Francesco Capocasale

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Francesco Capocasale
Capocasale da giovane
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 172 cm
Peso 70 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1947 - giocatore
1971 - allenatore
Carriera
Giovanili
Bari
Squadre di club1
1936-1939Bari59 (8)
1939-1941Juventus55 (2)
1941-1942Modena8 (0)
1942-1943Juventus3 (0)
1943-1944Rutigliano? (?)
1944-1945Audace Taranto5+ (2+)[1]
1945-1947Bari70 (1)
Carriera da allenatore
1948-1949Bari
1950 AS Palo
1951Bari
1951Bari
1953-1956Bari
1957Sambenedettese
1958Catania
1959-1960Anconitana
1960Bari
1961-1963Taranto
1964-1965Bari
1965-1966Trani
1969-1971Pescara[2]
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Francesco Capocasale, detto Franceschino (Bari, 25 agosto 1916Bari, 6 agosto 1998[3]), è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Come Raffaele Costantino (a lui contemporaneo), è un'indiscussa bandiera dei primi settant'anni del calcio barese. Si distinse sia come giocatore che come allenatore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Bari da padre calabrese e madre barese.[4]

In gioventù si laureò in Economia e Commercio.[4]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Era una mezzala, ma era in grado anche di ricoprire ruoli diversi come centromediano e laterale.[5] Veniva chiamato "paletta" per la potenza dei tiri e per la lunghezza dei piedi.[4]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuto nel Bari, la squadra della sua città, esordì in Serie A all'età di 20 anni il 27 dicembre 1936 contro il Torino, segnando il suo primo gol nella giornata successiva, al debutto di fronte ai suoi tifosi contro l'Alessandria.[6] Dopo tre anni di permanenza nei galletti venne ceduto alla Juventus per 210.000 £;[4] disputò in bianconero tre stagioni, intervallate da un anno al Modena, per poi interrompere la carriera per via della guerra.

Capocasale (accosciato, terzo da sinistra) alla Juventus nel 1940-1941

Durante il conflitto mondiale partecipò con il Rutigliano al Campionato dell'Italia libera 1944 dove giunse in finale, e nel 1944-45 con l'Audace Taranto al girone pugliese del campionato misto nazionale.[7]

Nel 1945, a guerra finita, venne messo in lista di trasferimento dalla Juventus, ancora proprietaria del cartellino, su sua diretta richiesta (anche per il suo matrimonio con la barese Marta Porta)[8][9]; tornò quindi nel Bari, con cui raggiunse il settimo posto in classifica nel campionato di Serie A 1946-1947, il miglior piazzamento conquistato dai pugliesi nella massima serie a girone unico. Si ritirò nello stesso 1947.[4]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Allenò lo stesso Bari nel 1948-1949 e nel 1950-1951, per una stagione in A e una in B (eccetto una piccola parentesi, sempre nel '50, sulla panchina del Palo del Colle, in Prima Divisione)[4]. Tornò sulla panchina dei biancorossi nel 1953, riportandoli in due stagioni dalla IV Serie meridionale alla Serie B e ottenendo il pieno primato di categoria sia in IV Serie che nella Serie C. Dopo aver continuato ad allenare i galletti nella stagione "d'assestamento" '55-'56, avendo espresso all'A.S. Bari il desiderio d'essere esonerato dall'incarico tecnico, venne insignito dal Comune di Bari di medaglia d'oro per l'apprezzata collaborazione[10]. Poi ebbe parentesi con la Sambenedettese nel campionato Serie B 1956-1957 (sostituì nel corso del girone di ritorno Bruno Biagini)[11], col Catania nel successivo torneo cadetto e con l'Anconitana in terza Serie, nel 1959.[8]

