Giovanni delle Bande Nere (incrociatore)

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Giovanni delle Bande Nere
Giovanni delle Bande Nere (in primo piano) e Gorizia (sullo sfondo) in missione il 12 febbraio 1942
Descrizione generale
Tipoincrociatore leggero
ClasseAlberto di Giussano tipo Condottieri
In servizio conRegia Marina
CostruttoriNavalmeccanica
CantiereCastellammare di Stabia
Impostazione31 ottobre 1928
Varo27 aprile 1930
Entrata in servizio1º gennaio 1931
Destino finaleAffondato il 1º aprile 1942 dal sommergibile britannico Urge
Caratteristiche generali
Dislocamento6.570 t (standard); 6.954 t (pieno carico)
Lunghezza169,3 m
Larghezza15,5 m
Pescaggio5,3 m
Propulsione6 caldaie, 2 turbine, 2 eliche
95.000 CV
Velocità36 nodi (66,67 km/h)
Autonomia3 800 miglia a 18 nodi (7 038 km a 33,34 km/h)
Equipaggio507, di cui 19 ufficiali
Armamento
Artiglieriaalla costruzione:

Nel 1938/39 i pezzi da 37/54 furono sostituiti con pezzi da 20/65 e furono imbarcati due lanciabombe antisommergibile

Siluri4 tubi lanciasiluri da 533 mm
CorazzaturaOrizzontale: 20 mm; Verticale: 24 mm; Artiglierie: 23 mm; Torrione: 40 mm.
Mezzi aerei2 × IMAM Ro.43
catapulte fisse a prua
Note
MottoFolgore di guerra
dati tratti da[1][2]
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Il Giovanni delle Bande Nere[3] fu un incrociatore leggero della Regia Marina appartenente alla classe Alberto di Giussano, così battezzato in onore del capitano di ventura del XVI secolo Giovanni delle Bande Nere.

Il suo scafo venne impostato nel 1928 nei Cantieri navali di Castellamare di Stabia, venne varato il 27 aprile 1930 e completato nel 1931.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

La nave nell'aprile 1939 prese parte all'occupazione dell'Albania. Nell'occasione la Regia Marina schierò davanti alle coste albanesi una squadra navale al comando dell'ammiraglio Arturo Riccardi, composta oltre che dal Bande Nere, dagli incrociatori leggeri Duca degli Abruzzi e Garibaldi, dalle due navi superstiti della Classe Conte di Cavour, dai quattro incrociatori pesanti della classe Zara, 13 cacciatorpediniere, 14 torpediniere e varie motonavi su cui erano imbarcati in totale circa 11.300 uomini, 130 carri armati e materiali di vario genere.[4] Nonostante l'imponente spiegamento di forze, l'azione delle navi italiane, nei confronti dei timidi tentativi di reazione da parte albanese, si limitò soltanto ad alcune salve sparate a Durazzo e a Santi Quaranta. Le forze italiane incontrarono scarsissima resistenza e in breve tempo tutto il territorio albanese fu sotto il controllo italiano, con re Zog costretto all'esilio.

Incrociatore leggero
Il Bande Nere nel 1942

Nel corso della seconda guerra mondiale il Giovanni delle Bande Nere, dotato di idrovolanti IMAM Ro.43, prese parte, insieme al gemello Colleoni (con il quale formava la II Divisione), alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio 1940 (tre giorni prima le due unità avevano scortato in Libia uno dei primi convogli lì diretti). Il 19 luglio dello stesso anno fu inviato in Egeo assieme al Colleoni, per attaccare il traffico nemico in quel mare, ma si scontrò con l'incrociatore australiano HMAS Sydney accompagnato da cinque cacciatorpediniere britannici in quella che divenne la battaglia di Capo Spada. Nell'occasione la leggera protezione della classe di Giussano dimostrò chiaramente i suoi limiti, dato che nel corso del combattimento le navi alleate immobilizzarono subito il Colleoni che fu poi affondato, mentre il Bande Nere (nave di bandiera dell'ammiraglio Ferdinando Casardi, comandante la II Divisione), colpito da un proiettile con danni leggeri ed alcune vittime, ripiegò per allontanarsi inseguito dal Sydney; nell'inseguimento il Bande Nere fu colpito una seconda volta con riduzione della velocità a 29 nodi (che però poté essere riportata a 32 nodi con riparazioni provvisorie), mentre il Sydney, colpito da un proiettile del Bande Nere con danni lievi al fumaiolo, preferì desistere, anche per la carenza di munizioni da 152 mm ed il rischio di essere attaccato dall'aviazione. Sul Bande Nere ci furono 8 morti e 16 feriti.

