Gino Santercole

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Gino Santercole
Gino Santercole in Yuppi du (1975)
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenerePop
Rock
Periodo di attività musicale1960 – 2018
EtichettaClan Celentano, Ciliegia Bianca, Lupus, Azzurra
Album pubblicati4
Studio4

Gino Santercole, all'anagrafe Luigi Santercole (Milano, 23 novembre 1940Roma, 8 giugno 2018), è stato un cantautore, compositore, attore e chitarrista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gioventù[modifica | modifica wikitesto]

Gino Santercole (a sinistra con la chitarra) nel 1961 con I Ribelli e Adriano Celentano.

Proveniente da una famiglia di origine pugliese, Santercole è figlio di Rosa Celentano (1917-2003), sorella di Adriano Celentano, che è quindi suo zio biologico, pur avendo solo due anni in più di lui: come lo zio, cresce anche lui in via Gluck, la strada che diventerà in seguito famosa. Perso il padre da bambino, trascorre qualche anno in collegio,[1] ed è quindi costretto a lavorare da ragazzino, facendo anche lui, come Celentano, l'orologiaio; è comunque appassionato di rock and roll e nel poco tempo libero impara a suonare la chitarra da autodidatta.

Esordi[modifica | modifica wikitesto]

Proprio allo zio sono legati i suoi esordi musicali: quando Celentano forma i Rock Boys, poco tempo dopo entra a farne parte in sostituzione di Ico Cerutti.

Dai Rock Boys, a causa di alcuni cambi di formazione, nascono I Ribelli, complesso che, oltre ad accompagnare Celentano e altri cantanti come Clem Sacco e Ricky Gianco, incomincia una carriera solista e di cui per alcuni anni Santercole è il chitarrista. Insieme con altri artisti come Don Backy, Pilade e Gianco affianca Celentano nella nascita del Clan Celentano.

Nel 1964 esordisce come cantante solista con Attaccata al soffitto/Se vorrai, disco che passa inosservato; dopo un ultimo disco con il gruppo (Chi sarà la ragazza del Clan?/Quella donna, legato al lancio come cantante di Milena Cantù, all'epoca fidanzata di Celentano), Santercole lascia I Ribelli e continua a incidere da solo.

Il successo[modifica | modifica wikitesto]

Il successo arriva dapprima con Stella d'argento, pubblicato a dicembre del 1964, che ottiene un buon riscontro i primi mesi del 1965 e poi con Questo vecchio pazzo mondo: quest'ultimo brano è la cover di Eve of Destruction e con esso Santercole partecipa al Cantagiro 1967; la stessa versione verrà poi incisa nel 1984 da Adriano Celentano.

Nel 1964 incide una cover di Busted di Johnny Cash, scritta a sua volta da Harlan Howard nel 1962, intitolata Sono un fallito e pubblicata in un EP inciso con Celentano e Don Backy. Anche questo brano è stato riproposto da Celentano nell'album I miei Americani.

Nel 1966 partecipa al Festival di Sanremo, presentando in abbinamento con lo zio Il ragazzo della via Gluck, insieme con Ico Cerutti e Pilade, con la denominazione Trio del Clan; vengono però eliminati nella prima serata.

L'anno successivo partecipa al Festival di Zurigo con La lotta dell'amore.

Nel frattempo si sposa con Anna Moroni, sorella della moglie di suo zio Claudia Mori, diventando quindi, oltre che nipote, anche cognato di Celentano; da Anna avrà due figli.

Compositore e attore[modifica | modifica wikitesto]

Scrive alcune famose canzoni della musica italiana. La prima che ottiene un notevole riscontro, diventando con il tempo un evergreen della musica leggera italiana, è Una carezza in un pugno, riproposta più volte da Celentano nei suoi programmi televisivi. Nel 1992 il cantante e imitatore Fiorello ha realizzato una cover di "Una carezza in un pugno", inclusa nel suo album Nuovamente falso.

Altre canzoni di successo sono Svalutation, un rock con la chitarra elettrica in evidenza, contenuto nell'album omonimo del 1976 (contenente anche i brani La barca e La camera 21), Un bimbo sul leone, Straordinariamente inizialmente scritta per Mina, con testo di Luciano Beretta).

Compone anche colonne sonore, oltre a partecipare spesso in quelle di Celentano: un particolare successo riscuote Such a cold night tonight, inclusa nel film e nel disco Yuppi du. Un ottimo consenso di critica ottiene anche la sua colonna sonora del film Segni particolari: bellissimo (1982).

Inoltre, dopo alcune partecipazioni in vari musicarelli, con Serafino di Pietro Germi incomincia, nel 1968, la carriera di attore. Non abbandona però quella di cantante, e partecipa a Un disco per l'estate 1970 con Il re di fantasia.

Nel suo percorso di attore, lavora con registi come Pietro Germi, Dino Risi, Giuliano Montaldo, Luigi Comencini, Luciano Salce, Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Umberto Lenzi e altri in ruoli principali e secondari.

