Giulio Ajani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Giulio Ajani, o Aiani (Roma, 23 marzo 1835Saliceta San Giuliano, 7 febbraio 1890), è stato un patriota e imprenditore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Ademollo, Eccidio del lanificio Aiani (1880), Museo del Risorgimento di Milano

Affiliato all'Associazione italiana, di cui fu eletto caposquadra nel 1854 o nel 1855[1] e probabilmente anche alla massoneria[2], proprietario di un lanificio in via della Lungaretta a Roma,[3] ne fece il centro clandestino del moto insurrezionale che nell'ottobre 1867 doveva appoggiare l'ingresso a Roma della colonna comandata dai fratelli Cairoli (scontro di Villa Glori).

Preparò nel lanificio armi e munizioni. Dopo l'intervento degli zuavi e dei gendarmi pontifici che provocò l'eccidio di "casa Aiani", nel quale trovarono la morte fra gli altri Francesco Arquati, ex proprietario del lanificio e suo direttore,[4] la moglie Giuditta e il loro figlio dodicenne (25 ottobre 1867), Aiani fu ferito e imprigionato.

Nel processo rivendicò di aver agito in favore della nazione italiana, fu condannato a morte insieme a Pietro Luzzi (10 dicembre 1868), ma il 20 febbraio 1869 ebbe commutata la pena nell'ergastolo[5].

Nel 1870 uscì di prigione, ma poiché il suo lanificio era andato distrutto, visse in miseria.

Nel 1880 ottenne la direzione del lanificio della casa penale di Saliceta San Giuliano di Modena, dove rimase fino alla morte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio di Stato di Roma, Tribunale Supremo della Sacra Consulta, Processi politici, busta 376
  2. ^ Museo centrale del Risorgimento, Roma, Notizie sul movimento liberale romano dall'anno 1849 al 1867, ms. n. 724
  3. ^ Melania Mazzucco, Giuditta Tavani, la ribelle di Trastevere che morì sognando l'Italia unita, su la Repubblica, 4 aprile 2010. URL consultato il 21 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2021).
  4. ^ Sandro Masini, Commemorazione del 141º anniversario della morte di Giuditta Tavani Arquati, su nogod.it. URL consultato il 21 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2009).
  5. ^ Raffaele de Cesare, Roma e lo Stato del papa: dal ritorno di Pio IX al 20 settembre, Vol. II 1860-1870, Roma: Forzani, 1907

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]