Campionato mondiale di Formula 1 1990

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Formula 1 stagione 1990)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Campionato mondiale di Formula 1 1990
Edizione n. 41 del Campionato mondiale di Formula 1
Dati generali
Inizio11 marzo
Termine4 novembre
Prove16
Titoli in palio
PilotiBandiera del Brasile Ayrton Senna
su McLaren MP4/5B
CostruttoriBandiera del Regno Unito McLaren
Altre edizioni
Precedente - Successiva
Edizione in corso

Il campionato mondiale di Formula 1 1990 organizzato dalla FIA è stato, nella storia della categoria, il 41° ad assegnare il Titolo Piloti e il 33° ad assegnare quello Costruttori. Il primo fu vinto dal brasiliano Ayrton Senna, che divenne quindi Campione del Mondo per la seconda volta in carriera, mentre il secondo fu vinto dalla McLaren - Honda, che se lo aggiudicò per il terzo anno di fila.

Ayrton Senna vinse il suo secondo titolo mondiale.

La pre-stagione[modifica | modifica wikitesto]

Calendario[modifica | modifica wikitesto]

Il calendario del campionato fu redatto nel novembre 1989.[1] Il Gran Premio degli Stati Uniti, sul circuito di Phoenix, divenne la gara inaugurale della stagione: poiché infatti nell'edizione 1989, disputata il 4 Giugno, si erano verificati numerosi guasti alle vetture a causa del clima particolarmente torrido dell'Arizona in quel mese, si decise di anticipare la corsa a metà Marzo, in un periodo con temperature più fresche.
Pertanto il Gran Premio del Messico venne posticipato nella seconda metà di Giugno, portando a sua volta allo spostamento in avanti dei GP di San Marino e Monaco, e creando così un'insolita pausa di ben 7 settimane prima della tappa imolese.
Cambiò sede invece il Gran Premio del Brasile che, dopo 9 anni a Rio de Janeiro, tornò sullo storico Circuito di Interlagos, nei pressi di San Paolo del Brasile, ora intitolato al defunto pilota Carlos Pace.
Curiosamente il Gran Premio d'Australia di quell'anno fu il 500º GP nella storia della F1.

Gara Nome ufficiale del Gran Premio Circuito Sede Data Ora Diretta TV
Locale UTC ITA
1 Bandiera degli Stati Uniti Iceberg United States Grand Prix Circuito di Phoenix Phoenix 11 marzo 14:00 20:00 21:00 Rai Due / Telemontecarlo
2 Bandiera del Brasile Grande Prêmio do Brasil Autodromo José Carlos Pace San Paolo 25 marzo 13:00 16:00 18:00
3 Bandiera di San Marino Gran Premio di San Marino Autodromo Dino Ferrari Imola 13 maggio 14:30 12:30 14:30
4 Bandiera di Monaco Grand Prix de Monaco Circuito di Monte Carlo Monaco 27 maggio 15:30 13:30 15:30
5 Bandiera del Canada Grand Prix Molson du Canada Circuit Gilles Villeneuve Montréal 10 giugno 13:00 17:00 19:00 Rai Due
6 Bandiera del Messico Gran Premio de México Autodromo Hermanos Rodríguez Città del Messico 24 giugno 14:00 19:00 21:00
7 Bandiera della Francia Rhône-Poulenc Grand Prix de France Circuito Paul Ricard Le Castellet 8 luglio 14:00 12:00 14:00 Rai Due / Telemontecarlo
8 Bandiera del Regno Unito Foster's British Grand Prix Circuito di Silverstone Silverstone 15 luglio 14:00 13:00 15:00
9 Bandiera della Germania Großer Mobil 1 Preis von Deutschland Hockenheimring Hockenheim 29 luglio 14:00 12:00 14:00
10 Bandiera dell'Ungheria Magyar Nagydíj Hungaroring Mogyoród 12 agosto 14:00 12:00 14:00
11 Bandiera del Belgio Belgian Grand Prix Circuito di Spa-Francorchamps Francorchamps 26 agosto 14:00 12:00 14:00
12 Bandiera dell'Italia Coca-Cola Gran Premio d'Italia Autodromo nazionale di Monza Monza 9 settembre 15:00 13:00 15:00
13 Bandiera del Portogallo Grande Prémio de Portugal Circuito di Estoril Cascais 23 settembre 14:00 12:00 14:00
14 Bandiera della Spagna Gran Premio Tio Pepe de España Circuito di Jerez de la Frontera Jerez de la Frontera 30 settembre 14:00 13:00 14:00
15 Bandiera del Giappone Fuji Television Japanese Grand Prix Circuito di Suzuka Suzuka 21 ottobre 13:00 4:00 5:00 Rai Due
16 Bandiera dell'Australia Foster's Australian Grand Prix Circuito di Adelaide Adelaide 4 novembre 14:00 4:30 5:30

Cambiamenti rispetto al 1989[modifica | modifica wikitesto]

La Life L190 (qui al Goodwood Festival of Speed nel 2009) montava un innovativo propulsore W12 radiale, ma non riuscì mai a far segnare risultati di rilievo.

Rispetto alla stagione 1989 ci furono diversi cambiamenti.

Cambiamenti regolamentari[modifica | modifica wikitesto]

  • Furono resi obbligatori ulteriori crash test per testare la solidità delle vetture, in particolare nella zona dell'abitacolo e furono inseriti quelli per la parte anteriori.
  • I piloti dovevano essere in grado di uscire dall'abitacolo in meno di cinque secondi senza aiuti; diventò obbligatorio anche concedere una maggiore libertà di movimento alle ginocchia.

Novità tecniche[modifica | modifica wikitesto]

  • La Tyrrell 019, progettata da Harvey Postlethwaite e Jean-Claude Migeot, fu la prima vettura nella storia della Formula 1 ad avere un musetto rialzato, che consentiva così una migliore aerodinamica sull'anteriore; questa soluzione tecnica fu copiata nelle stagioni successive da tutte le altre scuderie.
  • La Life montava un motore W12 di nuova concezione, progettato dall'ex tecnico della Ferrari, Franco Rocchi; questo propulsore aveva tre bancate di quattro cilindri ciascuna, con l'idea di unire le dimensioni ridotte di un V8 con la potenza di un V12; tuttavia, si dimostrò molto poco potente ed estremamente inaffidabile.

