Gaspare Bonciani

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Gaspare Bonciani (Firenze, fine XIV secolo - inizio XV secolo – ...) è stato un banchiere, diplomatico e funzionario italiano.

Appartenente alla famiglia Bonciani, fu un personaggio di spicco alla corte della regina di Napoli Giovanna II d'Angiò-Durazzo.[1]

Ebbe un ruolo di primo piano, non solo per le sue potenti risorse di banchiere e capo di una ricca compagnia mercantile, ma anche per la sua affidabilità quale amministratore del pubblico erario e, forse soprattutto, per la sua attività diplomatica.[2]

Attività amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte del fratello Ladislao nel 1414, Giovanna II si trovò a regnare in un periodo di corruzione e decadenza.[3] A Napoli il monopolio del commercio e delle finanze era saldamente nelle mani dei mercanti e banchieri fiorentini. Tra questi, il più potente e avveduto fu Gaspare Bonciani, giunto a Napoli proprio all'inizio del regno di Giovanna II. Da lei guadagnò dapprima importanti privilegi e poi una crescente fiducia e riconoscenza, in ragione dei suoi prestiti sempre più ingenti e della sua comprovata fedeltà. La regina concesse anche ad alcuni familiari di Gaspare incarichi di prestigio in ambito amministrativo, finanziario e giudiziario.[4] Secondo testimonianze dell'epoca, sarebbe stato connotato come Viceré di Napoli.[5] Fu in stretti rapporti con Giacomo Cotrugli di cui si servì per produrre gran parte della moneta d'argento emessa nella zecca di Napoli con l'argento importato da Ragusa.[6]

Attività diplomatica[modifica | modifica wikitesto]

L'attività diplomatica di Gaspare Bonciani al servizio di Giovanna II risultò utile alle sorti del regno in un periodo di trame e intrighi che mettevano spesso a repentaglio, oltre che la sovranità, l'incolumità e la vita stessa della Regina. Persuase il riluttante Braccio da Montone a difendere la regina assediata a Casanova da Muzio Attendolo Sforza (1421), fino a una richiesta di aiuto, di fronte all'avanzata aragonese, da rivolgere a Cosimo de' Medici (1435), al quale la regina aveva dimostrato in precedenza un'aperta ostilità.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Croce, p. 49 paragona la figura di Gaspare Bonciani a quella di un altro fiorentino, Niccolò Acciaioli, che già era stato anche lui molto influente presso la corte napoletana di Giovanna I d'Angiò.
  2. ^ a b Iadanza, pp. 1-20.
  3. ^ Barbagallo, pp. 1097-1098.
  4. ^ Iadanza, pp. 5-6.
  5. ^ Iadanza, p. 19.
  6. ^ Perfetto, pp. 227-242.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Benedetto Croce, Storia del regno di Napoli, Laterza, 1931.
  • Giuseppe Iadanza, Un fiorentino alla corte di Giovanna II d'Angiò-Durazzo: Gaspare Bonciani, in Archivio Storico Napoletano, XXXIII, 1952-1952.
  • Corrado Barbagallo, Storia universale - Il Medioevo, III, UTET, 1952.
  • Simonluca Perfetto, “Avemo libre d’ariento il quale metemo in zecha”: i “charlini” postumi battuti a Napoli al tempo di Giovanna II d’Angiò (1414-1435), in Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, CXX (2019), pp. 227-270

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]