Francesco II Moncada

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Francesco Moncada de Luna
III Principe di Paternò
VI Duca di Montalto, X Conte di Adernò, XIII Conte di Caltanissetta, Conte di Collesano, IV Duca di Bivona, X Conte di Caltabellotta
Stemma
Stemma
In carica1572 –
1593
Investitura13 febbraio 1572
PredecessoreCesare Moncada Pignatelli
SuccessoreAntonio d'Aragona Moncada
TrattamentoDon
Altri titoliBarone di Melilli, di Motta Sant'Anastasia, Signore di Biancavilla, di Centorbi, di Nicolosi, delle Due Petralie.
Nascita1569 circa
MorteAdernò, 4 maggio 1592
SepolturaChiesa dell'Assunta
Luogo di sepolturaCaltanissetta
DinastiaMoncada di Paternò
PadreCesare Moncada Pignatelli
MadreAloisia de Luna Vega
ConsorteMaria d'Aragona La Cerda
FigliLuisa
Giovanni
Antonio
Cesare
ReligioneCattolicesimo
Francesco Moncada de Luna
Nascita1569 circa
MorteAdernò, 4 maggio 1592
Cause della mortemalaria
Dati militari
Paese servito Regno di Sicilia
Anni di servizio1591 - 1592
Gradocapitano generale
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Francesco Moncada de Luna, principe di Paternò (1569 circa – Adernò, 4 maggio 1592), è stato un nobile, politico e militare italiano del XVI secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque intorno al 1569 da Cesare, II principe di Paternò, e da Aloisia de Luna Vega dei duchi di Bivona. Nel 1571 il padre morì prematuramente e la madre dovette occuparsi da sola dell'educazione sua e della sorella Isabella. La medesima, lo avviò agli studi in cui apprese la giurisprudenza, la filosofia, la letteratura e la matematica.[1] Si dedicò inoltre alla pittura, alla scultura ed al mecenatismo e svolse anche la professione di avvocato per le persone povere, che aiutava ed ascoltava.[2]

Il 13 febbraio 1572 fu investito dei titoli e dei feudi paterni, tra i quali quello di principe di Paternò, di conte di Adernò e di Caltanissetta[2], ed ebbe come reggenti il nonno materno Pietro de Luna, duca di Bivona e lo zio paterno Fabrizio Moncada, fino alla maggiore età. Nel 1585 sposò la nobildonna Maria d'Aragona La Cerda († 1610), figlia di Antonio d'Aragona Cardona, IV duca di Montalto.[3] Dall'unione nacquero quattro figli, e il 3 settembre 1586 ebbe investitura maritali nomine dei titoli e dei feudi degli Aragona, quali il Ducato di Montalto e la Contea di Collesano.[2]

Nel 1588 il Principe Francesco acquistò con enfiteusi il Palazzo Ajutamicristo per 390 onze annuali[4], con la prospettiva di farne la residenza di famiglia e sede di corte. Nel 1590, assieme alla sua consorte fondò in Caltanissetta l'ospedale del Fatebenefratelli per i poveri indigenti, e nella stessa città introdusse la Compagnia di Gesù per aiutare la cultura del popolo.[2][5]

Nel 1591 il Principe di Paternò fu nominato capitano generale dal Viceré di Sicilia per difendere l'isola dalle scorrerie dei Turchi, che represse efficacemente uccidendo numerosi ladri e banditi.[2][6] Durante la spedizione si ammalò di malaria ad Adernò[7][8], dove morì il 4 maggio 1592.[9]

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Moncada de Luna, III principe di Paternò, dal suo matrimonio con Maria d'Aragona La Cerda ottenne la seguente discendenza:

  • Luisa (1585-1629), che fu moglie di Eugenio de Padilla Manrique, conte di Santa Gadea;
  • Giovanni (1587-?), morto adolescente;
  • Antonio, IV principe di Paternò (1589-1631), che sposò la nobildonna spagnola Juana de la Cerda y de la Cueva, figlia di Juan, duca di Medinaceli, e da cui ebbe cinque figli;
  • Isabella (1591-?)
  • Cesare (1593-1633).[3][10]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Antonio Moncada e Moncada, conte di Adernò Guglielmo Raimondo Moncada Ventimiglia, conte di Adernò  
 
Contissella Moncada Esfar  
Francesco Moncada de Luna, principe di Paternò  
Eleonora Giovanna de Luna Rosso Sigismondo de Luna Cardona, conte di Sclafani  
 
Beatrice Rosso Spatafora  
Cesare Moncada Pignatelli, principe di Paternò  
Camillo Pignatelli Gesualdo, conte di Borrello Ettore Pignatelli Offieri, duca di Monteleone  
 
Ippolita Gesualdo  
Caterina Pignatelli Carafa  
Giulia Carafa Saracena Berlingieri Carafa Pignatelli  
 
Camilla Saracena del Tufo, baronessa di Novi  
Francesco Moncada de Luna, principe di Paternò  
Sigismondo de Luna Moncada Giovanni Vincenzo de Luna Rosso, conte di Caltabellotta  
 
Diana Moncada e Moncada  
Pietro de Luna Salviati, duca di Bivona  
Luisa Salviati de' Medici Jacopo Salviati  
 
Lucrezia de' Medici  
Aloisia de Luna Vega  
Juan de Vega Enríquez, signore di Grajal Hernando de Vega, signore di Grajal  
 
Blanca Enríquez de Acuña  
Isabel de Vega y Osório  
Eleonora Osorio Sarmiento Álvaro Osório, marchese di Astorga  
 
Isabel Sarmiento de Zúñiga, contessa di Santa Marta  
 
Medaglia del principe Francesco Moncada

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lengueglia, p. 588.
  2. ^ a b c d e Spreti, p. 640.
  3. ^ a b L. Scalisi, L. Foti, Il governo dei Moncada (1567-1672), in La Sicilia dei Moncada: le corti, l'arte e la cultura nei secoli XVI-XVII, Domenico Sanfilippo Editore, 2006, p. 25.
  4. ^ G. Di Marzo, Opere storiche inedite sulla città di Palermo ed altre città siciliane, volume XIV, Pedone Lauriel, 1873, p. 153.
  5. ^ C. Valenti, Sanità e Società. Vol. III: Sicilia e Sardegna. Secoli XVI - XX, Casamassima, 1990, p. 79.
  6. ^ Lengueglia, p. 604.
  7. ^ Lengueglia, p. 611.
  8. ^ PATERNO MONCADA D'ARAGONA, Antonio [collegamento interrotto], su treccani.it. URL consultato il 19 luglio 2018.
  9. ^ (ES) Discurso politico sobre las conveniencias que han de resultar al servicio de su Magestad, y bien publico del Reyno de Serdeña, Galletti, 1646, p. 12.
  10. ^ Lengueglia, p. 619.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Principe di Paternò Successore
Cesare Moncada Pignatelli 1572-1592 Antonio d'Aragona Moncada

Ebbe la reggenza di Pietro de Luna e Fabrizio Moncada, rispettivamente nonno e zio, fino alla maggiore età