Scuderie[modifica | modifica wikitesto]

  • Si iscrisse per la prima volta al Mondiale la Life, fondata dall'imprenditore italiano Ernesto Vita.
  • La Rial e la Zakspeed si ritirarono dal Mondiale.
  • La Brabham passò sotto il controllo del gruppo giapponese Middlebridge, mentre la March fu acquistata dallo sponsor principale, la Leyton House di Akira Akagi, cambiando il nome appunto in Leyton House Racing. Anche la Arrows divenne proprietà di un gruppo giapponese, la Footwork.
  • La Onyx, venuto meno il finanziamento del belga Jean-Pierre Van Rossem, fu ceduta inizialmente alla Middlebridge, che poi la rivendette all'italo-svizzero Peter Monteverdi. La scuderia prese il nome di Onyx-Monteverdi, ma fu costretta a chiudere a causa della mancanza di fondi dopo il Gran Premio d'Ungheria.
  • A fine stagione la Lotus, reduce da un'annata disastrosa e dall'abbandono dello sponsor principale, la Camel, fu venduta dalla famiglia Chapman a Peter Collins e Peter Wright.
  • La Life e la EuroBrun rinunciarono a partecipare alle ultime due corse della stagione.
  • La Coloni, l'Osella e la Life schierarono una sola vettura.

Motori[modifica | modifica wikitesto]

  • La Lotus firmò un contratto con la Lamborghini per la fornitura del V12 della casa italiana.
  • La Coloni concluse un accordo con la Subaru per montare sulla propria vettura un motore V12 a cilindri contrapposti sviluppato dalla Motori Moderni di Carlo Chiti. Tuttavia, i risultati deludenti convinsero la scuderia italiana a tornare, da metà stagione in poi, al più tradizionale Cosworth DFR.

Piloti[modifica | modifica wikitesto]

Pneumatici[modifica | modifica wikitesto]

  • La Tyrrell decise di passare dalla Goodyear alla Pirelli, mentre la Coloni compì il percorso inverso, firmando un contratto con la casa americana; anche la Life equipaggiò la propria unica vettura con pneumatici Goodyear.

Scuderie e piloti[modifica | modifica wikitesto]

Tabella riassuntiva[modifica | modifica wikitesto]

I piloti e le scuderie che hanno affrontato la stagione 1990 di Formula 1 sono:

Scuderia Costruttore Telaio Motore Gomme Piloti GP Collaudatore
Bandiera dell'Italia Scuderia Ferrari SpA Ferrari 641 Ferrari 036 3.5 V12
037 3.5 V12
G 1 Bandiera della Francia Alain Prost Tutti Bandiera dell'Italia Gianni Morbidelli
2 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Tutti
Bandiera del Regno Unito Tyrrell Racing Organisation Tyrrell-Ford 019 Ford DFR 3.5 V8 P 3 Bandiera del Giappone Satoru Nakajima Tutti Bandiera della Germania Volker Weidler
4 Bandiera della Francia Jean Alesi Tutti
Bandiera del Regno Unito Canon Williams Renault Williams-Renault FW13B Renault RS2 3.5 V10 G 5 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Tutti Bandiera del Regno Unito Mark Blundell
6 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Tutti
Bandiera del Regno Unito Motor Racing Developments Ltd Brabham-Judd BT58
BT59
Judd EV 3.5 V8 P 7 Bandiera della Svizzera Gregor Foitek 1-2 n/a
Bandiera dell'Australia David Brabham 3-16
8 Bandiera dell'Italia Stefano Modena Tutti
Bandiera del Regno Unito Footwork Arrows Racing Arrows-Ford A11
A11B
Ford DFR 3.5 V8 G 9 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Tutti n/a
10 Bandiera della Germania Bernd Schneider 1, 14
Bandiera dell'Italia Alex Caffi 2-13, 15-16
Bandiera del Regno Unito Camel Team Lotus Lotus-Lamborghini 102 Lamborghini 3512 3.5 V12 G 11 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Tutti n/a
12 Bandiera del Regno Unito Martin Donnelly 1-14
Bandiera del Regno Unito Johnny Herbert 15-16
Bandiera dell'Italia Fondmetal Osella Osella-Ford FA1/M-E Ford DFR 3.5 V8 P 14 Bandiera della Francia Olivier Grouillard Tutti n/a
Bandiera del Regno Unito Leyton House Racing Leyton House-Judd CG901 Judd EV 3.5 V8 G 15 Bandiera del Brasile Maurício Gugelmin Tutti Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli
16 Bandiera dell'Italia Ivan Capelli Tutti
Bandiera della Francia Automobiles Gonfaronaise Sportives AGS-Ford JH24
JH25
Ford DFR 3.5 V8 G 17 Bandiera dell'Italia Gabriele Tarquini Tutti n/a
18 Bandiera della Francia Yannick Dalmas Tutti
Bandiera del Regno Unito Benetton Formula Benetton-Ford B189B
B190
Ford HBA4 3.5 V8 G 19 Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini 1-14 Bandiera del Regno Unito Johnny Dumfries
Bandiera del Brasile Roberto Moreno
Bandiera del Brasile Roberto Moreno 15-16
20 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Tutti
Bandiera dell'Italia Scuderia Italia Dallara-Ford 190 Ford DFR 3.5 V8 P 21 Bandiera dell'Italia Gianni Morbidelli 1-2 Bandiera dell'Italia Andrea Montermini
Bandiera dell'Italia Emanuele Pirro 3-16
22 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Tutti
Bandiera dell'Italia SCM Minardi Team Minardi-Ford M189B
M190
Ford DFR 3.5 V8 P 23 Bandiera dell'Italia Pierluigi Martini Tutti n/a
24 Bandiera dell'Italia Paolo Barilla 1-14
Bandiera dell'Italia Gianni Morbidelli 15-16
Bandiera della Francia Ligier Gitanes Ligier-Ford JS33B Ford DFR 3.5 V8 G 25 Bandiera dell'Italia Nicola Larini Tutti Bandiera della Francia Emmanuel Collard
26 Bandiera della Francia Philippe Alliot Tutti
Bandiera del Regno Unito Honda Marlboro McLaren McLaren-Honda MP4/5B Honda RA109E 3.5 V10 G 27 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Tutti Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer
Bandiera del Regno Unito Allan McNish
28 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Tutti
Bandiera della Francia Espo Larrousse F1 Lola-Lamborghini LC89B
LC90
Lamborghini 3512 3.5 V12 G 29 Bandiera della Francia Éric Bernard Tutti n/a
30 Bandiera del Giappone Aguri Suzuki Tutti
Bandiera dell'Italia Coloni Racing[3] Coloni-Subaru C3B Subaru 1235 F12 G 31 Bandiera del Belgio Bertrand Gachot 1-8 n/a
Coloni-Ford C3C Ford DFR 3.5 V8 9-16
Bandiera dell'Italia Euro Brun Racing EuroBrun-Judd ER189B Judd CV 3.5 V8 P 33 Bandiera del Brasile Roberto Moreno 1-14 n/a
34 Bandiera dell'Italia Claudio Langes 1-14
Bandiera del Regno Unito Monteverdi Onyx Formula One[4] Onyx-Ford ORE-1
ORE-2
Ford DFR 3.5 V8 G 35 Bandiera della Svezia Stefan Johansson 1-2 n/a
Bandiera della Svizzera Gregor Foitek 3-10
36 Bandiera della Finlandia JJ Lehto 1-10
Bandiera dell'Italia Life Racing Engines Life F190 Life F35 3.5 W12 G 39 Bandiera dell'Australia Gary Brabham 1-2 Bandiera dell'Italia Franco Scapini
Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli 3-12
Life-Judd Judd CV 3.5 V8 13-14

