Giovanni Padovani

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Giovanni Padovani
NascitaArcole, 31 luglio 1905
MorteTobruch, 3 maggio 1941
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1924 - 1941
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Comandante diCompagnia
II Battaglione
8º Reggimento bersaglieri
Decorazionivedi qui
Notedati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Giovanni Padovani (Arcole, 31 luglio 1905Tobruch, 3 maggio 1941) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1905 ad Arcole, provincia di Verona, figlio di Battista e Amelia Spiazzi. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere andò a lavorare presso la Cassa di risparmio di Verona.[1] Appena compiuti i diciannove anni si arruolò nel Regio Esercito, frequentando il corso per allievi ufficiali di complemento, al termine del quale, nel luglio 1924, fu promosso sottotenente ed assegnato al 4º Reggimento bersaglieri.[1] Nel novembre dello stesso anno fu congedato, e nel gennaio 1933 fu promosso tenente a scelta.[1] Nel 1935 fu richiamato brevemente in servizio in forza all’8º Reggimento bersaglieri, venendo nuovamente congedato poco tempo dopo. Con il precipitare della situazione internazionale, il 1 aprile 1939 fu richiamato in servizio attivo in forza al II Battaglione dell’8º Reggimento bersaglieri con il ruolo di Aiutante maggiore.[1] Nel mese di dicembre assunse il comando della 9ª Compagnia[1] del V Battaglione, con la quale entrò in guerra nel giugno 1940.[2] Partecipò alla battaglia delle Alpi Occidentali contro le forze armate francesi, e il 22 gennaio 1941[1] partì per l’Africa Settentrionale Italiana al seguito della 132ª Divisione corazzata "Ariete".[3] Cadde in combattimento sul fronte di Tobruk[3] il 3 maggio dello stesso anno, e promosso postumo al grado di capitano,[N 1] fu decorato dapprima di Medaglia d'argento al valor militare, successivamente trasformata in Medaglia d'oro alla memoria. Il suo paese natale ne ha onorato la memoria intitolandogli un piazzale, e ponendo una targa sulla sua casa natale.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una compagnia bersaglieri, nel corso di operazioni di assedio e di attacco contro una munita piazzaforte, dava luminose prove di audacia e di valore personale. Primo tra i primi, con impetuosa e travolgente azione, conquistava al nemico due ridotte, strenuamente difese. In un successivo contrattacco, sferrato di notte dall’avversario con inaudita violenza di fuoco e con preponderanti forze blindate e di fanteria, veniva ferito ad una gamba, mentre incitava i dipendenti alla resistenza su una posizione avanzata particolarmente colpita e minacciata. Con fierezza d’animo rifiutava ogni soccorso e dava la precedenza ad un collega anch’esso ferito. Conscio della grave situazione, delineatasi per effetto delle perdite subite dal suo reparto, con fiera decisione e sprezzo del pericolo si trascinava ove più ferveva la lotta, incitando i superstiti alla resistenza ad oltranza. Nel generoso tentativo di scagliare contro gli aggressori l’ultima sua bomba a mano, cadeva da prode ripetutamente colpito da arma bianca. Fulgido esempio di eroismo, di sublime virtù militare e di cosciente sacrificio. Bir Scerif, 16 aprile 1941 - Ras ci Medauar (A.S.), 1 -3 maggio 1941.[4]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia la guidava con travolgente impeto e superbo sprezzo del pericolo alla conquista di un fortino, strenuamente difeso dall’avversario. Sempre primo tra i primi ove più dura era la lotta, finché cadeva da prode sul campo. Fronte di Tobruk, 3 maggio 1941
— Regio Decreto 29 novembre 1941[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La promozione fu retroattiva dal 1 gennaio 1941.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ Jowett, Andrew 2000, p. 5.
  3. ^ a b Jowett, Andrew 2001, p. 13.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 4 maggio 2018
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 12 gennaio 1942, registro 1 guerra, foglio 331.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-85532-864-X.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.2, Botley, Osprey Publishing Company, 2001, ISBN 1-85532-865-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]