Francesco Solimena

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
File:Francesco Solimena 001
Francesco Solimena, autoritratto

Francesco Solimena noto come l'Abate Ciccio (Canale di Serino, 4 ottobre 1657Napoli, 3 aprile 1747) è stato un pittore italiano.

Cenni biografici

Considerato uno degli artisti che meglio incarnarono la cultura tardo-barocca in Italia, l'artista si formò presso la bottega del padre Angelo, a Nocera, città originaria della madre, dove vive la sua famiglia, rifacendosi dapprima alle opere di Francesco Guarino e successivamente, resosi autonomo nello stile cominciò a guardare con interesse alla pittura scenografica e fantasiosa di Luca Giordano ed a quella tenebrista di Mattia Preti.

Le opere tra il 1670 e il 1680 tra cui si ricordano Il Paradiso nella cattedrale di Nocera e la Visione di S. Cirillo d'Alessandria nella chiesa di San Domenico a Solofra furono eseguite in collaborazione col padre.

Le opere eseguite successivamente al 1680, manifestarono sempre più il distacco dalla pittura naturalista che diverrà progressivamente adesione al gusto barocco. Vanno menzionate a questo proposito gli affreschi di San Giorgio a Salerno, e le tele delle Virtù della sacrestia di San Paolo Maggiore a Napoli.

Nella tela di San Francesco rinunzia al sacerdozio nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi (1691-1692) è invece evidente l'influenza di Mattia Preti.

Lo stile pittorico nuovo, con l'avvicinamento all'Arcadia, ebbe la sua consacrazione ne La cacciata di Eliodoro dal tempio al Gesù Nuovo e negli affreschi della cappella di San Filippo Neri ai Gerolamini.

Nel 1728 gli fu commissionato dal cardinale Michele Federico Althann, viceré di Napoli e vescovo nella città ungherese di Vác, una tela raffigurante il prelato nell'atto di offrire all'imperatore d'Austria Carlo VI il catalogo della pinacoteca imperiale (oggi al Kunsthistorische Museum di Vienna), che "suscitò un vero entusiasmo".

Un ritorno ai lavori giovanili si andò evidenziando a partire dal 1735 come ad esempio nei dipinti realizzati nella Reggia di Caserta su committenza di Carlo di Borbone.

Lavorò per le maggiori corti europee, pur senza muoversi quasi mai da Napoli.

Morì nella sua villa a Napoli nel quartiere Barra nel 1747. Fra i suoi allievi vi era Paolo Gamba.

Opere