Ghiacciaio del Careser

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Ghiacciaio del Careser
Il ghiacciaio del Careser visto dalla sovrastante cima Careser. Da sinistra attorno al ghiacciaio si possono notare cima Lagolungo, cima Marmotta, le tre cime Venezie e infine punta Martello.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Trentino-Alto Adige
Provincia  Trento
  Bolzano
CatenaOrtles-Cevedale
Coordinate46°27′08.45″N 10°42′42.63″E / 46.452347°N 10.711842°E46.452347; 10.711842
TipoGhiacciaio montano
ValleVal di Peio, Val de la Mare
Corso d'acqua alimentatoRio Careser poi Noce Bianco e infine Noce
Altitudineda 3 279 circa sotto Cima Venezia a 2 899 sopra il lago del Careser m s.l.m.
Lunghezza2,95 km
Superficie1,30[1] km²
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Alpi
Ghiacciaio del Careser
Dati SOIUSA
Grande parteAlpi Orientali
Grande settoreAlpi Sud-orientali
SezioneAlpi Retiche meridionali
SottosezioneAlpi dell'Ortles
SupergruppoGruppo Ortles-Cevedale
GruppoCatena Venezia-Sternai
SottogruppoGruppo Venezia
CodiceII/C-28.I-A.3.a

Il ghiacciaio del Careser (o vedretta del Careser) è un ghiacciaio alpino nel gruppo Ortles-Cevedale, si trova in val di Peio, più precisamente nella sua continuazione destra, la val de la Mare. L'acqua di questo ghiacciaio forma un lago artificiale, lago del Careser usato dall'Enel per produrre energia grazie alla centrale di Malga Mare. L'acqua si unisce poi a tutti i torrenti della val de la Mare formando così il Noce Bianco, che a Cogolo si aggrega con il Noce Nero creando il torrente Noce.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il ghiacciaio del Careser è situato a una quota media di 3067 metri (varia tra i 3300 metri del passo tra cima Venezia e cima Marmotta e i 2900 metri della fine dei ghiacci), la sua posizione gli permette una mediocre protezione dal sole, le cime che lo circondano in senso orario da ovest sono:

Il ghiacciaio, nell'ultimo secolo, si è ritirato notevolmente: all'inizio del 1900 raggiungeva l'attuale lago[senza fonte], ora invece si trova ad un dislivello di 350 metri e ad una distanza di quasi un chilometro. Come la maggior parte dei ghiacciai alpini ha iniziato a fondersi inesorabilmente dagli anni ottanta con due picchi di diminuzione databili negli anni 2002-03, 2006-07 e 2011-12[2].

Escursionismo sul ghiacciaio[modifica | modifica wikitesto]

Il ghiacciaio del Careser visto da poco sopra il Lago del Careser

Il tracciato SAT che passa per il ghiacciaio è uno solo, il numero 104, che congiunge il rifugio Dorigoni al rifugio Larcher. Dalla bocca di Saént Sud a quota 3128 al passo del Lago Lungo a quota 3140.
Nell'estate 2011 è stata progettata una nuova via per la traversata dei due rifugi: dalla bocca di Saént si prosegue fino a circa metà ghiacciaio per poi ridiscendere verso il lago del Careser lungo il torrente rio Careser. Da qui si prende il sentiero SAT 123 per poi arrivare al rifugio Larcher.

Ascensioni passando sul ghiacciaio[modifica | modifica wikitesto]

Solo punta Martello, per essere raggiunta, richiede il passaggio per il ghiacciaio. Per raggiungere le altre vette si passa sulle creste montuose che sovrastano il ghiacciaio:

  • cima Careser, cima Mezzena, cima Campisol e cima Rossa di Saént vengono generalmente raggiunte dalla val di Rabbi e non richiedono l'utilizzo dell'attrezzatura da ghiaccio;
Lo stesso argomento in dettaglio: Cima Careser.
  • Le cime Venezie e cima Marmotta non sono facilmente raggiungibili dal ghiacciaio, vengono salite più solitamente dalla val Martello, per la vedretta Alta;
Lo stesso argomento in dettaglio: Cima Venezia.
  • Infine cima Lago Lungo viene generalmente salita dalla val di Peio, non viene richiesta attrezzatura da ghiaccio.

Note tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso non è tecnicamente impegnativo, ma risulta lungo e faticoso dopo il dislivello di 1600 metri dalla val di Rabbi o 1100 dalla val di Peio. Viene comunque richiesta una buona preparazione fisica e l'attrezzatura da ghiaccio (corda, piccozza e ramponi).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Smiraglia C. & Diolaiuti G. (a cura di), Il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, Bergamo, Ev-K2-CNR, 2015. Anno di rilevamento 2011.
  2. ^ relazionato da Meteotrentino, qui (PDF), su meteotrentino.it. URL consultato il 5 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2013). nell'occasione dei bilanci di massa

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