Pre-stagione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'inverno tra il 1989 ed il 1990 si sviluppò un'accesa polemica tra il presidente della FISA Jean-Marie Balestre e Ayrton Senna, con il brasiliano che accusava Balestre di aver manipolato l'esito della stagione precedente a favore di Prost (in particolare riferendosi alla squalifica subita nel Gran Premio del Giappone, che aveva di fatto assegnato il titolo mondiale al rivale). Per queste affermazioni, Senna subì una multa di 100.000 dollari ed il ritiro della superlicenza necessaria per correre in Formula 1, a meno che non avesse presentato le sue scuse alla FISA. La polemica si trascinò per tutto l'inverno e si risolse solo a febbraio, quando la McLaren spedì una lettera di scuse alla FISA in accordo con il pilota brasiliano[5], proprio allo scadere dell'ultimatum di Balestre; Senna poté così riavere la superlicenza e disputare la stagione 1990.

Il calendario del campionato fu redatto nel novembre 1989.[1]

Riassunto della stagione[modifica | modifica wikitesto]

Gran Premio degli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio degli Stati Uniti 1990.
Alain Prost nell'abitacolo della sua Ferrari al Gran Premio degli Stati Uniti.

Con il passaggio dell'acerrimo rivale Prost alla Ferrari ed un'evoluzione della vettura che aveva dominato l'anno precedente, Ayrton Senna partiva favorito nella corsa al Mondiale 1990. Il brasiliano rispettò i pronostici nel Gran Premio degli Stati Uniti, nuovamente disputato sul circuito cittadino di Phoenix. Tuttavia, la gara non fu priva di sorprese: nelle qualifiche le gomme Pirelli si dimostrarono superiori alle rivali Goodyear e al fianco del poleman Gerhard Berger si schierò il sorprendente Pierluigi Martini, capace di portare la prima ed unica partenza in prima fila alla Minardi. In gara, Jean Alesi prese il comando con la sua Tyrrell; Senna, partito quinto, rimontò fino alle spalle del pilota francese, superandolo dopo un duello durato un paio di tornate. Il brasiliano ottenne così la prima vittoria stagionale davanti al giovane francese; terzo giunse Boutsen, seguito da Piquet, Modena (che non conquistò altri piazzamenti a punti nel prosieguo della stagione) e Nakajima, alla guida della seconda Tyrrell[6].

Gran Premio del Brasile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Brasile 1990.

Il secondo Gran Premio della stagione, disputato sul rinnovato Circuito di Interlagos, fu invece vinto da Alain Prost, che portò la prima vittoria alla Ferrari; il francese fu però favorito da un errore di Senna, che, dopo aver dominato tutta la gara, tamponò il doppiato Nakajima, dovendo rientrare ai box per riparare la propria vettura e concludendo in terza posizione, alle spalle anche del compagno di squadra Berger. Chiusero in zona punti anche Mansell, Boutsen (in lotta per la vittoria fino a metà gara e poi rallentato da un cambio gomme disastroso) e Piquet[7].

Gran Premio di San Marino[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di San Marino 1990.

Tra il Gran Premio del Brasile e la successiva gara, in programma ad Imola, ci fu una pausa di ben sette settimane, durante le quali le scuderie effettuarono diversi test. Al Gran Premio di San Marino fece il suo debutto la nuova Tyrrell 019, il cui innovativo musetto rialzato destò parecchio stupore; le qualifiche furono dominate dalle due McLaren, con Senna che alla fine ebbe la meglio su Berger. Dopo la vittoria di Prost in Brasile la Ferrari deluse le aspettative, con i propri piloti relegati in terza fila, alle spalle anche delle due Williams - Renault di Boutsen e Patrese. In gara Senna mantenne la prima posizione per soli tre giri, ritirandosi però per un problema ad un cerchione; passò quindi al comando Boutsen, ma il pilota belga dovette abbandonare la corsa una quindicina di tornate più tardi, tradito dal motore della sua Williams. A contendersi la vittoria rimasero così Berger, Mansell e Patrese; il pilota della Ferrari tentò di sorpassare l'austriaco nel corso del 51º passaggio, ma finì per uscire di pista e poco dopo si ritirò per la rottura del motore. A poche tornate dal termine Patrese ebbe la meglio su Berger e vinse la sua terza corsa in carriera davanti all'austriaco; terzo chiuse Nannini, che negli ultimi giri resistette alla pressione di Prost. Alle spalle del francese giunsero, infine, Piquet e Alesi, che si aggiudicarono gli ultimi punti a disposizione[8].

Gran Premio di Monaco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Monaco 1990.

Il Gran Premio di Monaco vide un dominio assoluto di Senna, che rimase al comando per tutta la gara dopo essere partito dalla pole position; dietro al brasiliano si mise nuovamente in luce Alesi che, partito dalla terza posizione, approfittò del ritiro del connazionale Prost a causa un problema elettrico per conquistare il secondo gradino del podio. Terzo giunse Berger, seguito da Boutsen, Caffi e Bernard; solo questi piloti tagliarono effettivamente il traguardo, mentre Foitek si classificò settimo dopo essersi ritirato per incidente a poche tornate dal termine[9].