Partecipò attivamente alla guerra dei convogli per la Libia. Fra il 5 ed il 7 febbraio 1941 scortò a Tripoli i trasporti truppe Conte Rosso, Esperia, Marco Polo e Calitea con a bordo la divisione corazzata "Ariete". Il 24 maggio 1941 uscì in mare assieme all'incrociatore leggero Armando Diaz e ai caccia Ascari e Corazziere in funzione di scorta indiretta ai numerosi convogli in mare; il 25 febbraio il Diaz fu silurato da un sommergibile e affondò con la maggior parte dell'equipaggio. Il 10 dicembre 1941 fu scelto per trasportare a Tripoli, assieme ai due incrociatori leggeri della IV Divisione (Alberico da Barbiano e Alberto di Giussano) un carico di benzina avio e altri materiali, ma fu bloccato a Palermo da un'avaria; dovette quindi rinunciare alla missione e si salvò così dalla distruzione della IV Divisione avvenuta nella notte fra il 12 ed il 13 dicembre. Il 21 febbraio 1942 prese parte all'operazione K. 7, che prevedeva l'invio di due convogli in Libia; in quell'occasione il Bande Nere fece parte della forza d'appoggio contro un eventuale attacco navale. L'operazione si concluse con un pieno successo.

Il 21 marzo dello stesso anno fece parte della formazione italiana inviata ad attaccare un convoglio inglese diretto a Malta; ne derivò la seconda battaglia della Sirte nella quale il Bande Nere colpì con un proiettile da 152 mm l'incrociatore britannico Cleopatra, causando 15 morti[5] e alcuni danni (che tuttavia non impedirono alla nave di continuare il combattimento).

Il mattino del 1º aprile 1942 lasciò Messina diretto a La Spezia scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Alle 9 del mattino a undici miglia da Stromboli il gruppo venne intercettato dal sommergibile britannico Urge: un siluro spezzò in due lo scafo del Giovanni delle Bande Nere, che affondò rapidamente[6], trascinando con sé 381[7] (per altre fonti 287) uomini[8] dei 507 che erano a bordo. Il fuochista ausiliario Gino Fabbri[9][10] fu uno degli scampati. Tra gli altri il sottotenente di vascello Enrico Evangelista.

II relitto dell'incrociatore è stato ritrovato a una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri dal cacciamine Vieste della Marina Militare italiana il 9 marzo 2019, mentre nel Mar Tirreno al largo dell'isola di Stromboli svolgeva una verifica tecnica e di sorveglianza dei fondali marini[11][12].

Comandanti nel periodo bellico[modifica | modifica wikitesto]

  • Capitano di fregata Giorgio Blasetti dal 17 novembre 1940 al 27 novembre 1940;
  • Capitano di vascello Roberto Caruel dal 28 novembre 1940 al 16 gennaio 1941;
  • Capitano di vascello Mario Azzi dal 17 gennaio al 9 febbraio 1941;
  • Capitano di vascello Sesto Sestini dal 10 febbraio al 9 luglio 1941;
  • Capitano di vascello Ludovico Sitta dal 20 ottobre 1941 al 1º aprile 1942.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni delle Bande Nere - Incrociatore leggero, su marina.difesa.it. URL consultato il 28 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ Ritrovato l'Incrociatore leggero Giovanni delle Bande Nere affondato nel 1942, su marina.difesa.it, 9 marzo 2019. URL consultato il 13 aprile 2020.
  3. ^ Molto spesso indicato anche come Giovanni dalle Bande Nere.
  4. ^ Occupazione dell'Albania, su digilander.libero.it. URL consultato il 6 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2011).
  5. ^ Gordon Smith, Royal Navy casualties, killed and died, March 1942, su Royal Navy and Naval History. URL consultato il 21 luglio 2010 (archiviato il 9 aprile 2010).
  6. ^ Daniele Ranocchia, Le Operazioni Navali nel Mediterraneo, su danieleranocchia.it. URL consultato il 25 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2003).
  7. ^ Pietro Cristini, Vita operativa degli incrociatori, su pietrocristini.com. URL consultato il 18 giugno 2013 (archiviato il 5 gennaio 2014).
  8. ^ Secondo scontro della Sirte, su Gerenzanoforum.it. URL consultato il 25 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2010).
  9. ^ Ritrovato a Stromboli il relitto dell'incrociatore Giovanni Delle Bande Nere, affondato nel 1942, su Rainews. URL consultato il 10 marzo 2019.
  10. ^ Affondò nel 1942, ritrovato relitto di un incrociatore vicino all'isola di Stromboli, su ansa.it. URL consultato l'11 marzo 2019.
  11. ^ Ritrovato nel mare di Stromboli incrociatore della Regia Marina affondato nel 1942, su sicilia.admaioramedia.it. URL consultato l'11 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2020).
  12. ^ Trovato il relitto del 'Giovanni delle Bande Nere'. Il racconto del superstite, su Agi. URL consultato il 28 aprile 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943
  • Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale

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