Giovanni Balbo

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Giovanni Balbo, noto con il nome di battaglia "Pinin" (Cossano Belbo, 16 novembre 1888Valdivilla, 24 febbraio 1945), è stato un partigiano italiano, decorato con Medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Da sempre chiamato con il soprannome "Pinin" anche da partigiano utilizza questo nome, i nazisti gli fanno saltare la casa dopo avergli fatto togliere tutti i suoi averi con l'aiuto di alcuni contadini. Entra nella brigata del figlio Piero Balbo. Viene fatto prigioniero e dopo la liberazione ottenuta con uno scambio di prigionieri ritorna sul campo con la responsabilità di capo di stato maggiore della 2ª Langhe, brigata del 1º Gruppo Divisioni Alpine comandato da Enrico Martini.

Nel dicembre del 1944 rimane gravemente ferito, ancora convalescente rientra nei ranghi e tre mesi dopo trova la morte in uno scontro a fuoco.

Nel medesimo scontro muore anche Dario Scaglione, nato a Santo Stefano Belbo nel 1926, decorato di Medaglia d'argento al valor militare, con questa motivazione:

«Giovane partigiano emergeva per indefessa, entusiastica e coraggiosa attività particolarmente distinguendosi nel combattimento di Valdivilla dove veniva ferito e catturato. Invitato a fornire notizie, manteneva fiero ed esemplare contegno e, davanti al plotone di esecuzione, rivendicava la sua fede ed il suo onore di combattente. - Valdivilla, 24 febbraio 1945»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nonostante la sua età avanzata non esitava ad accorrere con entusiasmo nelle file partigiane. Organizzatore audace, combattente eroico, sempre presente e sempre primo in ogni rischiosa missione, partecipava a numerose azioni offensive. Ferito gravemente al petto, appena guarito, riprendeva subito il suo posto di combattimento. Alla testa di un plotone di volontari, attaccava audacemente una forte colonna nemica. Ferito, non desisteva dalla lotta finché colpito a morte cadeva gridando ai suoi prodi l'ultimo incitamento.[2]
— Valdivilla-Cuneo, 24 febbraio 1945.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il suo paese natale gli ha dedicato una piazza.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

A lui è dedicato il principale tema musicale del film C’eravamo tanto amati diretto da Ettore Scola del 1974. La canzone E io ero Sandokan dedicata alla Resistenza è scritta dallo stesso Scola (testi) e da Armando Trovajoli (musica) [3]. Il gruppo Radici nel cemento ne ha proposto una versione Ska nell'album Popoli in vendita. Un'altra versione è pubblicata dai Banda Bassotti in Banditi senza tempo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]