Gran Premio del Canada[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Canada 1990.
Alain Prost alla guida della sua Ferrari nel Gran Premio del Canada.

Senna vinse anche in Canada, in una gara iniziata con il circuito bagnato che si asciugò progressivamente; in questo caso, però, il brasiliano approfittò della penalità di un minuto inflitta al suo compagno di squadra Berger, che aveva tagliato il traguardo per primo, per partenza anticipata. L'austriaco scivolò quindi in quarta posizione, alle spalle anche di Piquet e Mansell; chiusero la zona punti Prost e Warwick, che portava il primo punto alla Lotus[10].

Gran Premio del Messico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Messico 1990.

In Messico Prost cominciò una serie di tre vittorie consecutive, affermandosi anche in Francia e in Gran Bretagna e conquistando la testa del campionato con 41 punti, due più del rivale Senna. Sull'Autodromo Hermanos Rodríguez di Città del Messico Senna, partito terzo in griglia, condusse la gara per gran parte della sua durata; tuttavia, il brasiliano fu rallentato da una foratura lenta e fu gradualmente raggiunto da Prost, partito in tredicesima posizione e autore, insieme al compagno di squadra Mansell, di una grande rimonta. A sei giri dal termine lo pneumatico danneggiato sulla vettura di Senna esplose definitivamente, costringendo il brasiliano al ritiro e consegnando alla Ferrari la prima doppietta stagionale. Completò il podio Berger, rallentato da un problema ad una gomma nelle prime fasi di gara, mentre la zona punti fu chiusa da Nannini, Boutsen e Piquet[11].

Gran Premio di Francia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Francia 1990.

Nel Gran Premio di Francia si misero invece in luce le Leyton House di Capelli e Gugelmin, fino a quel momento relegate alle retrovie: i due, infatti, dopo essersi qualificati tra i primi dieci riuscirono ad effettuare tutta la gara senza cambi gomme, trovandosi così rispettivamente in prima e seconda posizione a circa metà distanza. Entrambi, però, furono costretti a rallentare sia per l'usura degli pneumatici che per problemi al motore, che portarono al ritiro Gugelmin mentre si trovava in terza posizione, superato da poco da Prost. Il pilota della Ferrari rimontò quindi rapidamente su Capelli, superandolo a tre tornate dal termine; l'italiano concluse al secondo posto, seguito da Senna, Piquet, Berger e Patrese. Quella conquistata da Prost era la centesima vittoria nella storia della Ferrari: la scuderia italiana era la prima a raggiungere questo traguardo[12].

Gran Premio di Gran Bretagna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Gran Bretagna 1990.

A Silverstone Patrese divenne il primo pilota nella storia della Formula 1 ad aver preso parte a duecento Gran Premi. In gara Prost si aggiudicò la vittoria dopo un serrato duello con il compagno di squadra Mansell e Berger; Senna, che aveva guidato il gruppo nei primi giri, era infatti scivolato a metà classifica dopo un'uscita di pista. Ritiratisi Mansell, Berger e il sorprendente Capelli (risalito fino al terzo posto) per problemi tecnici, il pilota brasiliano aveva rimontato fino alla terza piazza, preceduto sul traguardo anche da Boutsen. In zona punti erano entrate anche le due Lola-Larrousse di Bernard e Suzuki, separate dalla Benetton di Piquet[13].

Gran Premio di Germania[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Germania 1990.

A partire dal Gran Premio di Germania i due piloti della Lola-Larrousse, Bernard e Suzuki, non dovettero più disputare le prequalifiche, grazie ai risultati ottenuti nella prima parte di stagione; al loro posto furono costretti a partecipare a questa sessione i piloti della Ligier. A Hockenheim tornò alla vittoria Senna, che dominò qualifiche e gara anche grazie ad uno sviluppo del motore Honda e di alcune migliorie apportate dalla McLaren alla MP4/5B. Il brasiliano, dopo aver conquistato la pole position, mantenne il comando nella prima metà di gara, cedendolo dopo il cambio gomme a Nannini; il pilota italiano, che grazie agli pneumatici a mescola dura montati sulla sua Benetton prevedeva di percorrere tutta la distanza di gara senza fermarsi ai box, rimase in prima posizione fino a dodici giri dal termine, quando, in difficoltà per via dell'usura delle gomme, fu sopravanzato da Senna. Il brasiliano colse la quarta vittoria stagionale davanti a Nannini, Berger, Prost, Patrese e Boutsen, ritornando in testa alla classifica mondiale[14].

Gran Premio d'Ungheria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Ungheria 1990.

Il Gran Premio d'Ungheria fu piuttosto movimentato: le qualifiche furono dominate dalle due Williams - Renault di Boutsen e Patrese, seguiti da Senna, Berger, Mansell e Alesi. In gara Boutsen mantenne il comando al via, mentre Senna partì male e rimase bloccato dietro Alesi, non riuscendo a superarlo fino al ventunesimo passaggio. Poco dopo, il brasiliano dovette rientrare ai box a causa di una foratura, perdendo così ulteriore terreno; nel frattempo, in testa alla corsa, Boutsen teneva dietro un trenino di vetture formato da Berger, Patrese e Mansell, ai quali si aggiunse anche Nannini dopo che l'italiano era riuscito a sopravanzare Alesi. Ritiratosi Prost per un problema alla trasmissione, Senna rimontò sui piloti di testa, approfittando di un errore di Mansell per superare l'inglese e spedendo fuori pista Nannini dopo un tentativo di sorpasso. Giunto alle spalle di Boutsen, Senna tallonò il belga per una decina di giri, senza però riuscire a sopravanzarlo; i due chiusero la gara in quest'ordine, seguiti da Piquet, Patrese, Warwick e Bernard[15]

Gran Premio del Belgio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Belgio 1990.

