Gino Lisa

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Gino Gerolamo Lisa
NascitaTorino, 19 agosto 1896
MorteMonte Summano, 15 novembre 1917
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArma del genio
Reparto8ª Squadriglia
2ª Squadriglia
Anni di servizio1916 - 1917
Gradosottotenente
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieStrafexpedition
Sesta battaglia dell'Isonzo
Settima battaglia dell'Isonzo
Ottava battaglia dell'Isonzo
Nona battaglia dell'Isonzo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Gino Gerolamo Lisa (Torino, 19 agosto 1896Monte Summano, 15 novembre 1917) è stato un aviatore e ufficiale italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Caproni Ca.36 "Falco" già di proprietà di Casimiro Buttini ed esposto attualmente al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.

Nacque a Torino il 19 agosto del 1896, figlio di Giuseppe e di Costanza Garetto, all'interno di una famiglia di origini arignanesi.[3] Dopo aver conseguito il titolo di studio all'istituto "Giuseppe Lagrange", intraprese lo studio delle lingue, nella prospettiva di seguire le orme paterne nel campo del commercio.[4]

Alla vigilia della Grande Guerra, sulla sua giovane personalità fecero presa le parole di Gabriele D'Annunzio, forte sostenitore dell'interventismo italiano nel conflitto bellico.[4] Fu quindi naturale che all'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915 lui, che si dichiarava interventista, si arruolasse nel Regio Esercito.[4]

Nel mese di luglio venne trasferito alla scuola volo di Cascina di Costa, dove conseguì il brevetto di pilota, e venne addestrato al pilotaggio dei bombardieri Caproni Ca.3.[4] Dopo avere conseguito il brevetto di pilota militare il 15 febbraio del 1916, vi rimase come istruttore sino al 12 aprile quando fu assegnato all'8ª Squadriglia Caproni di stanza sul campo d'aviazione de La Comina.[4] Con questa unità prese parte ad azioni di bombardamento nei cieli del Carso, del Trentino, e dell'altopiano dei Sette Comuni contrastando l'offensiva nemica del maggio 1916 (Strafexpedition) e la successiva controffensiva italiana iniziata il 16 giugno.[4] Intensa fu la sua partecipazione alle numerose incursioni in Val d'Isarco e Val di Non e nelle retrovie dell’esercito austriaco. Terminate il 23 luglio le azioni nel Trentino e ripresi i bombardamenti aerei sul fronte della Venezia Giulia, prese parte alle operazioni in appoggio alle azioni terrestri nella sesta, settima, ottava, e nona battaglia dell'Isonzo.[4] Il giorno 15 novembre 1916 mentre pilotava il suo trimotore intercettò, nei pressi di San Daniele del Friuli, tre apparecchi nemici in volo verso Pordenone, attaccandoli decisamente e con preciso tiro delle mitragliatrici li costrinse alla fuga.[4] Nella fase di ritorno, scoppiatogli il motore centrale a causa della difettosa lubrificazione e venutigli a mancare i comandi di direzione, strappati e spezzati dalla violenza dei frammenti del carter scoppiato, riuscì con arditissime ed acrobatiche manovre ad atterrare sul campo portando miracolosamente in salvo apparecchio ed equipaggio.[4]

Promosso sottotenente di complemento dell'arma del Genio nel marzo 1917, fu trasferito alla 2ª Squadriglia Caproni del 14º Gruppo aeroplani.[3]

Dal 25 settembre 1917 decolla da Taliedo con il maggiore Armando Armani come comandante del Distaccamento A.R. su Caproni Ca.33 diretto a Gioia del Colle facendo scalo a Centocelle.[4] Agli ordini di Armani vi erano la squadriglie 1ª Bis (comandata da Gabriele D'Annunzio) e la 15ª Bis con 14 Ca.450 hp che alle 23.00 del 4 ottobre decollano per bombardare il porto di Cattaro.[5] Oltre a Maurizio Pagliano, Luigi Gori, Ivo Oliveti, Casimiro Buttini, Mariano D'Ayala Godoy ed Andrea Bafile alla rischiosa impresa vi prese parte anche il corrispondente di guerra del Corriere della Sera Guelfo Civinini.[6] Rientrato alla base fu decorato con una medaglia di bronzo al valor militare.[3]

