Gian Francesco Gherardini

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Gian Francesco Gherardini

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato14 giugno 1900 –
18 novembre 1926
Sito istituzionale

Sindaco di Reggio nell'Emilia
Durata mandato30 novembre 1873 –
4 gennaio 1881
PredecessoreGian Battista Gorisi
SuccessoreGiovanni Guidotti
Gian Francesco Gherardini
Marchese di Scurano, Bazzano e Pianzo
Stemma
Stemma
In carica? –
18 novembre 1926
PredecessoreGian Marco Gherardini
SuccessoreGian Alessandro Gherardini
TrattamentoSua Eccellenza[senza fonte]
Altri titoliMarchese di Castelnovo di Sotto, Marchese di S. Polo d'Enza
Patrizio di Reggio, Patrizio Veneto
NascitaReggio Emilia, 18 novembre 1838
MorteReggio Emilia, 18 novembre 1926
DinastiaGherardini
PadreGian Marco Gherardini
MadreAlda Parigi
Religionecattolicesimo

Il N. H. Gian Francesco Gherardini, marchese di San Polo d'Enza, Castelnovo di Sotto, Scurano, Bazzano e Pianzo, patrizio di Reggio e patrizio Veneto (Reggio nell'Emilia, 10 novembre 1838Reggio nell'Emilia, 18 novembre 1926), è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Reggio Emilia il 18 novembre 1838.

Gian Francesco apparteneva ai nobili Gherardini di Montagliari, originari della Toscana.

Fu sindaco di Reggio Emilia dal 1873 al 1881, dopo Luigi Ancini e Pietro Manodori.

Divenne deputato nella XVI legislatura per il partito Moderato e successivamente senatore del Regno per nomina reale.

Il Gherardini fu politicamente annoverabile tra i moderati e liberali, in linea con gli orientamenti della destra storica che condusse la fase risorgimentale. Durante il suo sindacato a Reggio Emilia si concentrò sul rigore economico (ottenendo il pareggio di bilancio per il Comune), l'efficienza dei servizi e lo sviluppo liberale dell'economia.

Secondo gli storici era un «perfetto gentiluomo, colto, d'animo mite, amatore delle belle arti, della musica e dei cavalli, veniva a reggere il Comune in tempi sempre più difficili, assistito dal consiglio di Enrico Terrachini e di Gioacchino Paglia, vecchi moderati»[1].

Giunto in Parlamento mantenne questa visione aggiungendovi un forte costituzionalismo. In coerenza alla tradizione politica della sua famiglia, si oppose alle nascenti esasperazioni nazionalistiche incarnate dai governi Crispi, soprattutto nelle ultime fasi, in cui emergevano forti venature conservatrici[valutazione soggettiva] (anche in economia con l'uso dei dazi doganali) ed un crescente centralismo statale. Fu quindi una figura parlamentare di rilievo nell'opposizione anti-crispina.

A Reggio Emilia fu presidente della Società delle Corse al trotto e della Società del Casino.

Morì a Reggio Emilia il 18 novembre 1926; lasciò la propria eredità al nipote Francesco Alberto.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Si veda Il sindacato Gherardini (1873-1880), in A. Balletti, Seguito della storia di Reggio nell'Emilia, p. 99.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il sindacato Gherardini (1873-1880, in A. Balletti (1968), Seguito della storia di Reggio nell'Emilia, Multigrafica.
  • Andrea Balletti (1996), Storia di Reggio nell'Emilia 1859-1922, Diabasis.
  • Alberto Ferraboschi (2003), Borghesia e potere civico a Reggio Emilia nella seconda metà dell'Ottocento (1859-1889), Rubbettino.
  • Niccolò Rodolico, Giuseppe Sardo, Domenico Novacco (1976), Storia del Parlamento italiano: tra Crispi e Giolitti, Flaccovio.

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