Prima del Gran Premio del Belgio la Onyx-Monteverdi annunciò il proprio ritiro dal Mondiale; furono quindi esentati dalle prequalifiche i piloti della Ligier. Sia a Spa-Francorchamps che nel successivo Gran Premio d'Italia Senna vinse davanti al rivale Prost; il brasiliano allungò quindi in modo netto in classifica piloti, portando il proprio vantaggio sul pilota della Ferrari a sedici punti. In Belgio la partenza dovette essere ripetuta per ben tre volte, in seguito ad una collisione multipla alla Source e ad un brutto incidente di Paolo Barilla alla Eau Rouge; quando finalmente il via si svolse regolarmente, Senna mantenne la prima posizione dalla pole position davanti al compagno di squadra Berger e a Prost. Il francese sopravanzò il pilota della McLaren, in difficoltà con le gomme, ma non riuscì mai a mettere sotto pressione Senna, che tagliò per primo il traguardo. Alle spalle dei primi due giunse Berger, dopo un acceso duello con Nannini, quarto al termine; chiusero in zona punti anche Piquet e Gugelmin[16].

Gran Premio d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Italia 1990.

Anche a Monza fu necessario ripetere la partenza, questa volta in seguito ad uno spaventoso incidente di Warwick, la cui Lotus si capovolse. Al secondo via Senna partì bene dalla pole position, mantenendo la testa della corsa, mentre durante i primi giri si mise in luce Alesi, che sopravanzò sia Mansell che Prost, portandosi in terza posizione. Il pilota della Tyrrell si ritirò però dopo poche tornate per un'uscita di pista; Berger cominciò a perdere terreno per un problema ai freni e fu superato da Prost, ma il pilota della Ferrari non si avvicinò mai abbastanza a Senna per attaccarlo, dovendosi accontentare del secondo posto alle spalle del rivale. Berger riuscì a terminare la gara al terzo posto, seguito da Mansell, Patrese e Nakajima[17].

Gran Premio del Portogallo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Portogallo 1990.

Nel Gran Premio del Portogallo la Ferrari si dimostrò superiore alla McLaren, permettendo a Mansell e Prost di monopolizzare la prima fila; tuttavia, il pilota inglese sbagliò la partenza, finendo per ostacolare il proprio compagno di squadra. I due scivolarono rispettivamente in terza e in quinta posizione, separati da Piquet e preceduti da Senna e Berger; Prost, rallentato da un problema al cambio, rimontò più lentamente di Mansell, che al 50º passaggio attaccò e superò Senna, portandosi in testa. Poche tornate più tardi anche il francese si portò alle spalle del rivale, ma la gara fu sospesa a dieci giri dal termine a causa di un incidente tra Aguri Suzuki e Alex Caffi e Prost non poté tentare nessuna manovra di sorpasso. Mansell vinse dunque davanti a Senna, Prost, Berger, Piquet e Nannini[18]. A fine gara, il pilota inglese fu duramente attaccato dal compagno di squadra per la manovra al via; Prost criticò anche il direttore sportivo Cesare Fiorio, reo secondo lui di non favorirlo nella corsa al titolo[19].

Gran Premio di Spagna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Spagna 1990.

In Spagna Martin Donnelly fu vittima di un terribile incidente durante le prove del venerdì: il pilota fu sbalzato dall'abitacolo della propria vettura, che si era completamente disintegrato nell'impatto. Miracolosamente Donnelly sopravvisse, ma le conseguenze fisiche dell'incidente troncheranno la sua carriera in Formula 1. In gara, invece, Senna mantenne il comando dalla pole position, ma il pilota brasiliano fu subito messo sotto pressione da Prost e Mansell. Il francese approfittò dei cambi gomme per sopravanzare il rivale, manovra che non riuscì al compagno di squadra; il pilota inglese superò Senna quando questi si dovette ritirare per un problema ad un radiatore, bucato dai detriti di un'altra vettura. Prost e Mansell conquistarono quindi la seconda doppietta stagionale per la Ferrari, davanti a Nannini, Boutsen, Patrese e Suzuki; grazie a questo risultato Prost riaprì la lotta per il mondiale, portandosi a nove lunghezze da Senna con due Gran Premi ancora da disputare. Tuttavia, per tenere vive le sue speranze di vittoria Prost doveva necessariamente vincere nella successiva gara, in Giappone.[20].

Gran Premio del Giappone[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Giappone 1990.

A Suzuka, teatro della penultima prova del mondiale, non si presentarono EuroBrun e Life, che si ritirarono dal campionato. Senna conquistò la pole position, davanti al rivale Prost; alla partenza il francese scattò meglio del rivale, sopravanzandolo, ma Senna lo tamponò alla prima curva ed entrambi furono costretti al ritiro. La manovra di Senna causò enormi polemiche, con Prost che lo accusava di aver causato l'incidente apposta; la rivalità tra i due si riaccese bruscamente. La FIA decise di non penalizzare Senna, consegnandogli di fatto la certezza matematica del secondo titolo iridato. Il Gran Premio vide la vittoria di Piquet, che tornava così al successo dopo il Gran Premio d'Italia 1987; il pilota brasiliano approfittò dei ritiri di Berger e Mansell per conquistare la prima posizione, non cedendola più fino al termine. Secondo giunse Roberto Moreno, arrivato alla Benetton in sostituzione di Alessandro Nannini, ferito gravemente in un incidente di elicottero; il terzo posto fu invece conquistato dall'idolo locale Aguri Suzuki, che diventò il primo pilota giapponese a salire sul podio in una gara di Formula 1. Chiusero in zona punti anche Patrese, Boutsen e Nakajima[21].

Gran Premio d'Australia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Australia 1990.

L'ultima gara della stagione, il Gran Premio d'Australia, fu il cinquecentesimo Gran Premio nella storia della Formula 1. La gara fu vinta, come la precedente, da Piquet, che precedette sul traguardo Mansell dopo un emozionante duello negli ultimi giri; Senna, che aveva guidato il gruppo per gran parte della distanza, si dovette ritirare per un problema al cambio, che lo mandò a sbattere contro le barriere. In terza posizione chiuse Prost, seguito da Berger, Boutsen e Patrese[22]. Il campionato si chiuse con la vittoria di Senna, a quota 78 punti, sette in più del rivale Prost; Piquet e Berger conquistarono entrambi 43 punti, classificandosi terzi a pari merito. Il Campionato Costruttori fu vinto dalla McLaren, che marcò in tutto 121 punti; seconda giunse la Ferrari a 110, seguita da Benetton e Williams, rispettivamente a quota 71 e 57.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

