Johannes Burckardt

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Johannes Burckardt
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1445/1450 a Niederhaslach
Nominato vescovo29 novembre 1503 da papa Giulio II
Consacrato vescovo9 aprile 1504 da papa Giulio II
Deceduto16 maggio 1506 a Roma
 

Johannes Burckardt, in italiano Giovanni Burcardo, in latino Johannes Burchardus (Niederhaslach, fra il 1445 e il 1450Roma, 16 maggio 1506), è stato un vescovo cattolico tedesco, protonotario pontificio e maestro di cerimonie. Viene ricordato soprattutto per il suo Liber notarum, che costituisce un'importante fonte storica sulla vita alla corte dei papi del Rinascimento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di umili origini, ebbe un'istruzione di base e i primi rudimenti di liturgia alla collegiata di San Fiorenzo del suo paese natale. Nel 1467 ottiene il primo incarico come scrivano alle dipendenze di Johannes Wegerauff, canonico di San Tommaso e vicario generale a Strasburgo. Approfittando della sua posizione, quello stesso anno falsifica dei documenti e commette alcuni furti, ed è costretto a lasciare l'incarico[1].

Nel 1467 il Burcardo partì quindi per Roma, dove cominciò una rapida carriera. Nel 1471 ottenne da Paolo II l'aspettativa della cappellania perpetua dell'altare di Sant'Eligio a Strasburgo, che gli garantiva quattro scudi di rendita. In un documento del 1472 il Burcardo è citato fra i commensali e dipendenti del cardinale Marco Barbo a Palazzo Venezia. Nel 1472 Sisto IV della Rovere gli concesse altri due canonicati in Alsazia, nel capitolo di San Tommaso a Strasburgo e nel capitolo di San Fiorenzo ad Haslach.

Nel 1473 il Burcardo era al servizio di un altro cardinale, Giovanni Arcimboldi, che con la sua influenza gli fece ottenere il titolo di familiare e commensale continuo del pontefice.

Nel 1475 passò alle dipendenze del vescovo di Pesaro Tommaso Vincenzi, tesoriere generale pontificio. Approfittando del Giubileo, il Burcardo confessò ed ottenne il perdono dei peccati di falso e di furto che intralciavano lo sviluppo della sua carriera. Da quel momento la sua ascesa fu sempre più rapida.

Nel 1478 fu nominato cappellano pontificio e abbreviatore delle lettere apostoliche. Nel 1481 divenne protonotario apostolico e chierico pontificio. Nel 1484 successe al senese Agostino Patrizi Piccolomini nella carica di cerimoniere della cappella pontificia.

Con la collaborazione dello stesso Agostino Patrizi Piccolomini e di Giacomo de Luciis di Sutri fu autore di una nuova edizione del Liber Pontificalis (Pontificale romano), pubblicato a Roma nel 1485[2]. Nel 1488 ebbe la carica di maestro del registro delle suppliche. Nel 1489 fu accolto nella confraternita tedesca di Santa Maria dell'Anima di cui ben presto divenne provveditore. Nel 1494 ebbe l'incarico di organizzare le cerimonie per l'incoronazione di Alfonso II di Napoli e per il matrimonio di Goffredo Borgia con Sancha d'Aragona.

Fra il 1491 e il 1500 fece costruire la sua residenza romana su un terreno nel rione Sant'Eustachio, preso in affitto dal monastero di Farfa. Ne nacque una controversia con la potente famiglia dei Cesarini che rivendicava la proprietà di parte del terreno. Papa Alessandro VI chiamò allora l'arcivescovo di Ragusa a dirimere la controversia, e questi sentenziò che i Cesarini sarebbero entrati in possesso del palazzetto del Burcardo solo dopo la morte del cerimoniere pontificio, alla cui presenza si deve la denominazione di Argentina data a tutta quella zona perché allora Strasburgo, da cui il religioso proveniva, era anche nota con l'antico nome latino di Argentoratae, con riferimento alle miniere del prezioso metallo.[3]

Nel 1503, a pochi giorni dalla sua salita al soglio pontificio, Giulio II lo nominò vescovo di Civita Castellana e Orte.

Ammalatosi di gotta nel 1505 morì il 16 maggio 1506. La cerimonia funebre fu ufficiata nella basilica di Santa Maria del Popolo, dove fu sepolto nella cappella del vescovo Giovanni Vera[Giovanni Vera è sepolto nella chiesa di Sant'Agostino: chiarire questa discrepanza.].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Liber Pontificalis (Pontificale romano), con Agostino Patrizi Piccolomini e Jacopo Lucio, 1485
  • Caeremoniale Romanum, con Agostino Patrizi Piccolomini, 1488
  • Ordo servandus per sacerdotem in celebratione missae, scritto nel 1495 e pubblicato a Roma nel 1502
  • Liber notarum ab anno MCCCCLXXXIII usque ad annum MDVI, a cura di Enrico Celani. In Rerum italicarum scriptores, 2d ed., vol. 32, pt. 1. Città di Castello, 1906
  • Diarium sive Rerum Urbanarum Commentarii (1483 - 1506), texte latin publié intégralement pour la première fois d'après les manuscrits de Paris, de Rome et de Florence avec introduction, notes, appendices, tables et index par L. Thuasne, Paris, Ernest leroux, 1885.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella serie televisiva francese I Borgia è interpretato da Victor Schefé.
  • Nella serie televisiva canadese I Borgia è interpretato da Simon McBurney.
  • Nel film spagnolo Los Borgia è interpretato da Roberto Álvarez.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le vicende furono raccontate da Paride de Grassi (1470-1527), dapprima rivale, poi collaboratore e quindi successore del Burcardo nella carica di cerimoniere pontificio. I suoi giudizi sono molto severi ed hanno contribuito alla cattiva fama del Burcardo.
  2. ^ Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Tomo VI Parte I, Libro II, Firenze 1807, p. 323
  3. ^ Lidia Lombardi, "Tu quoque Brute, fili mi", su Il Tempo Archiviato il 24 luglio 2014 in Internet Archive. del 13 ottobre 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tobias Daniels. 'Der päpstliche Zeremonienmeister Johannes Burckard, Jakob Wimpfeling und das Pasquill im deutschen Humanismus', in 'Deutsches Archiv für die Erforschung des Mittelalters' 69,1, 2013, pp. 127–140
  • Domenico Gnoli. La torre argentina in Roma, in Nuova Antologia, maggio-giugno 1908, pp. 496 e segg.
  • J. Lesellier. Les méfaits du cérémonier Jean Burckard, in Mélanges d'archéologie et d'histoire, XLIV, 1927, pp. 11–31
  • L. Oliger, Der päpstliche Zeremonienmeister Johannes Burckard von Straßburg, in Archiv für elsäβiche Kirchengeschichte, 9 (1934), pp. 199–232.
  • L. Jannattoni. Johannes Burckardt, prelato tedesco nella Roma dei Borgia, in La biblioteca e la raccolta teatrale del Burcardo, Roma, 1988
  • Ingeborg Walter, BURCKARD, Johannes, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 15, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1972.
  • Andrea Zanella. Vita di un vescovo: Johannes Burckardt a Roma, in Il palazzo del Burcardo. Testimonianze di un restauro. Roma, SIAE, 1998. p. 21-27

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Maestro delle cerimonie pontificie Successore
Agostino Patrizi Piccolomini 19 gennaio 1484 – 29 novembre 1503 Paride Grassi
Predecessore Vescovo di Civita Castellana e Orte Successore
Lodovico 29 novembre 1503 – 16 maggio 1506 Francesco Franceschini, O.F.M.
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