Il ritorno in televisione e la riappacificazione con Celentano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1999 Santercole collabora alla realizzazione del nuovo disco di Pio Trebbi L'ultimo del clan, cantante del Clan Celentano: insieme i due scrivono la canzone L'ultimo del clan. Santercole contatta Celentano, il quale decide di far partecipare i due a una puntata del suo programma televisivo Francamente me ne infischio. L'avvenimento sigla la pace tra i due dopo che in passato vi erano stati alcuni dissapori.

Anni 2000 e 2010[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 gennaio 2007 accetta di partecipare a Varese alla festa per il 50º anniversario del rock and roll in Italia, insieme con Guidone, I Ribelli, Brunetta, Ghigo Agosti e altri. Nel settembre 2008 è ospite al Festival di Venezia con Adriano Celentano per la nuova uscita di Yuppi Du. Nel giugno 2009 è ospite del programma di Rai 2 Stracult di Marco Giusti.

Esce nel 2010 il suo album con la Sony dal titolo Nessuno è solo, di cui è autore di tutta la parte musicale: autore dei testi è Mimmo Politanò.

Dopo altri quattro anni di silenzio, pubblica nel 2014 un nuovo album dal titolo Voglio essere me.

Tra dicembre 2017 e febbraio 2018, accettando l'invito dell'autore e produttore Alberto Zeppieri, incide all'Accademia Studio di Verona un nuovo album di sue musiche inedite, custodite per tanti anni nei suoi cassetti segreti, alle quali Zeppieri dona le liriche che mancavano. Preceduto dal singolo "Certi giorni" ispirato a Joe Cocker, l'album - dal curioso titolo Non sono Celentano! Voglio essere me - esce nell'aprile 2018 in tutto il mondo, a cura dell'etichetta Plaza Mayor Company (Londra / Hong Kong) che un mese dopo lo pubblica anche nel formato vinile.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

L'8 giugno 2018 è morto d'infarto a 77 anni nella sua casa di Roma. Dopo tre giorni viene celebrato il funerale nella vicina chiesa di Santa Rosa da Viterbo a Roma.[2][3]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Con I Ribelli[modifica | modifica wikitesto]

Singoli

Da solista[modifica | modifica wikitesto]

Album
Raccolte
Partecipazioni
Singoli

Colonne sonore

Elenco parziale canzoni scritte da Gino Santercole[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Autori del testo Autori della musica Interpreti
1964 È inutile davvero Miki Del Prete e Mogol Gino Santercole Adriano Celentano
1965 Due tipi come noi Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 Una carezza in un pugno Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 Un bimbo sul leone Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 La lotta dell'amore Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 La tana del re Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 Il grande Sarto Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 Il filo di Arianna Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 Miseria nera Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1968 Come farai Vito Pallavicini Gino Santercole Adriano Celentano
1969 Straordinariamente Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1969 La pelle Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1970 Il forestiero Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1970 Brutta Miki Del Prete e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1976 Svalutation Vito Pallavicini, Adriano Celentano e Luciano Beretta Gino Santercole Adriano Celentano
1999 L'ultimo del Clan Pio Gino Santercole Pio

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Eleonora Giorgi e Gino Santercole in Mani di velluto (1979)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Santercole ha raccontato che solo lo zio lo andava a trovare in quel periodo: "Lui per me è stato un segno del cielo. Era l'unico che veniva a trovarmi in collegio, mi portava regali, ricordo un fucile"; da Celentano, il nonno della via Gluck, articolo e intervista pubblicato su il Corriere della Sera del 6 gennaio 1998, pag. 33
  2. ^ Morto Gino Santercole, nipote e autore di Adriano Celentano, su milano.repubblica.it.
  3. ^ Morto Gino Santercole, la moglie: "Nella notte mi ha detto, non sai cosa sta accadendo", su ilmessaggero.it.
  4. ^ a b Vedi: Ibs.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo) - Enciclopedia della canzone italiana - Ed. Curcio, 1990; alla voce Santercole Gino, alla voce Ribelli e alla voce Celentano Adriano
  • Sergio Cotti - Adriano Celentano 1957/2007 - 50 anni da ribelle - Editori Riuniti, Roma, 2007
  • Claudio Pescetelli - Una generazione piena di complessi - Editrice Zona, Arezzo, 2006; alla voce Ribelli
  • Ursus (Salvo D'Urso) - Manifesto beat - Juke Box all'Idrogeno, Torino, 1990; alla voce Ribelli, i
  • Don Backy - C'era una volta il Clan (memorie di un juke box, '55-'69) - Edizioni Ciliegia Bianca, Roma, 2001
  • Don Backy - Questa è la storia... Memorie di un juke box - Coniglio Editore, Roma, 2007
  • Intervista con Gino Santercole realizzata da Tetyana Kuzyk e Valerio Fabbri e pubblicata su Forum nº 12, 1º luglio 2003

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN1323034 · ISNI (EN0000 0003 9889 5625 · SBN UBOV827016 · Europeana agent/base/127907 · LCCN (ENn80153372 · BNE (ESXX1111315 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n80153372