Gallio (Italia)

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Gallio
comune
Gallio – Stemma
Gallio – Bandiera
Gallio – Veduta
Gallio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Vicenza
Amministrazione
SindacoEmanuele Munari (lista civica) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate45°53′N 11°33′E / 45.883333°N 11.55°E45.883333; 11.55 (Gallio)
Altitudine1 093 m s.l.m.
Superficie47,87 km²
Abitanti2 368[2] (30-11-2020)
Densità49,47 ab./km²
FrazioniStoccareddo (Stocke)[1]
Comuni confinantiAsiago, Enego, Foza
Altre informazioni
Cod. postale36032
Prefisso0424
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024042
Cod. catastaleD882
TargaVI
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona F, 4 308 GG[4]
Nome abitantigalliesi
Patronosan Bartolomeo
Giorno festivo24 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gallio
Gallio
Gallio – Mappa
Gallio – Mappa
Posizione del comune di Gallio all'interno della provincia di Vicenza.
Sito istituzionale

Gallio (Ghèl in cimbro[5], Gäll in tedesco[senza fonte]) è un comune italiano di 2 368 abitanti[2] della provincia di Vicenza in Veneto, posto nella conca centrale dell'Altopiano dei Sette Comuni. Collocandosi ad un'altitudine di 1093 m s.l.m. è il più alto comune della provincia.

Gallio ha subìto durante la prima guerra mondiale, subito dopo la presa di Asiago (nella battaglia passata alla storia come Offensiva di Primavera), un terribile bombardamento che la rase quasi completamente al suolo.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

La prima notizia riguardante l'attuale territorio comunale risale al 983, quando viene attestato il monte Longara. Per quanto riguarda più specificamente Gallio, nel 1162 è citata la terra que vocatur Galade[6].

La gran parte degli studiosi ritiene che il toponimo non sia di origine germanica, quindi la variante in cimbro Ghel o Ghelle non è altro che un adattamento. Secondo Dante Olivieri, che prende in considerazione la forma Galedum attestata nel 1261, deriva dal latino Galatus, da intendere come antroponimo. Simili le conclusioni di Giovan Battista Pellegrini e Maria Hornung, che tuttavia non escludono un legame con il personale Gallicus[6].

Per lo stesso Pellegrini, l'ipotesi che derivi dal tedesco gelb o dal cimbro ghel "giallo", da associare al colore delle argille attorno al torrente Ghelpach, va scartata, in quanto il nome del corso d'acqua in cimbro significa semplicemente "ruscello di Gallio" e non "ruscello giallo"[6][7].

Altre ipotesi lo avvicinano al nome di un idolo germanico (Ghelle), il cui culto avveniva sul vicino colle dell'Ekele (Lockele, o Jochel, o Leckle), dove in seguito fu costruita la chiesa parrocchiale[7]. Altrimenti (come per il comune di Gazzo in provincia di Padova), potrebbe derivare dal termine longobardo gahagium, cioè "terreno di proprietà recintato" o "terreno/bosco sacro"; si può ipotizzare che il termine abbia subito la trasformazione in gahaio, gagium, e far notare la corruzione del termine germanico nel latino gazium. I gazzi sarebbero perciò proprietà chiuse, terreni cintati secondo il sistema fondiario longobardo; l'equivalente germanico delle curtes romane, comprendenti non soltanto boschi, ma un complesso di terre e acque formanti quella unità economico-giuridica conosciuta nel basso impero romano con il nome di corte o villa[7];

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Altopiano dei Sette Comuni e Federazione dei Sette Comuni.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Gallio è una località interessata dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra l'XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260.

Prima Guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il Comune di Gallio, come tutti gli altri comuni dell'Altopiano, è stato direttamente interessato dagli eventi della prima guerra mondiale. Nel 1916, durante la Südtiroloffensive, infatti, l'esercito austro-ungarico sfondò improvvisamente sul fronte trentino, portando l'esercito Italiano all'evacuazione della popolazione civile e al saccheggio del centro abitato.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Referendum[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006 la popolazione degli otto comuni dell'Altopiano (Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo) votò a grande maggioranza (94%) a un referendum per il distacco del territorio dalla Regione Veneto e per la successiva aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige. L'anno seguente arrivò il parere negativo da parte sia della provincia di Bolzano che da quella di Trento, mentre il Parlamento, che doveva dare l'esito definitivo, non si espresse mai.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Gallio
La chiesa della Campanella di Gallio
  • Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo
  • Chiesa di San Giovanni Battista Decollato di Stoccareddo
  • Chiesa della Campanella, dedicata a Santa Maria Maddalena
  • Sacello della Madonna del Carmine
  • Santuario della Madonna del Buso, detto anche Santuario della Beata Vergine del Caravaggio
  • chiesa di Santa Maria delle Grazie, originariamente dedicata a San Rocco, contenente il monumento ai Caduti delle guerre mondiali
  • chiesetta degli Alpini
  • canyon del Buso, alla fine della val Frenzela
  • Trampolino del Pakstall
  • cippo del papa, dedicato a Papa Giovanni Paolo II
  • monumento ai bersaglieri
  • opifici della Covola del "sentiero dei mulini"

