Friedrichstraße

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Friedrichstraße
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
CittàBerlino
DistrettoFriedrichshain-Kreuzberg, Mitte
QuartiereKreuzberg, Mitte
Informazioni generali
Tipostrada urbana
Lunghezza3.3 km
Intitolazionea Federico I di Prussia
Collegamenti
InizioMehringplatz
FineOranienburger Tor
IntersezioniDorotheenstraße, Unter den Linden, Behrenstraße, Mittelstraße, Georgenstraße, Chausseestraße, Hannoversche Straße, Reinhardtstraße, Schiffbauerdamm, Claire-Waldoff-Straße, Leipziger Straße, Kochstraße, Rudi-Dutschke-Straße, Torstraße, Französische Straße, Mohrenstraße, Mauerstraße, Schützenstraße, Oranienburger Straße, Ziegelstraße, Johannisstraße, Jägerstraße, Taubenstraße, Kronenstraße, Rosmarinstraße, Hedemannstraße, Krausenstraße, Zimmerstraße, Puttkamerstraße, Besselstraße, E.T.A-Hoffmann-Promenade, Rahel-Varnhagen-Promenade, Franz-Klühs-Straße e Mehringplatz
Trasportistazione ferroviaria di Friedrichstraße; stazioni della metropolitana di Hallesches Tor, Kochstraße, Stadtmitte, Französische Straße, Friedrichstraße e Oranienburger Tor
Mappa
Mappa di localizzazione: Berlino
Friedrichstraße
Friedrichstraße
Coordinate: 52°31′00″N 13°23′21″E / 52.516667°N 13.389167°E52.516667; 13.389167

La Friedrichstraße è una via di Berlino, nei quartieri di Kreuzberg e di Mitte.

È intitolata a Federico I, re di Prussia.

Attraversa in direzione sud-nord il centro di Berlino, da Mehringplatz (Hallesches Tor) ad Oranienburger Tor.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu aperta agli inizi del XVIII secolo come asse principale della nuova città di Friedrichstadt, perpendicolare all'Unter den Linden e a Leipziger Straße.

Nel XIX secolo divenne uno degli assi commerciali più trafficati della città.

I bombardamenti della seconda guerra mondiale distrussero la maggior parte degli edifici. Nel 1961 la strada fu divisa dal muro di Berlino. Il passaggio fra le due parti della città avveniva al Checkpoint Charlie.

Mentre la parte sud, appartenente a Kreuzberg (Berlino Ovest) fu ricostruita rapidamente con grandi edifici popolari di cemento, la parte nord, appartenente a Mitte (Berlino Est), doveva diventare una strada rappresentativa "di livello mondiale". Tuttavia, i lavori procedettero a rilento.

Nel 1990, con la riunificazione tedesca, la strada tornò unita. Fu completata la ricostruzione della parte centrale, con grandi edifici commerciali (fra cui le note Galeries Lafayette), con l'obiettivo di fare concorrenza al Kurfürstendamm. Tuttavia, gli sviluppi successivi hanno dimostrato che la strada continua a giocare un ruolo secondario nel panorama commerciale cittadino.

Per tentare di invertire la tendenza, dal 21 agosto 2020 si sperimenterà la chiusura al traffico di parte della strada, trasformandola in un'isola pedonale, seguendo una tendenza già presente da decenni in molte città europee, ma ancora poco diffusa a Berlino.[1]

Edifici notevoli[modifica | modifica wikitesto]

Sul lato destro:

Sul lato sinistro:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Simone Gogol-Grützner, Friedrichstraße wird Ende des Monats zur Fußgängerzone, in Berliner Woche, 13 agosto 2020.
  2. ^ Architekturführer Berlin, p. 258
  3. ^ a b Architekturführer Berlin, p. 270
  4. ^ a b Architekturführer Berlin, p. 63
  5. ^ Architekturführer Berlin, p. 52
  6. ^ a b Architekturführer Berlin, p. 45
  7. ^ Architekturführer Berlin, p. 33
  8. ^ (DE) Gerwin Zohlen, Lindencorso, in Christina Haberlik e Gerwin Zohlen (a cura di), Ein Stadtführer zur Architektur des neuen Berlin, Berlino, Nicolaische Verlagsbuchhandlung, 2002, pp. 82-83, ISBN 3-87584-275-8.
  9. ^ Architekturführer Berlin, p. 31
  10. ^ a b Architekturführer Berlin, p. 32
  11. ^ Architekturführer Berlin, p. 85
  12. ^ von Buttlar, Wittmann-Englert, Dolff-Bonekämper, op. cit., pp. 272-273
  13. ^ Architekturführer Berlin, p. 51
  14. ^ (DE) Christina Haberlik, Philip-Johnson-Haus, in Christina Haberlik e Gerwin Zohlen (a cura di), Ein Stadtführer zur Architektur des neuen Berlin, Berlino, Nicolaische Verlagsbuchhandlung, 2002, pp. 48-49, ISBN 3-87584-275-8.
  15. ^ von Buttlar, Wittmann-Englert, Dolff-Bonekämper, op. cit., p. 333

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) AA.VV., Architekturführer Berlin, 6ª ed., Berlino, Dietrich Reimer Verlag, 2001, ISBN 3-496-01211-0.
  • (DE) Adrian von Buttlar, Kerstin Wittmann-Englert, Gabi Dolff-Bonekämper (a cura di), Baukunst der Nachkriegsmoderne. Architekturführer Berlin 1949–1979, Berlino, Dietrich Reimer Verlag, 2013, ISBN 978-3-496-01486-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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