Fucina di Vulcano (Velázquez)

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Disambiguazione – "Fucina di Vulcano" rimanda qui. Se stai cercando il dipinto di Giorgio Vasari, vedi Fucina di Vulcano (Vasari).
La fucina di Vulcano
AutoreDiego Velázquez
Data1630
Tecnicaolio su tela
Dimensioni223×290 cm
UbicazioneMuseo del Prado, Madrid

La fucina di Vulcano (La fragua de Vulcano) è un dipinto a olio su tela (223x290 cm) realizzato nel 1630 dal pittore Diego Velázquez.

È conservato nel Museo del Prado, fu dipinto a Roma nel 1630, insieme a la Tunica di Giuseppe e a la Rissa all'ambasciata di Spagna. Fu quello l'anno del soggiorno a Villa Medici. Con quest'opera Velasquez, come già aveva fatto con il Trionfo di Bacco, dipinta a Madrid tra il 1628 e il 1629, «si avvicina (...) all'Olimpo greco, «interpretandolo, però, con la sua più immediata e fresca intuizione».[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'opera rappresenta un incontro fra due dei, Apollo e Vulcano. In questo quadro viene riportato l'episodio epico nel quale Apollo – raffigurato circonfuso di luce, in tutta la sua bellezza e dolcezza - fa visita a Vulcano, nella sua fucina, dove il dio-fabbro sta forgiando le armi per Marte. Qui, Apollo rivela a Vulcano che sua moglie Venere è l'amante di Marte, il dio della guerra. Si può quindi notare l'espressione di Vulcano, un misto d'indignazione e stupore, nell'apprendere la notizia e il dispiacere degli aiutanti dello stesso fabbro; così come l'atteggiamento, di netta superiorità, di Apollo nei suoi confronti. Apollo, viene quindi rappresentato come una spia, proprio come lo era considerato Velázquez a quel tempo, durante il suo soggiorno a Roma. Potrebbe quindi trattarsi di una sorta di presa in giro nei confronti di chi lo definiva tale. È interessante, poi, notare come l'artista riesca a calare nella realtà un episodio mitologico, come fosse la scena di un romanzo borghese.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emma Micheletti, Velasquez, in I diamanti dell'arte, n. 40, Firenze, Sadea / Sansoni Editore, 1968, p. 13.

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