Ghost Dog - Il codice del samurai

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Ghost Dog - Il codice del samurai
Titoli di testa del film
Titolo originaleGhost Dog: The Way of the Samurai
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1999
Durata116 min
Rapporto1,85:1
Genereazione, drammatico, noir
RegiaJim Jarmusch
SoggettoJim Jarmusch
SceneggiaturaJim Jarmusch
ProduttoreJim Jarmusch
FotografiaRobby Müller
MontaggioJay Rabinowits
MusicheRZA
ScenografiaTed Berner
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Ghost Dog - Il codice del samurai (Ghost Dog: The Way of the Samurai) è un film del 1999 scritto e diretto da Jim Jarmusch, interpretato da Forest Whitaker.

È stato presentato in concorso al 52º Festival di Cannes.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Ghost Dog è il soprannome di un sicario, che vive solitario in una sporca terrazza del New Jersey, seguendo i precetti del Bushido, il codice di comportamento del samurai. Vive semplicemente; l'unico piacere che si concede è l'allevamento dei suoi piccioni, servendo il suo signore Louie, un mafioso italoamericano che gli aveva salvato la vita otto anni prima. Quando però, nell'adempimento di uno dei suoi «contratti», si ritrova faccia a faccia con la figlia del padrino, il capo di Louie, le cose si complicano.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti a "Le samourai"[modifica | modifica wikitesto]

Il regista prende spunto da molte tipologie di film (western, thriller, commedia...), ma la sua fonte d'ispirazione primaria è il film Le samouraï (in italiano Frank Costello faccia d'angelo) di Jean-Pierre Melville del 1967, uno dei padri del noir:

  • Il sottotitolo, in cui si fa riferimento al titolo originale dell'opera, e la prima scena, in cui compare il protagonista mentre legge l'Hagakure.
  • Il « mestiere » del protagonista, la cui sola compagnia è quella degli uccelli: un canarino per Melville, i piccioni per Jarmusch.
  • Le scene di furto d'auto, con la sola differenza della evoluzione tecnologica: un mazzo di chiavi per il protagonista melvilliano contro uno scanner elettronico per il personaggio di Jarmusch.
  • Entrambi indossano guanti bianchi sul «lavoro».
  • Il ruolo degli uccelli, che avvisano i protagonisti dell'arrivo di un intruso.
  • Il legame con l'ambiente mafioso che, in entrambi i film, prima ordina il «contratto» e poi decide di eliminare l'esecutore.
  • E, chiaramente, la fine della pellicola nella quale i due protagonisti vanno deliberatamente al macello con una pistola scarica.

Utilizzo dei cartoni animati come metafora[modifica | modifica wikitesto]

  • Frank il bello sta guardando un cartone con Betty Boop che fa rientrare in gabbia i suoi piccioni, mentre Ghost Dog, allevatore di piccioni egli stesso, lo sta per uccidere. Ghost Dog si vedrà in seguito gestire i suoi piccioni con lo stesso metodo di Betty.
  • Il boss Vargo sta guardando un cartone di Felix il gatto, in cui il Professore lamenta la sua frustrazione per l'incapacità di catturare lo sfuggente gatto riflettendo l'incapacità della mafia a frenare il protagonista. Inoltre Ghost Dog porta il suo equipaggiamento in una valigia scura.
  • Vargo e sua figlia Louise, stanno guardando un cartone di Woody Woodpecker in auto mentre Ghost Dog è distratto da un picchio che percuote un albero. Nel cartone Woody e uno spettro si sfidano guardandosi negli occhi come avviene tra Vargo e la figlia, simboleggiando il conflitto personale che regna tra i due.
  • Durante l'attacco alla villetta, Louise guarda un cartone in bianco e nero, nel quale un alce inseguito riesce a trovare riparo e un'arma per liberarsi dell'inseguitore.
  • Louise sta guardando un cartone di Grattachecca & Fichetto in auto, nel quale Fichetto massacra il cadavere di Grattachecca mentre Vinny si sta dissanguando a morte sul sedile anteriore.
  • Un gorilla di Sonny Valerio sta guardando un cartone, in cui un agente di polizia bersaglia l'avversario sparandogli attraverso la doccia. Ghost Dog ucciderà Valerio sparandogli dallo scarico del lavandino.
  • Nella seconda sequenza dell'ultima scena, Louise sta guardando un cartone di Grattachecca & Fichetto, in cui i due si fronteggiano estraendo dei revolver sempre più grossi, sino a quando uno dei due distruggerà l'avversario, rispecchiando l'escalation che condurrà alla morte di Ghost Dog.

Riferimenti dedotti dalla figura storica di Dominick Napolitano[modifica | modifica wikitesto]

  • Dominick Napolitano (16 giugno 1930 – 17 agosto 1981), conosciuto come Sonny Black, fu un capo della Mafia americana, appartenente alla famiglia Bonanno. La sua notorietà è dovuta all'agente FBI sotto copertura Joseph D. Pistone. L'agente riferì che a Sonny Black piaceva andare alla sua colombaia a pensare: "A volte, quando eravamo sul tetto con i piccioni, Sonny si appoggiava alla ringhiera e osservava i tetti del quartiere dove aveva vissuto per tutta la sua vita. Mi chiedo a cosa stesse pensando". Un'altra frase detta da Pistone fu: "Quando vedrete le gabbie dei suoi piccioni tirate giù dal palazzo, saprete che Sonny Black è morto".
  • Nel film è presente un personaggio di nome Sonny, ed il protagonista Ghost Dog è afroamericano (in inglese "black"): questi vive sul tetto di un alto palazzo, assieme ai suoi amati piccioni.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Costato 2.000.000 di dollari, il film ha incassato 9.380.473 dollari nel mondo, di cui 3.308.029 dollari negli Stati Uniti.[2]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film è uno dei più apprezzati dal pubblico nella filmografia di Jarmusch. Il Morandini gli attribuisce quattro stelle su cinque e scrive: "L'anomalia di questo film gangster che inclina al noir, più vicino al cinema europeo che a quello americano (a Melville più che a Scorsese), è nel protagonista. Come con il western in Dead Man, Jarmusch visita il genere gangster in modi critici e originali, tracciando la traiettoria di un uomo verso la morte e proponendo la sua personale visione della storia degli USA, paese di minoranze emarginate e di tribù che scompaiono. Più che la vicenda contano i personaggi, l'atmosfera di struggente malinconia e il linguaggio ieratico e nobile di cui è impregnata. Sorvegliato dall'angelo custode dell'ironia, attraversato da soprassalti grotteschi, lampi di tragicommedia, pause di tenerezza. La fotografia di Robby Müller e la musica di RZA, leader del Wu Tang Clan, contribuiscono al risultato, ammirevole per varietà di toni e ricchezza di particolari. Manieristico? Forse, ma di un manierismo di alta classe".[3] Al contrario Il Farinotti attribuisce al film solo due stelle su cinque, commentando: "Regia importante per la storia di uno strano killer che si ispira all'etica degli antichi samurai, ma è costretto ad uccidere chi prima serviva. Prodotto curioso, anche se non del tutto convincente. Violenza citata come fattore estetico".[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Selection 1999, su festival-cannes.fr. URL consultato il 5 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2013).
  2. ^ Ghost Dog: Way of the Samurai (2000) - Box Office Mojo
  3. ^ Ghost Dog - Il codice del Samurai - MYmovies
  4. ^ Ghost Dog - Il codice del Samurai - MYmovies

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN208721045 · GND (DE4799744-8
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