Franco Angrisano

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Franco Angrisano in Sette note in nero (1977)

Franco Angrisano (Potenza, 10 maggio 1926Salerno, 20 settembre 1996) è stato un attore italiano.

Di origini lucane, visse sempre a Salerno dove il padre era ferroviere. Saltuariamente è stato anche doppiatore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Comincia a lavorare nel mondo dello spettacolo nella compagnia del dopolavoro ferroviario di Salerno.

Conosciuto dal grande pubblico televisivo nel ruolo di Giacinto, il sagrestano bonaccione de I ragazzi di Padre Tobia (1968), con Silvano Tranquilli, è notato da Eduardo De Filippo che lo vuole al suo fianco per il quindicennio a venire, e da tanti registi (Sergio Leone, Ettore Scola) che lo vogliono come caratterista in numerosi film del grande schermo. Reciterà così con i più grandi attori del XX secolo quali Alberto Sordi e Monica Vitti in Polvere di stelle, Jack Lemmon e Marcello Mastroianni in Maccheroni o Giancarlo Giannini in Ternosecco.

Franco Angrisano ha dedicato gli ultimi anni della sua vita alle compagnie teatrali amatoriali, che incoraggiava e seguiva recitando spesso in tournée accanto a giovani attori e registi salernitani. Ed è in questa fase che lo scrittore salernitano Franco Pastore, ha scritto per lui La moglie dell'oste, una commedia tratta dalla dodicesima novella de Il Novellino di Masuccio Salernitano.

Per la televisione è apparso nel carosello Algida con Pippo Franco (1976) ed è stato interprete dell'episodio Nero Wolfe: Sfida al cioccolato della miniserie televisiva dedicata a Nero Wolfe; dell'episodio Il pazzo di Bergerac, della miniserie televisiva dedicata al commissario Maigret; e dell'episodio La Gran Mamma interno allo sceneggiato televisivo Storie della camorra, trasmesso da Rai 1 nel 1978 e diretto da Paolo Gazzara.

È morto il 20 settembre 1996, a Salerno, all'età di settanta anni a causa di un attacco cardiaco. Riposa nel cimitero monumentale di Salerno.

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Prosa televisiva Rai[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN313248553 · ISNI (EN0000 0004 4250 5955 · SBN RAVV308422 · BNF (FRcb169319822 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-313248553