The Get Up Kids

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The Get Up Kids
I The Get Up Kids nel 2009 a Ceccano (FR).
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereEmo[1]
Indie rock[1]
Rock alternativo[1]
Periodo di attività musicale1995 – 2005
2008 – in attività
Album pubblicati9
Studio7
Live1
Raccolte1
Sito ufficiale

I The Get Up Kids sono un gruppo emo[1] statunitense formatosi a Kansas City nel 1995. Inizialmente il nome del gruppo doveva essere Suburban Get Up Kids: tuttavia il leader del gruppo, Matt Pryor, riteneva scadente un nome che cominciasse per "S" e quindi decise di sostituire la parola "Suburban" con un articolo, appunto "The".[senza fonte] La band è una delle più influenti della scena Midwest emo formatasi a metà degli anni Novanta[2].

Storia del gruppo[modifica | modifica wikitesto]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Quando nel 1995 i The Get Up Kids si formarono, il gruppo era composto da Matthew "Matt" Pryor (voce, chitarra), Jim Suptic (seconda voce, chitarra), Robert Pope (basso) e Nathan Shay (batteria). Pryor e Suptic si conobbero quando suonavano in differenti gruppi nell'area di Kansas City. Nell'aprile del 1996 il batterista Nathan Shay lasciò il gruppo a causa di una personale riluttanza per il tour. Il batterista fu rimpiazzato da Ryan Pope, fratello minore di Robert. Si sono sciolti nel 2005 e riformati nel 2008.

Influenze[modifica | modifica wikitesto]

I Get Up Kids hanno avuto un impatto duraturo sulla scena musicale e sono stati citati come fonti di ispirazione da numerose band e artisti di fama. Mark Hoppus, cantante e bassista dei Blink-182, ha chiesto alla sua ragazza di sposarlo con in sottofondo la canzone intitolata "I'll Catch You", uno dei brani più noti della band di Kansas City[3]. In un'intervista del 2005 ad Alternative Press, il bassista dei Fall Out Boy Pete Wentz ha affermato: "Se non fosse stato per i Get Up Kids i Fall Out Boy non sarebbero mai esistiti."[4]

Dal canto loro i Get Up Kids hanno preso le distanze da molte delle band che hanno influenzato: il chitarrista Jim Suptic, intervistato dal sito web Drowned in Sound, ha affermato: "La scena musicale punk da cui deriviamo noi e quella attuale sono completamente differenti. È come il glam rock oggi. Quest'anno abbiamo suonato al Bamboozle fests e ci sentivamo davvero fuori posto...se questo è il mondo che abbiamo contribuito a creare, allora ci scusiamo. Il problema è che molto delle band che abbiamo ispirato non sono buone band".[5]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

  • 2005 – Live! @ The Granada Theater (Vagrant)

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

  • 2001 – Eudora (Vagrant)

EP[modifica | modifica wikitesto]

  • 1997 – Woodson (Doghouse)
  • 1999 – Red Letter Day (Doghouse)
  • 2010 – Simple Science (Simple Psyence Recordings)
  • 2018 – Kicker (Polyvinyl)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) The Get Up Kids, su allmusic.com, allmusic.com. URL consultato il 14 aprile 2009.
  2. ^ (EN) Miles Raymer, On Mineral and midwestern emo's second wave, su The Chicago Reader, 9 agosto 2013. URL consultato il 15 giugno 2022.
  3. ^ Jason Lam, The Get Up Kids' James Dewees Talks Group Dynamics, The Loyola Greyhound, 23 marzo 2004 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2008).
  4. ^ Trevor Kelley, Say Goodnight, Mean Goodbye: The Oral History of The Get Up Kids, Alternative Press Issue No. 204.
  5. ^ (EN) James Skinner, "If this is the world we helped create, then I apologize." The Get Up Kids, Get Back, su drownedinsound.com, Drowned in Sound. URL consultato il 4 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Aspesi, Stefano Ceroni, Luca Collepiccolo e Teo Segale, Le guide pratiche di Rumore - Hardcore punk (1981 - 2001), Pavia, Apache Edizioni, 2001.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN145666728 · ISNI (EN0000 0000 9829 8271 · LCCN (ENno00037641 · GND (DE10331855-0 · WorldCat Identities (ENlccn-no00037641
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