Il 15 novembre 1917, nel corso della sua 59ª missione di guerra, il bombardamento di Caldonazzo, il suo apparecchio dopo avere sganciato le bombe sull'obiettivo, aveva preso la rotta per ritornare oltre la linea. Vedendo tuttavia un altro bombardiere in difficoltà in quanto attaccato da caccia nemici, ritornava in zona per aiutarlo. In seguito venne inseguito sopra il Monte Cengio da 3 Albatros D.III degli assi Julius Arigi, Josef Kiss e Josef von Maier e, gravemente danneggiato, non riuscì ad evitare l'ultimo massiccio montuoso prima della pianura. Si schiantò sul Monte Summano alla fine della Val d'Astico.[4] Nel corso delle manovre per tentare di sfuggire ai caccia messe da lui in atto, il mitragliere fu sbalzato dal velivolo (secondo alcuni essendo già colpito a morte) e precipitò nel fondo valle a circa 2 km dal luogo dell'impatto dell'aereo. Per questa azione fu decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

A lui era stato intitolato l'ex-aeroporto di Torino-Mirafiori (dismesso nel 1947); attualmente gli sono dedicati l'aeroporto di Foggia, una via nel quartiere Borgata Vittoria a Torino, la scuola elementare, ed una via del paese di Arignano, luogo natio dei genitori. Il simbolo distintivo che portava Gino Lisa sulla carlinga del suo apparecchio era un "Asso di fiori".

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario di guerra, pilota da bombardamento arditissimo e di eccezionale valore, sempre animato da alto sentimento e da fede immutabile nella sorte della nostra Patria e delle nostre armi, fu per due anni di guerra esempio mirabile di costante valore. Più volte, in aspri e difficili combattimenti, ebbe ragione dell’avversario, quantunque con l’apparecchio gravemente avariato dai colpi nemici e due volte ritornò con la carlinga macchiata del sangue del proprio equipaggio. Il 15 novembre 1917, dopo aver condotto a termine un’azione di bombardamento per la quale si era offerto volontario, mentre riprendeva la via del ritorno, visto un altro apparecchio nazionale assalito da numerosi avversari, generosamente si slanciava in suo soccorso. Attaccato a sua volta da quattro caccia, dopo aver sostenuto lungo ed emozionante combattimento, venuto a mancare dell’azione di un mitragliere, sbalzato fuori dell’apparecchio per le arditissime manovre, cadeva nell’impari lotta e, precipitando col resto dell’equipaggio sulle balze del Trentino, consacrava alla gloria la sua giovane esistenza interamente votata alla Patria. Cielo di Caldonazzo e della Val d’Astico, 15 novembre 1917[7]»
— Decreto Luogotenenziale 2 giugno 1921 (B.U. 1921 disp. 36 pag. 1764)
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano, compì numerosi bombardamenti, specialmente in zona d'alta montagna, sfidando con sereno ardimento le avverse condizioni atmosferiche, l'intenso fuoco nemico e vari attacchi dei velivoli avversari, che spesso colpirono il suo apparecchio in parti vitale importanza. Il 15 novembre 1916 e il 20 aprile 1917, esempio di mirabile sangue freddo, cooperava con calma e perizia a salvare l'equipaggio e l'apparecchio. Cielo del Trentino, del Carso e dell'Istria, 16 maggio 1916-23 luglio 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario di guerra, ardito pilota, sempre animato dal più grande entusiasmo, fu per due anni di campagna esempio mirabile di costante valore. Più volte il suo apparecchio, accerchiato da caccia nemici, riportava gravi avarie. Dopo aver partecipato ad un'ardita missione di bombardamento, assalito da caccia avversari, nell'impari lotta precipitava coll'apparecchio sulle balze del Trentino, immolando la sua nobile esistenza alla patria. Val d'Astico, 15 novembre 1917
— Decreto Luogotenenziale 16 agosto 1918 (B.U. 1918 disp. 51 pag. 4272)
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Su apparecchio terrestre, percorrendo un lungo tratto di mare aperto, in condizioni avverse, riusciva, con altri, a raggiungere le Bocche di Cattaro, ed a colpire con grande esattezza ed efficacia, gli obiettivi navali, ritornando con tutti gli altri alla base nonostante le deviazioni inevitabili nella crescente foschia. Bocche di Cattaro, 4-5 ottobre 1917
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 194.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
  • Alessandro Fraschetti, Prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia dal 1884 al 1925, Roma, Stato Maggiore Aeronautica Ufficio Storico, 1986.
  • Roberto Gentilli, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1936.
  • Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani nel bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]