Giuliano Cesarini (1398-1444)

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Giuliano Cesarini
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Cesarini presso l'Università di Bologna
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1398 a Roma
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo7 marzo 1444 da papa Eugenio IV
Consacrato vescovoin data sconosciuta
Creato cardinale24 maggio 1426 da papa Martino V
Pubblicato cardinale8 novembre 1430 da papa Martino V
Deceduto10 novembre 1444 a Varna
 

Giuliano Cesarini (Roma, 1398Varna, 10 novembre 1444) è stato un cardinale italiano.

Fece parte del gruppo di brillanti cardinali nominati da papa Martino V alla conclusione dello Scisma d'Occidente. Il suo intelletto e la sua diplomazia, fecero di lui un paladino della supremazia del Papa contro i movimenti conciliari e specialmente del Concilio di Basilea. Il vescovo francese Bossuet descrisse Cesarini come il più forte baluardo che i Cattolici potessero opporre ai greci al Concilio di Firenze.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Era uno dei cinque fratelli di una famiglia romana appartenente alla minore nobiltà[1] ed educato all'Università degli Studi di Padova, dove si laureò in Diritto romano ed ebbe Domenico Capranica e Nicola Cusano fra i suoi allievi. Quando lo scisma si concluse con il riconoscimento generale di Martino V come legittimo papa, Cesarini ritornò a Roma dove iniziò a collaborare con il cardinale Branda Castiglioni.

La proposta di una grande riforma che denunciasse il Movimento conciliare era diffusa e Cesarini dedicò la sua missione ai principi di salvaguardia dell'unità della Chiesa e la sua riforma dall'interno.

Nel 1419 accompagnò il cardinale Branda nella sua difficile missione in Germania e Boemia, dove gli ussiti erano in aperta ribellione.

La nomina a cardinale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1426 Martino V lo nominò cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria (La nomina ebbe luogo nel corso del concistoro segreto del 24 maggio 1426 e divenne pubblica solo con il concistoro dell'8 novembre 1430) e lo inviò in Germania per predicare una crociata contro gli eccessi della Riforma.

Partecipò nel 1431 al conclave che elesse papa Eugenio IV.

Il Concilio di Basilea[modifica | modifica wikitesto]

Cesarini fu nominato presidente del Concilio di Basilea nel quale, con le sue capacità, riuscì a controbattere con successo gli sforzi di papa Eugenio IV di sciogliere il concilio. Durante il concilio (1437) rinunciò all'opposizione, avendo avuto la percezione che si volesse soltanto umiliare il Papa piuttosto che realizzare la riforma.[senza fonte] Quando papa Eugenio convocò il Concilio di Ferrara, Cesarini fu a capo della commissione incaricata di discutere con gli ussiti. Nel 1439 il Concilio venne trasferito a Firenze dove Cesarini continuò a giocare una parte preminente nei negoziati con i greci.

Le sue due ben note lettere a papa Pio II che relazionavano il Papa sul concilio di Basilea, sono comprese fra le opere di Pio II[2].

Altre nomine[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 1439 fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Grosseto e nel dicembre dello stesso anno anche dell'arcidiocesi di Taranto. L'anno successivo lasciò la diaconia di Sant'Angelo in Pescheria ed optò per il titolo di Santa Sabina. Nel marzo 1444 lasciò il titolo di Santa Sabina per quello di cardinale vescovo di Frascati.

Legato in Ungheria e morte[modifica | modifica wikitesto]

Edificio monumentale eretto in memoria della battaglia di Varna

Alla fine del concilio, Cesarini venne inviato da papa Eugenio IV come legato pontificio in Ungheria (1443) per mediare il contrasto fra Ulászló I, re d'Ungheria e Ladislao il Postumo e per promuovere una crociata nazionale contro i turchi. Giuliano si oppose alla pace proposta da Ulászló I e firmata a Seghedino (15 agosto 1444) con il sultano Murad II e convinse il re d'Ungheria a rompere il trattato e a riprendere la guerra. Questa si concluse nella disastrosa battaglia di Varna (10 novembre 1444), nella quale i cristiani subirono una disfatta e il cardinale Cesarini e re Ulászló I persero la vita.

Parentela cardinalizia[modifica | modifica wikitesto]

Fra i membri del suo casato lo seguirono come cardinali anche il pronipote Giuliano Cesarini iuniore, omonimo del prozio, Alessandro Cesarini seniore (morto nel 1542) e Alessandro Cesarini iuniore (1592-1644).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suo fratello Giacomo era Podestà dello stato papale di Orvieto e Foligno nel 1444; il suo pronipote, anche lui Giuliano Cesarini (1466-1510), fu creato cardinale nel 1493. The Cardinals of the Holy Roman Church Giuliano Cesarini seniore.
  2. ^ Pii II Opera Omnia, Basel 1551, p. 64

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria Successore
Pietro Stefaneschi 8 novembre 1430 - 1440 Juan de Carvajal
Predecessore Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano Successore
Giordano Orsini 29 maggio 1438 - 10 novembre 1444 Pietro Barbo
Predecessore Amministratore apostolico di Grosseto Successore
Antonio Casini 6 febbraio 1439 - 10 novembre 1444 Memmo Agazzari
(vescovo)
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Sabina Successore
Bálint Alsáni 1440 - 7 marzo 1444 Giovanni de Primis O.S.B.Cas.
Predecessore Amministratore apostolico di Taranto Successore
Giovanni Berardi di Tagliacozzo
(arcivescovo metropolita)
1440 - 7 marzo 1444 Mario Orsini
(arcivescovo metropolita)
Predecessore Cardinale vescovo di Frascati Successore
Luigi di Lussemburgo 7 marzo - 10 novembre 1444 Basilio Bessarione
Predecessore Penitenziere Maggiore Successore
Niccolò Albergati, O.Cart. 7 marzo - 10 novembre 1444 Giovanni Berardi di Tagliacozzo
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