Aurelio Galleppini

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Aurelio Galleppini

Aurelio Galleppini, noto anche con lo pseudonimo di Galep (Casale di Pari, 28 agosto 1917Chiavari, 10 marzo 1994), è stato un fumettista e illustratore italiano; autore molto prolifico, è rimasto noto soprattutto per il personaggio di Tex, da lui creato graficamente e di cui è stato per oltre quarant'anni uno dei principali disegnatori, nonché il copertinista fino al 1994 dei primi 400 numeri della serie regolare. Considerando anche la serie a strisce e gli albi fuori serie, ha realizzato quasi duemila copertine per il personaggio[1], "record" di cui andava molto orgoglioso.[2][3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Casal Di Pari in provincia di Grosseto da genitori sardi, ha vissuto la maggior parte della sua giovinezza in Sardegna[4], dove comincia ad appassionarsi fin da piccolo al disegno dei cavalli[5]. Lasciò poi gli studi al secondo anno dell'Istituto industriale per dedicarsi al disegno e alla pittura, che coltivò da autodidatta. Quando aveva diciotto anni, suoi disegni apparvero in filmini animati eseguiti per conto di una Casa tedesca fabbricante di proiettori a due tempi[4]. Esordisce nel 1936 come illustratore di fiabe sul settimanale Mondo Fanciullo per poi realizzare, per conto dell'editore argentino Cesare Civita alcune storie di Federico Pedrocchi come Pino il Mozzo e La perla del mar d'Oman che sono pubblicate in Italia da Arnoldo Mondadori Editore; si trasferisce a Firenze nel 1940 dove inizia a collaborare con la rivista a fumetti L'Avventuroso della Nerbini[6] per cui realizza diverse storie occupandosi in alcuni casi anche della sceneggiatura (La leggenda dei Rugi, La conquista dell'Atlantico, I conquistatori di oceani).[senza fonte]

Durante la guerra e nel primo dopoguerra è ospite delle suore Vincenziane;[7] realizza alcuni lavori (quattro tele, un ciclo di dipinti e quattordici stazioni della via Crucis)[8] nella cappella del loro Istituto in viale San Vincenzo che firmerà solo in tarda età.[9]

Nel dopoguerra, interrotta per alcuni anni l'attività di illustratore per dedicarsi alla pittura, alla cartellonistica e all'insegnamento,[9][6] riprende nel 1947 l'attività di fumettista avviando una lunga collaborazione con la rivista Intrepido della Casa Editrice Universo per la quale realizza diverse storie a fumetti per la collana Albi dell'Intrepido.[6] Realizza contemporaneamente anche le illustrazioni per alcune edizioni di classici della letteratura come I Tre Moschettieri, La maschera di ferro, Le Mille e una Notte, Le Avventure del Barone di Münchhausen e I Promessi Sposi e, nello stesso anno, torna alla Nerbini per disegnare una versione a fumetti del Pinocchio di Carlo Collodi.[10]

Nel 1948 Tea Bonelli, a capo della casa editrice Edizioni Audace[11], lo ingaggia per realizzare due nuove serie a fumetti ideati dall'ex marito Giovanni Luigi Bonelli: Occhio Cupo e Tex Willer.[6] Il primo non riscuote il successo sperato e la testata verrà chiusa dopo pochi numeri[12] mentre Tex, seppur partito in sordina poco alla volta conquista posizioni divenendo negli anni una delle principali serie a fumetti italiane tanto da divenire il principale impegno per tutta la vita del disegnatore.[13][6][14][15] Per realizzare i due personaggi si era trasferito da Cagliari a Milano, proprio nella casa-redazione di Tea Bonelli in via Aurelio Saffi[16][17], e poi in Liguria. Nei primi tempi lavorò ad un ritmo molto intenso, dedicando un'intera giornata alle tavole di Occhio Cupo e le ore della notte alla serie di Tex;[senza fonte] la situazione mutò negli anni successivi quando venne affiancato nella realizzazione di Tex da altri disegnatori come Guglielmo Letteri, Francesco Gamba, Giovanni Ticci ed Erio Nicolò.

A proposito delle fattezze del viso di Tex, Galep sembra che si ispirò inizialmente a quelle dell'attore Gary Cooper, per poi prendere a modello se stesso. Disegnava inoltre il volto di Tex anche nelle storie rese graficamente da Virgilio Muzzi.[2] Invece, per quanto riguarda le ambientazioni di Tex, ammetterà di essere, almeno all'inizio, abbastanza impreparato sul genere western. E così per le praterie e i deserti dove Bonelli ambientava le avventure del ranger, Galleppini si ispirò spesso ai paesaggi della Sardegna dove era cresciuto, e che conosceva sicuramente meglio rispetto a quelli americani, ma anche alle montagne del Trentino, dove trascorreva le vacanze con la famiglia, sempre armato di taccuino e matita[18].

