Fondazione per la preservazione della tradizione mahayana

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Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition
AbbreviazioneFPMT
Fondazione1975
Sede centraleBandiera degli Stati Uniti Portland
Sito web

La Fondazione per la preservazione della tradizione mahayana è una fondazione religiosa e culturale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La FPMT (Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition) - in italiano Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana - è un organismo internazionale costituito nel 1975 da due insigni maestri spirituali tibetani, Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoche, per coordinare e valorizzare le attività dei centri che si stavano formando spontaneamente in Occidente allo scopo di rendere accessibile al pubblico il Buddismo Mahāyāna come veniva insegnato e praticato in Tibet, prima che la Cina imponesse restrizioni alla libertà religiosa.

Questo network di enti di ispirazione buddhista, paragonato dai discepoli dei due Lama per la sua complessità a un Maṇḍala, è oggi un organismo internazionale comprendente centocinquantasei enti in trentasei Paesi del mondo[1], indipendenti dal punto di vista giuridico ed economico ma collegati dal forte rapporto spirituale che i promotori e i frequentatori dei centri hanno con i Lama fondatori: si tratta di centri di studio, monasteri, centri di ritiro, case editrici e numerose attività sociali: hospices per malati terminali, scuole, mense gratuite, centri medici, gruppi di sostegno spirituale ai carcerati, un centro specializzato nella cura della lebbra e della tubercolosi.

Alcune di queste attività umanitarie, come ad esempio il Cittamani Hospice in Australia e Adozioni in Tibet in Italia, hanno una struttura giuridica, organizzativa ed economica propria, altre invece sono dipartimenti di un centro maggiore.

Dalla morte di Lama Yeshe il direttore spirituale dell'istituzione è Lama Zopa Rinpoche.

In Italia la FPMT è rappresentata dalla FPMT Italia, fondazione riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) il 20/7/99.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) FPMT Centers, Projects and Services, su fpmt.org.
  2. ^ Gazzetta Ufficiale 20 luglio 1999 - Riconoscimento FPMT, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 19 luglio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]