Francesco Paolo Vicari

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Francesco Paolo Vicari
NascitaPalermo, 3 maggio 1925
MorteRoma, 24 luglio 1975
Cause della morteucciso in servizio da squilibrato
Luogo di sepolturaSan Sossio Baronia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataEsercito Italiano (all'epoca)
ArmaCarabinieri
RepartoComandante Nucleo Operativo
Anni di servizio30
GradoMaresciallo maggiore
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Francesco Paolo Vicari (Palermo, 3 maggio 1925Roma, 24 luglio 1975) è stato un militare italiano, caduto nell'adempimento del dovere e decorato con la medaglia d'oro al valor civile "alla memoria".

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La notte del 17 luglio 1975, il maresciallo maggiore Francesco Paolo Vicari, comandante del Nucleo operativo in seno alla Compagnia Carabinieri di Avellino, fu chiamato a intervenire a Grottolella, comune del proprio territorio, poiché era stata segnalata la presenza di una persona fuori di senno che sparava all'impazzata nell'abitato, mettendo a grave rischio l'incolumità della popolazione. Giunto sul posto riusciva a localizzare l'individuo e, mostrando doti di non comune coraggio e attaccamento al dovere, interveniva subito per metterlo fuori combattimento, cercando di sopraffarlo senza essere visto. Purtroppo, invece, lo squilibrato notò la presenza del Vicari sul quale fece fuoco. Vicari cadde ferito gravemente. Trasportato d'urgenza in ospedale, prima ad Avellino e poi, in elicottero, a Roma, spiró il 24 luglio nonostante due interventi chirurgici. Troppo gravi le ferite riportate a causa dei proiettili esplodenti con cui era caricata l'arma del folle.[1]

Nella ricorrenza del 39º anniversario della morte e in contemporanea con le celebrazioni per il bicentenario di fondazione dell'Arma dei Carabinieri,[2] il Maresciallo Maggiore è stato ricordato con una messa nella Chiesa di Santa Maria dell'Assunta[3] di San Sossio Baronia e la deposizione di una corona di fiori sulla lapide posta all'interno del locale cimitero.[4] Alla cerimonia hanno partecipato i familiari e i vertici dell'Arma di Campania, il Generale di Brigata Gianfranco Cavallo, comandante della Legione e il Colonnello Giovanni Adinolfi.[5]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor civile (alla memoria) - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel corso di un'operazione notturna per la cattura di un folle che, armato di un fucile da caccia, si aggirava nell'abitato sparando all'impazzata e seminando il panico tra la popolazione, localizzava, nascosto dietro un muretto, il pericoloso demente. Pur consapevole del grave rischio cui si esponeva, si avvicinava cautamente allo squilibrato per sorprenderlo, ma, fatto proditoriamente segno a colpi di arma da fuoco dallo stesso esplosi, cadeva al suolo mortalmente ferito. Fulgido esempio di non comune coraggio e di assoluta dedizione al dovere spinti fino all'estremo sacrificio. Grottolello (Avellino), 17 luglio 1975.»
— 24 maggio 1976[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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