Fredegonda

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Fredegonda

Fredegonda (Montdidier, 545 circa – Parigi, 597) fu regina dei Franchi di Neustria, tra il 568 e il 584, in quanto terza moglie di Chilperico I.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il vescovo Gregorio di Tours (538594), Fredegonda, di cui non si conoscono gli ascendenti, fu la terza moglie di Chilperico I[1].

Era entrata come serva alla corte di Soissons, dove venne delegata al servizio della regina Audovera, ma la sua grande bellezza venne notata dal re Chilperico, che ne fece la sua favorita. Col tempo divenne anche uno dei più ascoltati consiglieri del sovrano e la sua influenza politica crebbe a dismisura.

Il re dei Franchi di Austrasia del nord-ovest, Chilperico I, nel quadro di una politica di amicizia con il confinante Regno dei Visigoti, invidioso del fratellastro, il re dei Franchi di Austrasia, Sigeberto I, che aveva sposato la principessa visigota Brunechilde (Mérida, penisola iberica ca. 543Renève, Borgogna, autunno 613) (Brunechilde oltre ad essere bella intelligente ed istruita, aveva portato una ricca dote[2]), decise di unirsi in matrimonio alla sorella di quest'ultima, Galsuinda, e chiese ad Atanagildo la sua mano, che non gli fu rifiutata[1].
Chilperico, dopo aver ripudiato la prima moglie, Audovera ed aver allontanato da sé Fredegonda, sposò Galsuinda.

Non molto tempo dopo però Fredegonda tornò ad essere la concubina di Chilperico e l'ambiente per Galsuinda divenne ostile in quanto tra le due donne vi furono frequenti litigi. Galsuinda, pur se aveva abbandonato l'arianesimo, chiese il permesso di tornare in patria, lasciando al marito la ricca dote[1]. Il marito, con giuste parole, riuscì a lusingarla, e Galatina abbandonò il suo proposito. Chilperico però, forse istigato dall'amante, nel 568 fece uccidere Galsuinda (secondo Gregorio di Tours la fece strangolare nel letto da un servo[1]).

Chilperico I e Fredegonda in una miniatura di Jean du Tillet (1500 ca.)

Fredegonda, nel 568, poté finalmente sposare Chilperico: l'omicidio di Galsuinda però diede origine a una guerra civile che a più riprese mise la Neustria, di cui nel frattempo Chilperico era divenuto re, contro l'Austrasia, e che si concluse solo nel 613 con la vittoria di Clotario II, figlio di Chilperico e Fredegonda, su Brunechilde e il suo pronipote Sigeberto II, in nome del quale reggeva il trono.

Sigeberto I, sollecitato dalla moglie Brunechilde, per vendicare la morte della cognata Galsuinda, mosse guerra a Chilperico e solo dopo una serie di battaglie vittoriose, con la mediazione del fratello Gontrano, chiese ed ottenne che i territori che Galsuinda aveva portato in dote al marito (Limoges, Cahors) passassero al patrimonio di sua moglie Brunechilde.
Nel 575 la guerra tra Chilperico e Sigeberto riprese e quest'ultimo occupò la Neustria e ne venne acclamato re. Subito dopo però venne fatto assassinare da due sicari di Fredegonda[3]. Dopo la morte di Sigeberto, Chilperico catturò Brunechilde che fu tenuta prigioniera a Rouen da cui però riuscì rocambolescamente a fuggire. Riconquistò dunque il suo regno in nome del figlioletto Childeberto II, di soli cinque anni. Le città di Poitiers e Tours, rimasero nelle mani di Chilperico.

Morte di Clodeberto per dissenteria.
Fredegonda cerca di uccidere la propria figlia, Rigonda.

Fredegonda, per assicurare il trono ai figli avuti da Chilperico, prendendo a pretesto il matrimonio celebrato segretamente tra Brunechilde e il secondogenito di Audovera, Meroveo, avvenuto verso il 576, fece uccidere Meroveo e fece esiliare san Pretestato, colpevole di aver celebrato le nozze e di aver pubblicamente denunciato i crimini di Fredegonda[4].
In un secondo tempo, verso il 580, anche l'ultimo figlio maschio[5] di Audovera, Clodoveo[6].
In quello stesso anno però i suoi due figli maschi ancora in vita erano morti, per un attacco di dissenteria[7].

Subito dopo la nascita dell'ultimo figlio Clotario II, nel 584 Chilperico morì, ucciso da uno sconosciuto che riuscì a dileguarsi (secondo l'Ex chronico S. Medardi suessionensis, Fredegonda, definita pessima, fu la mandante occulta dell'omicidio del marito, dopo aver scoperto che lui la tradiva[8]) e Fredegonda assunse la reggenza in nome del figlio: ebbe buoni rapporti con suo cognato Gontrano, re di Burgundia, che però aveva nominato suo erede al trono Childeberto II, figlio di Brunechilde e Sigeberto I, mentre continuò a tramare contro Brunechilde.

Dopo la morte di Gontrano (592) Fredegonda invase la Borgogna, che ora costituiva un unico regno con l'Austrasia, e sconfisse gli austrasiani a Leucofao (596) prendendo Parigi, ma, secondo Fredegario, morì l'anno dopo, sempre a Parigi, dove fu sepolta, accanto al marito, nel monastero di San Vincenzo, che in seguito divenne famoso col nome di Saint-Germain-des-Prés[9].
Il potere fu assunto dal figlio tredicenne, Clotario II.

Gregorio di Tours la descrive come una donna avida, ambiziosa e crudele, mentre Venanzio Fortunato le dedicò diversi panegirici, tra cui:

(LA)

«Omnibus eccellens meritis Fredegundis optima»

(IT)

«Splendida Fredegonda che eccelle in tutte le virtù»

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Fredegonda a Chilperico I diede sei figli[1]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 28
  2. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 27
  3. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, IV, 51
  4. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 18
  5. ^ Il primogenito di Audovera, Teodeberto, era stato ucciso in battaglia durante la guerra civile, dopo aver devastato la Turenna nel 573.
  6. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 39
  7. ^ a b c Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 34
  8. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex chronico S. Medardi suessionensis , Pag 366
  9. ^ In seguito attorno all'Abbazia di Saint-Germain-des-Prés si sviluppò l'omonimo quartiere.
  10. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 45
  11. ^ a b Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 34
  12. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, V, 22
  13. ^ Gregorio di Tours, Historia Francorum, VI, 23

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi. Vicende storiche, in Storia del mondo medievale, Cambridge, Cambridge University Press, 1999, pp. 688-711.
  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi, istituzioni, in Storia del mondo medievale, Cambridge, Cambridge University Press, 1999, pp. 712-742.

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