N Gara Luogo Pole position Giro veloce Pilota vincitore Costruttore Resoconto
1 Bandiera degli Stati Uniti Gran Premio degli Stati Uniti Phoenix Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda Resoconto
2 Bandiera del Brasile Gran Premio del Brasile Interlagos Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera della Francia Alain Prost Ferrari Resoconto
3 Bandiera di San Marino Gran Premio di San Marino Imola Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Williams - Renault Resoconto
4 Bandiera di Monaco Gran Premio di Monaco Monaco Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda Resoconto
5 Bandiera del Canada Gran Premio del Canada Montreal Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda Resoconto
6 Bandiera del Messico Gran Premio del Messico Città del Messico Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Alain Prost Ferrari Resoconto
7 Bandiera della Francia Gran Premio di Francia Le Castellet Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera della Francia Alain Prost Ferrari Resoconto
8 Bandiera del Regno Unito Gran Premio di Gran Bretagna Silverstone Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera della Francia Alain Prost Ferrari Resoconto
9 Bandiera della Germania Gran Premio di Germania Hockenheim Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda Resoconto
10 Bandiera dell'Ungheria Gran Premio d'Ungheria Hungaroring Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Williams - Renault Resoconto
11 Bandiera del Belgio Gran Premio del Belgio Spa-Francorchamps Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda Resoconto
12 Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia Monza Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda Resoconto
13 Bandiera del Portogallo Gran Premio del Portogallo Estoril Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Ferrari Resoconto
14 Bandiera della Spagna Gran Premio di Spagna Jerez Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera della Francia Alain Prost Ferrari Resoconto
15 Bandiera del Giappone Gran Premio del Giappone Suzuka Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Brasile Nelson Piquet Benetton - Ford Resoconto
16 Bandiera dell'Australia Gran Premio d'Australia Adelaide Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Brasile Nelson Piquet Benetton - Ford Resoconto

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Sistema di punteggio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema di punteggio della Formula 1.
Posizione                  
Punti 9 6 4 3 2 1

Classifica piloti[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Pilota Punti
1 Bandiera del Brasile Ayrton Senna 1 3 Rit 1 1 20* 3 3 1 2 1 1 2 Rit Rit Rit 78
2 Bandiera della Francia Alain Prost Rit 1 4 Rit 5 1 1 1 4 Rit 2 2 3 1 Rit 3 71 (73)
3 Bandiera del Brasile Nelson Piquet 4 6 5 SQ 2 6 4 5 Rit 3 5 7 5 Rit 1 1 43 (44)
4 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Rit 2 2 3 4 3 5 14* 3 16* 3 3 4 Rit Rit 4 43
5 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Rit 4 Rit Rit 3 2 18* Rit Rit 17* Rit 4 1 2 Rit 2 37
6 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen 3 5 Rit 4 Rit 5 Rit 2 6 1 Rit Rit Rit 4 5 5 34
7 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese 9 13* 1 Rit Rit 9 6 Rit 5 4 Rit 5 7 5 4 6 23
8 Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini 11 10* 3 Rit Rit 4 16* Rit 2 Rit 4 8 6 3 21
9 Bandiera della Francia Jean Alesi 2 7 6 2 Rit 7 Rit 8 11* Rit 8 Rit 8 Rit NP 8 13
10 Bandiera dell'Italia Ivan Capelli Rit NQ Rit Rit 10 NQ 2 Rit 7 Rit 7 Rit Rit Rit Rit Rit 6
11 Bandiera del Brasile Roberto Moreno 13 NPQ Rit NQ NQ SQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ 2 7 6
12 Bandiera del Giappone Aguri Suzuki Rit Rit Rit Rit 12 Rit 7 6 Rit Rit Rit Rit 14* 6 3 Rit 6
13 Bandiera della Francia Éric Bernard 8 Rit 13* 6 9 Rit 8 4 Rit 6 9 Rit Rit Rit Rit Rit 5
14 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Rit Rit 7 Rit 6 10 11 Rit 8 5 11 Rit Rit Rit Rit Rit 3
15 Bandiera del Giappone Satoru Nakajima 6 8 Rit Rit 11 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 6 NP Rit 6 Rit 3
16 Bandiera dell'Italia Alex Caffi Rit NQ 5 8 NQ Rit 7 9 9 10 9 13* 9 NQ 2
17 Bandiera dell'Italia Stefano Modena 5 Rit Rit Rit 7 11 13 9 Rit Rit 17* Rit Rit Rit Rit 12 2
18 Bandiera del Brasile Maurício Gugelmin 14 NQ Rit NQ NQ NQ Rit NP Rit 8 6 Rit 12 8 Rit Rit 1
- Bandiera dell'Italia Nicola Larini Rit 11 10 Rit Rit 16 14 10 10 11 14 11 10 7 7 10 0
- Bandiera del Regno Unito Martin Donnelly Rit Rit 8 Rit Rit 8 12 Rit Rit 7 12 Rit Rit NP 0
- Bandiera dell'Italia Pierluigi Martini 7 9 NP Rit Rit 12 Rit Rit Rit Rit 15 Rit 11 Rit 8 9 0
- Bandiera della Svizzera Gregor Foitek Rit Rit Rit 7* Rit 15 NQ NQ Rit NQ 0
- Bandiera della Francia Philippe Alliot SQ 12 9 Rit Rit 18 9 13 SQ 14 NQ 13 Rit Rit 10 11 0
- Bandiera dell'Italia Michele Alboreto 10 Rit NQ NQ Rit 17 10 Rit Rit 12 13 12* 9 10 Rit NQ 0
- Bandiera della Francia Yannick Dalmas NPQ Rit NPQ NPQ NPQ NPQ 17 NPQ NQ NQ NQ Rit Rit 9 NQ NQ 0
- Bandiera dell'Italia Emanuele Pirro Rit Rit Rit Rit Rit 11 Rit 10 Rit Rit 15 Rit Rit Rit 0
- Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Rit Rit Rit Rit Rit 13 NP Rit NQ Rit Rit 10 Rit Rit Rit Rit 0
- Bandiera dell'Italia Paolo Barilla Rit Rit 11 Rit NQ 14 NQ 12 NQ 15 Rit NQ NQ NQ 0
- Bandiera della Finlandia JJ Lehto NQ NQ 12 Rit Rit Rit NQ NQ NC NQ 0
- Bandiera della Germania Bernd Schneider 12 NQ 0
- Bandiera della Francia Olivier Grouillard Rit Rit Rit NQ 13 19 NPQ NQ NQ NPQ 16 Rit NQ Rit NQ 13 0
- Bandiera dell'Italia Gabriele Tarquini NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NQ Rit NPQ 13 NQ NQ NQ Rit NQ Rit 0
- Bandiera dell'Italia Gianni Morbidelli NQ 14 Rit Rit 0
- Bandiera dell'Australia David Brabham NQ Rit NQ Rit 15 NQ Rit NQ Rit NQ Rit NQ Rit Rit 0
- Bandiera del Regno Unito Johnny Herbert Rit Rit 0
- Bandiera del Belgio Bertrand Gachot NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ 0
- Bandiera dell'Italia Claudio Langes NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ 0
- Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ 0
- Bandiera della Svezia Stefan Johansson NQ NQ 0
- Bandiera dell'Australia Gary Brabham NPQ NPQ 0
Pos. Pilota Punti
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

