Fuoco (demografia)

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Il termine fuoco indicava, dal Medioevo fino ai primi anni dell'Ottocento, la singola unità familiare soggetta a fiscalità; in particolare su esso si basava la tassa personale detta focatico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Catalogus baronum fu il primo registro catastale del Regno di Sicilia. Redatto dai Normanni intorno al 1150, è una lista di tutti i vassalli dell'Italia meridionale, dei loro possedimenti e redditi e della popolazione a loro assoggettata, indicata appunto in fuochi. Da tali rilevazioni l'autorità centrale stabiliva quante truppe doveva fornire ogni vassallo al suo signore, in ragione di una lancia ogni 24 fuochi[1]. Con gli Aragonesi il Regno fu sottoposto a rilevamenti demografici sistematici e periodici; i censimenti descrivevano casa per casa il nucleo familiare, registrando il capofuoco e tutti i membri della famiglia ed i loro beni.

Dal punto di vista storico, tali rilevazioni permettevano di stimare la popolazione di un determinato paese o villaggio con buona approssimazione considerando che un fuoco contava dai 4 ai 6 componenti, definiti anime[2]. Bisogna comunque tenere presente che il numero di fuochi non comprende tutte le famiglie di un determinato feudo, villaggio o Universitas, ma solo quelle soggette a tassazione e non quelle franche per privilegio o per altre ragioni; il sistema di calcolo prevedeva numerose variabili, ed era piuttosto complesso, al punto da richiedere specifici manuali[3].

Il sistema dei fuochi si basava sulla coincidenza tra focolare e nucleo familiare. Questa analogia non era semplicemente metaforica, ma era fondata sulla concreta necessità di utilizzare il fuoco per il riscaldamento e la cottura dei cibi, cui veniva dunque destinato un apposito spazio all'interno dell'abitazione. La strettissima relazione tra il focolare, unità abitativa e nucleo familiare faceva sì che il censimento di queste ultime potesse avvenire mediante la semplice conta dei comignoli.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angelo Ferrari, Feudi prenormanni dei Borrello tra Abruzzo e Molise, Trento, Editrice UNI Service, 2007, p. 138.
  2. ^ Angelo Ferrari, Feudi prenormanni dei Borrello tra Abruzzo e Molise, Trento, Editrice UNI Service, 2007, p. 136.
  3. ^ Direzione ovvero Guida delle Università di tutto il Regno di Napoli, su archive.org. URL consultato il 14 ottobre 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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