Gavoi

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Gavoi
comune
(ITSC) Gavoi
Gavoi – Stemma
Gavoi – Bandiera
Gavoi – Veduta
Gavoi – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoSalvatore Lai (lista civica) dal 26-10-2020
Territorio
Coordinate40°09′37.36″N 9°11′40.91″E / 40.160378°N 9.194698°E40.160378; 9.194698 (Gavoi)
Altitudine777 m s.l.m.
Superficie38,06 km²
Abitanti2 445[1] (31-1-2024)
Densità64,24 ab./km²
Comuni confinantiFonni, Lodine, Mamoiada, Ollolai, Ovodda
Altre informazioni
Cod. postale08020
Prefisso0784
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091028
Cod. catastaleD947
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) gavoesi
(SC) gavoesos
Giorno festivosan Gavino (25 ottobre)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gavoi
Gavoi
Gavoi – Mappa
Gavoi – Mappa
Posizione del comune di Gavoi
all'interno della provincia

di Nuoro

Sito istituzionale

Gavoi è un comune italiano di 2 445 abitanti della provincia di Nuoro in Sardegna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Lago di Gusana

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Situato nel cuore della Barbagia di Ollolai, in posizione strategica fra Nuoro ed il Gennargentu, sorge sul fianco sud-orientale di una collina (Monte 'e su Sennore) fronteggiata dai monti di Pisanu Mele, fra boschi e corsi d'acqua.

Nelle vicinanze si trova il lago artificiale di Gusana, bacino di primo salto per la produzione idroelettrica della centrale di Coghinadorzas e meta turistica. Nel territorio ci sono diversi siti archeologici di età nuragica e romana.

Gavoi, oltretutto, possiede un santuario in località "Sa Itria".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Preistoria e storia antica[modifica | modifica wikitesto]

La presenza dell'uomo nel territorio è attestata sin dal neolitico, epoca di cui rimangono cospicue tracce come il menhir Sa Perda Longa e le domus de janas di Uniai e Istelathe. Nell'età del bronzo (II millennio a.C.) la civiltà nuragica edificò nella zona diversi nuraghi e alcune tombe dei giganti[3].

Dell'età romana resta un ponte, oggi sommerso dal lago artificiale.

Medioevo e periodo aragonese[modifica | modifica wikitesto]

In età medievale, quando il centro faceva parte del giudicato di Arborea, si hanno cenni di Gavoi nell'elenco dei centri abitati sardi che nella metà del XIV secolo versavano le decime alle curie di Roma. Altri riferimenti al villaggio si hanno, tramite Bernardu Lepore (o Leporo), delegato di Gavoi della Barbagia di Ollolai e della curatoria di Austis, nell'elenco dei firmatari del trattato di pace del 1388 tra la giudichessa Eleonora d'Arborea e Giovanni I d'Aragona.

La chiesa parrocchiale di San Gavino

Al tempo, il paese apparteneva alla giurisdizione della diocesi di Santa Giusta. Presto avrebbe accresciuto il suo territorio di parte delle terre di Oleri (distrutta dalla peste nel 1401) e nel 1504 divenne feudo di Pietro Carroz d'Arborea. In questo periodo fu eretta la chiesa di Sant'Antioco.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1604 il paese fu annesso al Ducato di Mandas.

Il Settecento fu un secolo importante per la comunità locale, che grazie ai suoi poeti estemporanei cominciò ad essere sempre più conosciuta nel resto dell'Isola. La tradizione orale ha salvaguardato rime di numerosi autori che, nel confronto con quanto tramandato in altre aree sarde, testimonia la presenza di una produzione artistica corposa e apprezzata.

Sulla fine del Settecento, gli echi delle pestilenze che avevano spopolato le coste sarde giunsero anche nelle Barbagie e a Gavoi, che da sempre si caratterizzava per la mobilità dei suoi abitanti (dediti alla pastorizia nomade ed al commercio ambulante) e che per questo subì questo flagello prima di altri paesi dintorno[4].

Ottocento e Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Ottocento, la confluenza delle colline a Sud-Est del paese fu indicata dal generale Alessandro Lamarmora (che per conto dei Savoia, nuovi re di Sardegna, esplorava l'isola e ne effettuava rilevazioni geodetiche) come sede ottimale di un invaso artificiale per lo stivaggio dell'acqua potabile soprattutto proveniente dal fiume Taloro. Il progetto pare sia stato fortemente caldeggiato da un tal Piras, gavoese, al tempo medico dei Reali a Torino, ma non ebbe seguito immediato. All'inizio del Novecento, con l'introduzione dell'energia elettrica, il progetto riprese corpo e nel 1926 la società incaricata dello studio e della realizzazione acquisì un intero quartiere di Gavoi per stabilirvi i suoi uffici, iniziando poco dopo le operazioni che si sarebbero concluse in via definitiva solo dopo la Seconda guerra mondiale.