* Indica quei piloti che non hanno terminato la gara ma sono ugualmente classificati avendo coperto, come previsto dal regolamento, almeno il 90% della distanza totale.

Classifica costruttori[modifica | modifica wikitesto]

Posizione Costruttore Pilota USA Bandiera degli Stati Uniti BRA Bandiera del Brasile SMR Bandiera di San Marino MON Bandiera di Monaco CAN Bandiera del Canada MEX Bandiera del Messico FRA Bandiera della Francia GBR Bandiera del Regno Unito GER Bandiera della Germania UNG Bandiera dell'Ungheria BEL Bandiera del Belgio ITA Bandiera dell'Italia POR Bandiera del Portogallo SPA Bandiera della Spagna GIA Bandiera del Giappone AUS Bandiera dell'Australia Punti
1 Bandiera del Regno Unito McLaren-Honda Senna 1 3 Rit 1 1 20* 3 3 1 2 1 1 2 Rit Rit Rit 121
Berger Rit 2 2 3 4 3 5 14* 3 16* 3 3 4 Rit Rit 4
2 Bandiera dell'Italia Ferrari Prost Rit 1 4 Rit 5 1 1 1 4 Rit 2 2 3 1 Rit 3 110
Mansell Rit 4 Rit Rit 3 2 18* Rit Rit 17* Rit 4 1 2 Rit 2
3 Bandiera del Regno Unito Benetton-Ford Nannini 11 10 3 Rit Rit 4 16* Rit 2 Rit 4 8 6 3 71
Moreno 2 7
Piquet 4 6 5 SQ 2 6 4 5 Rit 3 5 7 5 Rit 1 1
4 Bandiera del Regno Unito Williams-Renault Boutsen 3 5 Rit 4 Rit 5 Rit 2 6 1 Rit Rit Rit 4 5 5 57
Patrese 9 13* 1 Rit Rit 9 6 Rit 5 4 Rit 5 7 5 4 6
5 Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Nakajima 6 8 Rit Rit 11 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 6 NP Rit 6 Rit 16
Alesi 2 7 6 2 Rit 7 Rit 8 11* Rit 8 Rit 8 Rit NP 8
6 Bandiera del Regno Unito Lola Larrousse-Lamborghini Bernard 8 Rit 13* 6 9 Rit 8 4 Rit 6 9 Rit Rit Rit Rit Rit 11
Suzuki Rit Rit Rit Rit 12 Rit 7 6 Rit Rit Rit Rit 14* 6 3 Rit
7 Bandiera del Regno Unito Leyton House-Judd Gugelmin 14 NQ Rit NQ NQ NQ Rit NP Rit 8 6 Rit 12 8 Rit Rit 7
Capelli Rit NQ Rit Rit 10 NQ 2 Rit 7 Rit 7 Rit Rit Rit Rit Rit
8 Bandiera del Regno Unito Lotus-Lamborghini Warwick Rit Rit 7 Rit 6 10 11 Rit 8 5 11 Rit Rit Rit Rit Rit 3
Donnelly Rit Rit 8 Rit Rit 8 12 Rit Rit 7 12 Rit Rit NP
Herbert Rit Rit
9 Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Alboreto 10 Rit NQ NQ Rit 17 10 Rit Rit 12 13 12* 9 10 Rit NQ 2
Schneider 12 NQ
Caffi Rit NQ 5 8 NQ Rit 7 9 9 10 9 13* 9 NQ
10 Bandiera del Regno Unito Brabham-Judd Foitek Rit Rit 2
D. Brabham NQ Rit NQ Rit 15 NQ Rit NQ Rit NQ Rit NQ Rit Rit
Modena 5 Rit Rit Rit 7 11 13 9 Rit Rit 17* Rit Rit Rit Rit 12
11 Bandiera della Francia Ligier-Ford Larini Rit 11 10 Rit Rit 16 14 10 10 11 14 11 10 7 7 10 0
Alliot SQ 12 9 Rit Rit 18 9 13 SQ 14 NQ 13 Rit Rit 10 11
12 Bandiera dell'Italia Minardi-Ford Martini 7 9 NP Rit Rit 12 Rit Rit Rit Rit 15 Rit 11 Rit 8 9 0
Barilla Rit Rit 11 Rit NQ 14 NQ 12 NQ 15 Rit NQ NQ NQ
Morbidelli Rit Rit
13 Bandiera del Regno Unito Onyx-Ford Johansson NQ NQ 0
Foitek Rit 7* Rit 15 NQ NQ Rit NQ
Lehto NQ NQ 12 Rit Rit Rit NQ NQ NC NQ
14 Bandiera della Francia AGS-Ford Tarquini NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NQ Rit NPQ 13 NQ NQ NQ Rit NQ Rit 0
Dalmas NPQ Rit NPQ NPQ NPQ NPQ 17 NPQ NQ NQ NQ Rit Rit 9 NQ NQ
15 Bandiera dell'Italia Dallara Scuderia Italia-Ford Morbidelli NQ 14 0
Pirro Rit Rit Rit Rit Rit 11 Rit 10 Rit Rit 15 Rit Rit Rit
De Cesaris Rit Rit Rit Rit Rit 13 NP Rit NQ Rit Rit 10 Rit Rit Rit Rit
16 Bandiera dell'Italia Osella-Ford Grouillard Rit Rit Rit NQ 13 19 NPQ NQ NQ NPQ 16 Rit NQ Rit NQ 13 0
17 Bandiera dell'Italia EuroBrun-Judd Moreno 13 NPQ Rit NQ NQ SQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ 0
Langes NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ
18 Bandiera dell'Italia Coloni-Subaru/Ford Gachot NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ 0
19 Bandiera dell'Italia Life/Life-Judd G. Brabham NPQ NPQ 0
Giacomelli NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ NPQ
Posizione Costruttore Pilota USA Bandiera degli Stati Uniti BRA Bandiera del Brasile SMR Bandiera di San Marino MON Bandiera di Monaco CAN Bandiera del Canada MEX Bandiera del Messico FRA Bandiera della Francia GBR Bandiera del Regno Unito GER Bandiera della Germania UNG Bandiera dell'Ungheria BEL Bandiera del Belgio ITA Bandiera dell'Italia POR Bandiera del Portogallo SPA Bandiera della Spagna GIA Bandiera del Giappone AUS Bandiera dell'Australia Punti

