal direttore della Vita del Popolo monsignor Angelo Brugnoli, si dedicò all'organizzazione sindacale tra i braccianti, i mezzadri e i contadini della Marca Trevigiana.

Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, dove rimase ferito, andò a Milano, su incarico del vescovo Ferrari, a dirigere le unioni cattoliche organizzate dalle diocesi.

Partecipò come componente della Segreteria nazionale alla neonata Confederazione italiana dei lavoratori (CIL) e mantenne l'incarico fino al 1920.

Impegno sindacale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1918 iniziò a ricostruire il mondo del lavoro cattolico attorno all'Unione del Lavoro. Alla fine del 1919 la Diocesi di Treviso poteva contare un centinaio di Leghe e Cooperative bianche. Nel 1920 fu eletto consigliere e presidente per il neonato Partito Popolare Italiano nel consiglio della Provincia di Treviso, carica che mantenne fino al 1923. Nel 1920 organizzò le masse contadine della marca trevigiana in dure lotte per ottenere l'abolizione della mezzadria fino ad ottenere, dopo scontri ed arresti in tutta la provincia, significative conquiste quali la lunga durata degli affitti ed il principio di una giusta causa nell'eventuale risoluzione dei contratti.

Impegno Politico[modifica | modifica wikitesto]

Corazzin fu tra i leader che organizzarono il 1º Congresso Nazionale della Cooperazione Cristiana che si svolse a Treviso il 2 e 3 aprile 1921. Nel 1925 fu eletto nel Consiglio Nazionale dal V Congresso nazionale di Roma del Partito Popolare; in quella sede sostenne la necessità delle dimissioni dei deputati aventiniani e sollecitò nuove forme di opposizione al regime fascista.

Morì alcuni mesi dopo, a novembre, a soli 35 anni di età, a causa di una peritonite; ma il suo fisico era ormai debilitato, anche a causa di una pesante aggressione fascista. Nell'ottobre del 1924, una squadra di camicie nere aveva selvaggiamente pestato lui e la moglie, Emilia Calderino, che era incinta e perse il bambino.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

http://www.fondazionecorazzin.it Archiviato il 19 luglio 2009 in Internet Archive.

Controllo di autoritàVIAF (EN22356242 · ISNI (EN0000 0000 0304 0850 · SBN CUBV046897 · BNF (FRcb14409605z (data) · WorldCat Identities (ENviaf-22356242