Gavoi era al tempo conosciuta per l'attività dei Zillonarzos, ambulanti che vendevano i prodotti del paese, come orbace, coltelli, finimenti, selle, tamburi, ed il formaggio "Fiore Sardo".

Nel dopoguerra Gavoi ebbe uno sviluppo intenso sia nelle attività tradizionali (pastorizia, artigianato,[5] produzioni alimentari) che nei campi finanziari, in cui numerosi gavoesi raggiunsero posizioni di estrema importanza sia nelle carriere pubbliche che in quelle private, instradando poi la vispa imprenditoria locale su sentieri efficacemente vantaggiosi. Ciò si tradusse in una veloce crescita delle risorse disponibili ed in una ragguardevole capacità di investimento anche in anni di crisi generale, portando il paese a detenere quote ingenti dei possedimenti e delle aziende dell'intera regione, superando addirittura la stessa Nuoro.

Contemporaneamente, e sino ad anni recenti, Gavoi ha restaurato le sue tradizioni culturali e urbanistiche, affacciandosi con poco sforzo al turismo.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Gavoi sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 20 marzo 2006.[6]

«Stemma di azzurro, alla fascia diminuita di rosso, caricata da tre bisanti d'oro, accompagnata in capo da un libro aperto, d'oro, in punta da una pecora di argento, pascolante sulla pianura di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, PASTORES ZILLONARJOS MASTROS. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa del Carmelo

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa del Carmelo
  • Chiesa di San Gavino
  • Chiesa di San Giovanni Battista
  • Chiesa di Sant'Antioco
  • Santuario di Sa Itria

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Gavoi è il nuorese barbaricino.

Costume tradizionale di Gavoi
Costume tradizionale di Gavoi

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Festività e tradizioni popolari[modifica | modifica wikitesto]

L’ultima domenica di luglio si svolge a Gavoi, nell’altipiano di Lidana la festa in onore della Vergine d’Itria. L'evento principale di questa festa è Su Palu de Sa Itria, una corsa a cavallo che si svolge la domenica pomeriggio. Il palio è molto seguito da appasionati che raggiungono Gavoi da ogni parte della Sardegna ma anche da oltre mare. Nei giorni successivi al palio si tangono anche gare di abilità a cavallo e il corteo Su Rientru a caddu dae Sa Itria.

Festival Letterario della Sardegna[modifica | modifica wikitesto]

A Gavoi dal 2004 si svolge ogni anno, nei primi giorni di luglio, il Festival Letterario della Sardegna, organizzato dall'associazione culturale Isola delle storie, fondata da un gruppo di scrittori sardi tra i quali Flavio Soriga, Giorgio Todde, Giulio Angioni, Marcello Fois, Luciano Marrocu e in seguito Michela Murgia. Tra i più convinti sostenitori del Festival il regista Ermanno Olmi, maestro del cinema italiano che ha partecipato a diverse edizioni del festival, festeggiando i suoi 80 anni nel corso dell'edizione del 2011.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Mario Buttu liste civiche di centro-sinistra Sindaco [8]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Salvatore Buttu lisete civiche di centro-sinistra Sindaco [9]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Salvatore Lai lista civica Sindaco [10]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Giovanni Porcu lista civica "Cambiamento nella Continuità" Sindaco [11]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Giovanni Cugusi lista civica "" Sindaco [12]
26 ottobre 2020 in carica Salvatore Lai lista civica "Gavoi Futura" Sindaco [13]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Da oltre 20 anni il Taloro Gavoi, squadra di calcio del paese, milita in Eccellenza. Nel 2022 classificandosi al secondo posto ha avuto accesso ai playoff per la Serie D.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 gennaio 2024 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Sito istituzionale del Comune di Gavoi, Archeologia, su comune.gavoi.nu.it. URL consultato il 22 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
  4. ^ Comunas, Storia di Gavoi
  5. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 21.
  6. ^ Emblema del Comune di Gavoi (Nuoro), su Governo italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2006. URL consultato il 18 ottobre 2020.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali 25/10/2020 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 14 novembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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