Galassia Girandola

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Galassia Girandola
Galassia a spirale
Immagine della galassia “Girandola”
Scoperta
ScopritorePierre Méchain e Charles Messier
Data1781
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneOrsa Maggiore
Ascensione retta14h 03m 12,5s
Declinazione+54° 20′ 55″
Distanza19 milioni a.l.
(7,34 milioni pc)
Magnitudine apparente (V)+8,3
Dimensione apparente (V)28′.8 × 26′.9
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia a spirale
ClasseSc
Dimensioni170000 a.l.
(52020 pc)
Altre designazioni
M 101, NGC 5457, UGC 8981, PGC 50063, Arp 26
Mappa di localizzazione
Galassia Girandola
Categoria di galassie a spirale

Coordinate: Carta celeste 14h 03m 12.5s, +54° 20′ 55″

La Galassia Girandola (nota anche come M 101, o NGC 5457) è una galassia a spirale nella costellazione dell'Orsa Maggiore. La galassia fu scoperta nel 1781 da Charles Messier e da Pierre Méchain. William Herschel fu il primo a osservare delle piccole macchie (che in realtà erano dei frammenti dei bracci a spirale) circondare la galassia.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare M101.

In condizioni eccellenti, M101 può essere osservata anche con un semplice binocolo; infatti, grazie alla sua estensione e alla sua relativa vicinanza a noi, M101 è una delle galassie più brillanti del cielo. La sua individuazione è facile, grazie alla presenza di un'appariscente concatenazione di stelle di sesta e settima magnitudine ad est della brillante stella Mizar. Le sue dimensioni impongono l'uso di ingrandimenti abbastanza bassi per la sua osservazione; occorre comunque un telescopio di almeno 250 mm per iniziare a distinguere il nucleo, più brillante, e i frammenti dei bracci a spirale. Gli stessi bracci offrono, in buone condizioni, un bello spettacolo con un telescopio da 400 mm a largo campo.[1]

La sua declinazione è molto settentrionale: infatti questa galassia si presenta circumpolare da buona parte dell'emisfero boreale, come tutta l'Europa e quasi tutto il Nordamerica; dall'emisfero australe invece è possibile osservarla fino a latitudini temperate medio-basse.[2] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra febbraio e settembre.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il primo ad osservare questa galassia fu Pierre Méchain, che la descrisse come una nube senza stelle, oscura e piuttosto larga, a nord della coda dell'Orsa Maggiore;[3] in seguito fu inserita nel Catalogo di Messier. William Herschel nel 1784 annotò che quest'oggetto possiede un aspetto nebuloso, e cercò di risolverlo in stelle, ovviamente senza riuscirci.[3] Lord Rosse la osservò con il suo telescopio durante la metà dell'Ottocento e fu il primo a notare il suo aspetto a spirale.[3]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La galassia M101 nella banda della luce visibile. Credit: Scott Anttila.

M101 dista circa 21.000.000 anni luce dalla Terra, ed è una galassia di tipo Sc (spirale non compatta); da un osservatore a terra è vista esattamente "di faccia", ma i suoi bracci sono visibili solo con un grande telescopio. Il diametro della galassia è circa 170.000 anni luce, ovvero quasi doppio rispetto al diametro della nostra Galassia.

Dall'inizio del Novecento, sono state scoperte cinque supernovae in questa galassia:

  • SN 1909A, scoperta il 26 gennaio 1909 da Max Wolf;
  • SN 1951H, di tipo II, scoperta nel 1951;
  • SN 1970G, scoperta il 30 giugno 1970[4];
  • SN 2011fe, scoperta il 24 agosto 2011, è stata la più luminosa, raggiungendo la magnitudine 10;
  • SN 2023ixf, di tipo II, scoperta il 19 maggio 2023[5], ha raggiunto la magnitudine 10,8.

L'osservazione, nel 1994-95, delle cefeidi situate nella galassia da parte del telescopio Hubble ha permesso di stabilire esattamente la distanza di M101.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Questa immagine agli ultravioletti mostra bene le distorsioni dei bracci di spirale sul lato sinistro di M101.

M101 è una galassia di notevole estensione se comparata con la Via Lattea; secondo diversi studi la sua massa sarebbe di circa 16 miliardi di masse solari, ma sembrerebbe essere un valore troppo basso, forse dovuto alla bassa luminosità superficiale della galassia; secondo le nuove scoperte, che comprendono l'individuazione di regioni H II e una forte velocità di rotazione, la massa di M101 sarebbe compresa fra 100 e 1000 miliardi di masse solari.[6]

Un'altra proprietà particolare di questa galassia è la presenza di vaste e luminosissime regioni H II, che nelle fotografie raggiunge il numero di 3000 unità; queste regioni, in cui ha luogo la formazione stellare, contengono un gran numero di stelle giovani e calde, di colore blu.

Da un lato la galassia presenta un'asimmetria; si crede che si sia formata in tempi astronomicamente recenti a causa dell'interazione con un'altra galassia, che ne ha deformato i bracci a causa delle potenti forze mareali. Inoltre, questo incontro ha amplificato le onde di densità del bracci della galassia, che ha causato a sua volta la compressione del mezzo interstellare con conseguente aumento dell'attività di formazione stellare.

Gruppo di M101[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gruppo di M101.

M101 possiede cinque galassie compagne di discrete dimensioni: NGC 5204, NGC 5474, NGC 5477, NGC 5585 e Holmberg IV.[7] Come detto sopra, l'interazione fra M101 e le sue galassie satelliti può aver favorito l'aumento della formazione stellare nei bracci di M101; inoltre sembra che questa galassia sia stata distorta dalla vicina NGC 5474.[7] M101 e le sue galassie compagne formano la quasi totalità del gruppo di galassie noto come Gruppo di M101.[8][9][10][11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Federico Manzini, Nuovo Orione - Il Catalogo di Messier, 2000.
  2. ^ Una declinazione di 54°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 36°; il che equivale a dire che a nord del 36°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 36°S l'oggetto non sorge mai.
  3. ^ a b c SEDS Historical Notes Archiviato il 2 gennaio 2007 in Internet Archive.
  4. ^ Ha raggiunto la magnitudine 12,1: Afterlife of a Supernova
  5. ^ AstroNote 2023-119 | Transient Name Server, su www.wis-tns.org. URL consultato il 20 maggio 2023.
  6. ^ NASA, ESA (2006), [1] NASA, ESA (2006)
  7. ^ a b A. Sandage, J. Bedke, Carnegie Atlas of Galaxies, Washington, D.C., Carnegie Institution of Washington, 1994, ISBN 0-87279-667-1.
  8. ^ R. B. Tully, Nearby Galaxies Catalog, Cambridge, Cambridge University Press, 1988, ISBN 0-521-35299-1.
  9. ^ P. Fouque, E. Gourgoulhon, P. Chamaraux, G. Paturel, Groups of galaxies within 80 Mpc. II - The catalogue of groups and group members, in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 93, 1992, pp. 211–233.
  10. ^ A. Garcia, General study of group membership. II - Determination of nearby groups, in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 100, 1993, pp. 47–90.
  11. ^ G. Giuricin, C. Marinoni, L. Ceriani, A. Pisani, Nearby Optical Galaxies: Selection of the Sample and Identification of Groups, in Astrophysical Journal, vol. 543, 2000, pp. 178–194, DOI:10.1086/317070.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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