Statistiche costruttori[modifica | modifica wikitesto]

Pos Costruttore Telaio Motore Pneumatici Punti Vittorie Podi Pole position
1 Bandiera del Regno Unito McLaren - Honda MP4/5B Honda RA109E G 121 6 18 12
2 Bandiera dell'Italia Ferrari 641 Ferrari 036 G 110 6 14 3
3 Bandiera del Regno Unito Benetton - Ford B189B
B190
Ford HBA4 G 71 2 8
4 Bandiera del Regno Unito Williams - Renault FW13B Renault RS2 G 57 2 4 1
5 Bandiera del Regno Unito Tyrrell - Ford 018
019
Ford DFR P 16 2
6 Bandiera del Regno Unito Lola Larrousse - Lamborghini LC89B
LC90
Lamborghini 3512 G 11 1
7 Bandiera del Regno Unito Leyton House - Judd CG901 Judd EV G 7 1
8 Bandiera del Regno Unito Lotus - Lamborghini 102 Lamborghini 3512 G 3
9 Bandiera del Regno Unito Arrows - Ford A11
A11B
Ford DFR G 2
10 Bandiera del Regno Unito Brabham - Judd BT58
BT59
Judd EV P 2
11 Bandiera del Regno Unito Onyx - Ford ORE-1
ORE-2
Ford DFR G
12 Bandiera della Francia Ligier - Ford JS33B Ford DFR G
13 Bandiera dell'Italia Osella - Ford FA1/M-E Ford DFR P
14 Bandiera dell'Italia Life F190 Life F35
Judd CV
G
15 Bandiera dell'Italia EuroBrun - Judd ER189B Judd CV P
16 Bandiera dell'Italia Dallara Scuderia Italia - Ford F190 Ford DFR P
17 Bandiera dell'Italia Coloni - Ford C3C Ford DFR G
18 Bandiera dell'Italia Coloni - Subaru C3B Subaru 1235 G
19 Bandiera della Francia AGS - Ford JH24
JH25
Ford DFR G
20 Bandiera dell'Italia Minardi - Ford M189
M190
Ford DFR P

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Carlo Marincovich, Pronti a dividere la Formula 1, in la Repubblica, 8 novembre 1989, p. 27.
  2. ^ Adriano Cimarosti, Grand Prix Story, Milano, Giorgio Nada editore, 1990, p. 414, ISBN 88-7911-025-X.
  3. ^ Fino al Gran Premio di Gran Bretagna, la scuderia viene iscritta ai Gran Premi come "Subaru Coloni Racing". Dal successivo Gran Premio di Germania fino al termine della stagione, a causa del cessato rapporto tra il costruttore italiano e il motorista giapponese, il team viene iscritto senza il title sponsor, cfr. (EN) Unraced '90s F1 cars – the Motor Sport guide, su motorsportmagazine.com, 6 maggio 2021. URL consultato il 1º novembre 2022.
  4. ^ Fino al Gran Premio di Francia la scuderia viene iscritta ai Gran Premi come "Moneytron Onyx Formula One". Dal successivo Gran Premio di Gran Bretagna fino al Gran Premio d'Ungheria, ultima gara della squadra britannica, a causa del passaggio di proprietà alla Automobile Monteverdi, il team viene iscritto come "Monteverdi Onyx Formula One", cfr. (EN) MONTEVERDI Formula 1, su monteverdi.ch. URL consultato il 1º novembre 2022.
  5. ^ Cesare Maria Mannucci, Ayrton, pag.83
  6. ^ (EN) Grand Prix Results: United States GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato l'11 novembre 2009.
  7. ^ (EN) Grand Prix Results: Brazilian GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato l'11 novembre 2009.
  8. ^ (EN) Grand Prix Results: San Marino GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato l'11 novembre 2009.
  9. ^ (EN) Grand Prix Results: Monaco GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 12 novembre 2009.
  10. ^ (EN) Grand Prix Results:Canadian GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 12 novembre 2009.
  11. ^ (EN) Grand Prix Results: Mexican GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 12 novembre 2009.
  12. ^ (EN) Grand Prix Results: French GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 12 novembre 2009.
  13. ^ (EN) Grand Prix Results: British GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 12 novembre 2009.
  14. ^ (EN) Grand Prix Results: German GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 13 novembre 2009.
  15. ^ (EN) Grand Prix Results: Hungarian GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 13 novembre 2009.
  16. ^ (EN) Grand Prix Results: Belgian GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 13 novembre 2009.
  17. ^ (EN) Grand Prix Results: Italian GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 13 novembre 2009.
  18. ^ (EN) Grand Prix Results: Portuguese GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 14 novembre 2009.
  19. ^ Adriano Cimarosti, Grand Prix Story, Milano, Giorgio Nada editore, 1990, pp. 407-418, ISBN 88-7911-025-X.
  20. ^ (EN) Grand Prix Results: Spanish GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 14 novembre 2009.
  21. ^ (EN) Grand Prix Results: Japanese GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 14 novembre 2009.
  22. ^ (EN) Grand Prix Results: Australian GP, 1990, su grandprix.com. URL consultato il 14 novembre 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adriano Cimarosti, Grand Prix Story, Milano, Giorgio Nada editore, 1990, pp. 407-418, ISBN 88-7911-025-X.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN155456087 · GND (DE2115292-5
  Portale Formula 1: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Formula 1