Opifici della Covola[modifica | modifica wikitesto]

Gli opifici della Covola, in Val Frenzela, sono documentati fin dal Cinquecento. Erano alimentati dalla sorgente della Covola che ne muoveva le ruote idrauliche. Il ripido sentiero che segue il corso d'acqua fiancheggiando gli edifici è stato recuperato e valorizzato turisticamente come "sentiero dei mulini".[9][10] Gli opifici, adibiti sia ad abitazione che ad attività artigianale e pre-industriale, furono in parte distrutti dai bombardamenti della prima guerra mondiale.[9]

Tra le attività degli opifici attestate nei Catasti storici figurano[9]:

  • pila da scorza, che permetteva di recuperare il tannino dalla corteccia d'abete per usarlo per la concia delle pelli;
  • mulino da grano e pila da orzo, per macinare il grano e l'orzo ed effettuare la pilatura;
  • follatojo da panni, in cui avvenuva la follatura (o gualca o feltratura), un procedimento meccanico che dava ai tessuti di lana e feltro una consistenza morbida e maggiore leggerezza.

Tra gli edifici nei pressi della sorgente è presente anche la vecchia centrale idroelettrica realizzata nel 1917 dall'esercito italiano insieme alla stazione di pompaggio per portare l'acqua fino al monte Zebio. La sala della centrale lungo il sentiero è stata allestita con una piccola raccolta etnografica, visibile dall'esterno.[9][10]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Cartolina dei trampolini del Pakstall

Gallio è una nota località per il turismo invernale (sci nordico, sci alpino e salto con gli sci) ed il turismo estivo (escursionismo, mountain bike).

Stazione sciistica attrezzata con i Trampolini del Pakstall, Gallio ha ospitato i Campionati mondiali juniores di sci nordico 1987 ed una tappa della Coppa del Mondo di salto con gli sci nel 1988. Il complesso dei trampolini, oltre che con l'HS 66 (punto K 60), è attrezzato anche con salti minori HS 33 con punto K 31 e HS 21 con punto K 20[11]. Vi è la possibilità di utilizzarli sia nel periodo invernale che in quello estivo. Nel suo comprensorio sono presenti dei centri fondo, tra i più importanti dell'Altopiano oltre che impianti per lo sci alpino (sulle Melette) che d'estate si trasformano invece in un bike park con un'apposita pista studiata per i praticanti del downhill.

Presso l'impianto di Busa Fonda invece esiste una pista del centro sportivo forestale che ospita gare di pattinaggio di velocità su ghiaccio, ice speedway, rally su ghiaccio e tiro a segno. La pista olimpica di Busa Fonda è l'unica pista naturale presente in Italia e, con il contributo dell'allenatore/tecnico Alessandro De Taddei, è stata la culla del campione Olimpico Enrico Fabris, vincitore di 3 medaglie (2 ori e 1 bronzo) alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.

D'estate il paese di Gallio è scelto come sede di ritiro estivo da squadre di calcio, in particolare, per dieci anni consecutivi, dal 2004 al 2013, è stato sede del ritiro estivo del L.R. Vicenza.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Stoccareddo è l'unica frazione di Gallio.[12]

Contrade[modifica | modifica wikitesto]

Le contrade storiche incluse nel territorio comunale sono: Bertigo, Stellar, Leghen (Trojo), Xebbo, Ronchi Davanti, Ronchi di Dietro, Campanella, Xaibena (Xeibend).[1]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il turismo invernale ed estivo è una delle attività prevalenti del comune.

Per secoli fu importante l'attività della conciatura, come attestano gli opifici della Covola.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Comune di Gallio - Statuto.
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 294, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ a b c Guido Beltrame, Toponomastica della Diocesi di Padova, Padova, Libraria Padovana, 1992, p. 84.
  7. ^ a b c Storia del comune di Gallio, su gallio.it.
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ a b c d Fonte: pannelli informativi, ritrascritti in Corrado De Zanche, Valle della Covola (Val Frenzela), su montagnando.it, 19 octobre 2007. URL consultato il 12 agosto 2023.
  10. ^ a b I mulini di Gallio, su iluoghidirigonistern.it. URL consultato il 12 agosto 2023.
  11. ^ Scheda Skisprungschanzen.com, su skisprungschanzen.com. URL consultato il 14 aprile 2012.
  12. ^ https://gallio.it/scoprire-il-territorio/localita/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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