Capocasale al Catania nel 1958

A metà febbraio 1960, durante il trascorso nel capoluogo marchigiano, fu richiamato dal Bari per sostituire Paolo Tabanelli,[12] con cui i biancorossi erano penultimi nella classifica di Serie A[12] e rilanciando diversi giocatori (tra cui l'attaccante Paolo Erba, che mise a segno 9 reti in 15 incontri, a fronte dei 5 goal nelle prime 19 giornate)[12] ottenne una netta inversione di tendenza della formazione pugliese (che batté in casa per 3-0 il Milan di Luigi Bonizzoni) e la salvezza alla penultima giornata.[12][13] Esonerato nel novembre 1960 dopo che i biancorossi avevano raccolto due punti in sette partite,[12] allenò per due stagioni il Taranto in Serie C, dal 1961 al 1963.[14] Tornato ancora sulla panchina dei galletti nella stagione 1964-'65 in cadetteria, fu esonerato prima della fine del campionato. L'anno seguente allenò il Trani, sempre nella serie cadetta.[8] Terminò la carriera d'allenatore con il Pescara nel campionato di Serie C 1970-1971.

Non essendo mai retrocesso da allenatore, venne soprannominato "l'invincibile". I tifosi del Bari lo chiamavano anche "l'uomo della provvidenza" per i vari campionati con lui terminati in salvezze e promozioni.[4] Nel 1958 fu osservatore per la Nazionale azzurra.[4] Giocò nella Nazionale di Calcio goliardica.[4]

A Bari, negli anni duemiladieci, su iniziativa congiunta dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport e del comune di Bari gli è stato intitolato il campo sportivo del quartiere San Girolamo e una delle salite dello Stadio San Nicola.[15][16]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Bari: 1953-1954
Bari: 1954-1955

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ DIVISIONE NAZIONALE - GIRONE PUGLIESE - 1944-1945 Archiviato il 6 novembre 2016 in Internet Archive. Miky e Genny - archivio Calcio. C'è comunque da segnalare che, oltre che il torneo misto pugliese non è finora riconosciuto ufficiale dalla FIGC, a seguito dell'esclusione dell'Audace da tale competizione, i suoi risultati (e quindi anche i cartellini di ciascun suo giocatore) furono annullati.
  2. ^ Almanacco illustrato del calcio, Panini edizioni, 1971, p. 267.
  3. ^ Gianni Antonucci, scheda "Il Personaggio", pag. 436: «Il 6 agosto 1998 all'ultimo saluto da parte di amici, tifosi, compagni nella bara portava una grossa foto con un titolo: "Capocasale, re della panchina del Bari"».
  4. ^ a b c d e f g h i Gianni Antonucci, scheda "Il Personaggio", pag. 436.
  5. ^ Edizioni CENIDA, Il calcio italiano - vol. 4, CENIDA Editore, 1974, pag. 692
  6. ^ Statistiche su Wikicalcioitalia.info
  7. ^ Taranto 1944-45 Archiviato il 6 novembre 2016 in Internet Archive. Xoomer.virgilio.it
  8. ^ a b c Gianni Antonucci, con un telegramma inviato alla dirigenza bianconera affermò chiaramente che "o avrebbe giocato nel Bari o avrebbe smesso con il calcio." pp. 289-304.
  9. ^ Le liste di trasferimento dei calciatori del Nord, Il Corriere dello Sport, 28 settembre 1945, pag.2
  10. ^ Gianni Antonucci, p. 449.
  11. ^ Trattative quasi concluse tra Capocasale e la Samb, da Corriere dello Sport, 34 (XXXVIII), 8 febbraio 1957, p. 6
  12. ^ a b c d e Gianni Antonucci,  pp. 493-504.
  13. ^ www.Solobari.it Scheda della stagione 1959-1960
  14. ^ Miki e Genny - la storia del calcio a Taranto Xoomer.virgilio.it
  15. ^ A Bari il giardino dei Veterani dello Sport Archiviato il 4 maggio 2014 in Internet Archive. www.unvsbari.org - URL consultato il 4 maggio 2014 -
  16. ^ Palestrone Capocasale al taglio del nastro Archiviato il 4 maggio 2014 in Internet Archive. www.unvspuglia.it (Vito Contento, 11 gennaio 2012) - URL consultato il 4 maggio 2014 -

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Bari, Uniongrafica Corcelli, 1998.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]