Giulio Giglioli

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Giulio Quirino Giglioli

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato28 aprile 1934 –
2 agosto 1939
LegislaturaXXIX
Sito istituzionale

Consigliere Nazionale del Regno d'Italia
Durata mandato28 aprile 1939 –
2 agosto 1943
LegislaturaXXX

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studioLaurea in Lettere
UniversitàUniversità di Roma La Sapienza
Professionedocente universitario

Giulio Quirino Giglioli (Roma, 25 marzo 1886Roma, 11 novembre 1957) è stato un archeologo e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver frequentato il liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma, consegue alla laurea in lettere classiche nel 1904 con Emanuel Löwy sei anni dopo approfondendo le decorazioni del trono di Zeus fidiaco a Olimpia[1]. Nello stesso anno diventa assistente di Archeologia e Storia dell'Arte Antica. Nel 1912 diventa ispettore archeologo al museo archeologico nazionale di Napoli, per poi essere trasferito l'anno successivo al museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. Durante l'esplorazione dell'Etruria meridionale e del territorio falisco si dedica soprattutto a Veio, dove scava dal 1914 e, con una parentesi dovuta alla guerra, al 1916, riportando alla luce grandi statue fittili tra cui il celebre Apollo.

Nel 1934 fu deputato alla Camera per il Partito Nazionale Fascista. Dal 1939 al 1943 fu Consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni.

Negli anni Cinquanta fu tra i principali ideatori del Museo della Civiltà Romana inaugurato nel 1955.

Fu socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei, accademico di San Luca, accademico d'Italia, membro e poi presidente onorario dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, dell'Istituto Nazionale di Studi Romani e del Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti, socio della Pontificia accademia romana di archeologia. Suo allievo è stato l'archeologo e museologo Carlo Pietrangeli.

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia
— 20 aprile 1938

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lo studio è stato pubblicato come Il trono dello Zeus di Fidia ad Olimpia, tra le Memorie dell'Accademia dei Lincei (vol. XVI, Roma 1920, pp. 219-373).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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