Giulia Eustochio

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Santa Eustochio
Francisco de Zurbarán, San Girolamo con le sante Paola ed Eustochio, National Gallery of Art
 
NascitaRoma, 368
MorteBetlemme, 419
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza28 settembre[1][2]

Giulia Eustochio, nota semplicemente come Eustochio o Eustochium (in latino Iulia Eustochium; Roma, 368[3]Betlemme, 419[1][2][3]), era figlia della nobile matrona romana Paola, con la quale fu discepola di san Girolamo. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica che ne celebra la memoria il 28 settembre[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Santa Eustochio in un'illustrazione dal Sylva anachoretica Aegypti et Palaestinae di Boëtius à Bolswert e Abraham Bloemaert (1619)

Era la terza figlia di Paola, una matrona della nobiltà romana, e sorella di Blesilla, Paolina, Rufina e Tossozio. Assieme alla madre, all'età di circa 15 anni divenne discepola di san Girolamo assistendo alle sue lezioni nella casa sull'Aventino della matrona Marcella[3][4]. Quando nel 385 egli partì per la Terra santa madre e figlia lo seguirono, stabilendosi in un convento a Betlemme[1][2][3][4]. Alla morte della madre, nel 404, Eustochio le succedette come badessa in tutti e tre i monasteri che Girolamo aveva fondato nella città[1][2][3]. Uno di tali monasteri venne distrutto da dei razziatori, un'esperienza dalla quale Eustochio non si riprese mai[2]; morì a Betlemme nel 419[2][3].

Molto erudita e conoscitrice di latino, greco ed ebraico, aiutò Girolamo nella traduzione della Vulgata[1]. A lei Girolamo scrisse tre delle sue lettere, fra cui la De custodia virginitatis nel 384[2][3][4].

Viene generalmente chiamata "Eustochio" o "Julia Eustochium" a causa dell'errata interpretazione della sintassi di un testo latino dove era così citata[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Sant' Eustochio, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it. URL consultato il 19 dicembre 2013.
  2. ^ a b c d e f g (EN) St. Eustochium, su Catholic Online. URL consultato il 19 dicembre 2013.
  3. ^ a b c d e f g Eustòchio (lat. Iulia Eustochium), su Treccani.it. URL consultato il 19 dicembre 2013.
  4. ^ a b c (EN) Women's Biography: Eustochium, su epistolæ. URL consultato il 19 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  5. ^ Zaccaro, pp. 85-86.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN283992947 · ISNI (EN0000 0003 9036 6710 · CERL cnp00284618 · LCCN (ENn85224840 · GND (DE102393230 · BNE (ESXX1037068 (data) · J9U (ENHE987007260953205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85224840