Negli anni cinquanta realizza le copertine della serie Le Avventure del West sempre per le Edizioni Audace.[senza fonte]

Interruppe il suo impegno esclusivo per Tex solo nel 1977 realizzando uno dei volumi della collana Un uomo un'avventura dello stesso editore, L'Uomo del Texas, scritta da Guido Nolitta.[6]

Fu l'unico disegnatore delle copertine di Tex fino al n. 400 del febbraio 1994, albo del quale fu anche disegnatore, subito prima della sua morte, sostituito da Claudio Villa. Morì a Chiavari il 10 marzo del 1994, lasciando incompleta l'ultima storia di Tex alla quale stava lavorando.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Intitolazione di una strada nel quartiere romano di Mezzocammino (Municipio IX (ex XII), sito tra Roma ed Ostia); nella rotonda adiacente una gigantografia riproduce il personaggio di Tex. Le strade adiacenti sono tutte dedicate ai creatori del fumetto italiano da Andrea Pazienza a Hugo Pratt a Benito Jacovitti.[19]
  • A Cagliari gli è stata dedicata una piazza.[20]
  • Nel 2019 Casale di Pari gli ha dedicato la via principale di accesso al paese.[21]
  • In ricordo di Galep, a Chiavari viene organizzato il "Premio biennale d'arte Aurelio Galleppini".[22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cesare Medail, Cavalcarono insieme: Tex dà l'addio al suo papà, in Corriere della Sera, 12 marzo 1994, p. 29. URL consultato il 28 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2015). [Nell'articolo si accenna al numero complessivo di copertine realizzato in carriera]
  2. ^ a b INTERVISTA AD AURELIO GALLEPPINI - Galep, su pierodanna.altervista.org. URL consultato il 19 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2017).
  3. ^ uBC: Le copertine di Tex, su ubcfumetti.com. URL consultato il 30 settembre 2019.
  4. ^ a b Aurelio Galleppini, su sergiobonelli.it. URL consultato il 23 agosto 2020.
  5. ^ Graziano Romanini, L'arte di Galep, Modena, Panini, 2013, p. 8, ISBN 978-88-6589-910-6.
  6. ^ a b c d e f FFF - Aurelio GALLEPPINI (GALEP), su lfb.it. URL consultato il 6 novembre 2019.
  7. ^ Giangiacomo Schiavi, Il San Vincenzo de’ Paoli dipinto da Galep, il padre di Tex Willer, in Corriere della Sera. URL consultato il 19 dicembre 2017.
  8. ^ Beni dichiarati di interesse culturale, su sardegna.beniculturali.it, 4 dicembre 2016. URL consultato il 19 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).
  9. ^ a b Un dipinto per la chiesa in cambio di un piatto di minestra: la vita del papà di Tex a Cagliari durante la guerra - Sardiniapost.it, in Sardiniapost.it, 12 ottobre 2014. URL consultato il 19 dicembre 2017.
  10. ^ ved. nell'articolo foto copertina ed. Nerbini, in Cartoonist globale, 17 luglio 2011. URL consultato il 19 dicembre 2017.
  11. ^ Luigi Marcianò, Galep, Galep, Hurrà. Incontro con uno degli ultimi romantici del fumetto italiano, in Fumetti d'Italia, n. 5, dicembre 1992.
  12. ^ Guida Fumetto Italiano, Serie d’Oro AUDACE (Occhio Cupo), su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 9 giugno 2017.
  13. ^ Gianluigi Bonelli, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 6 novembre 2019.
  14. ^ (EN) Galep, su lambiek.net. URL consultato il 6 novembre 2019.
  15. ^ L'avventura editoriale di G.L. Bonelli e Galep, da Occhio Cupo a Tex, su Fumettologica, 28 agosto 2015. URL consultato il 6 novembre 2019.
  16. ^ Gianni Brunoro, Intervista a Tea Bonelli, in Daim Press, n. 11, ottobre 1995.
  17. ^ Sergio Bonelli, Fausto Busatta, Come Tex non c'è nessuno, Milano, Arnoldo Mondadori, 2008, ISBN 88-04-58378-9.
  18. ^ Un secolo di Galep. Il papà di Tex in dieci punti, su la Repubblica, 28 agosto 2017. URL consultato il 23 agosto 2020.
  19. ^ Via Galeppini, Roma - Google Maps
  20. ^ Christian M. Scalas, A Cagliari una piazza per Galep, il primo disegnatore di Tex Willer, in sardiniapost.it, 23 aprile 2016. URL consultato il 28 aprile 2016.
  21. ^ Tex Willer dà il benvenuto a chi arriva a Casale di Pari nella via dedicata a Galep, su Il Tirreno, 30 aprile 2019. URL consultato il 30 settembre 2019.
  22. ^ Premio Biennale d'Arte "Aurelio Galleppini" - Albo d'Oro, su mosaicochiavari.org, Associazione Mosaico, 2011. URL consultato il 12 giugno 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mauro Paganelli Sergio Valzania, Gianluigi Bonelli Aurelio Galleppini, Editori del Grifo 1982, ISBN 88-85282-02-4
  • Lillo Gullo, Tex in Trentino / Un cowboy in Val dei Mocheni, Alto Adige, 23 giugno 1987
  • Lillo Gullo, Mio figlio Tex, Alto Adige, 9 agosto 1987
  • Aurelio Galleppini, L'arte dell'avventura - autobiografia professionale di un maestro del fumetto, Milano, Ikon, 1989.
  • Pasquale Iozzino, L'uomo del Tex, Salerno, Alessandro Tesauro Editore, 1997.
  • Lillo Gullo, Profumi trentini nell'America di Galep, in I cinquant'anni di Tex, Omaggio ad Aurelio Galleppini, AA. VV., Comune di Trento, 1998
  • Oreste Del Buono, Tex Willer, 50 anni ben portati, L'Espresso, 2 aprile 1998
  • Luciano Tamagnini (a cura di), Galep prima di Tex, Torino, Edizioni Lo Scarabeo - Anafi, 2000
  • Carlo Martinelli, Un testimonial ideale per il Trentino? Tex Willer, Trentino Mese, ottobre 2011, Trento
  • Graziano Romani, L'arte di Galep, Modena, Panini, 2013, ISBN 978-88-6589-910-6.

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