Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..."

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Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..."
Mariangela Melato, Giancarlo Giannini e Lina Polito in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1973
Durata125 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico
RegiaLina Wertmüller
SceneggiaturaLina Wertmüller
ProduttoreRomano Cardarelli
Casa di produzioneEuro International Film (Roma), Labrador Films (Parigi)
Distribuzione in italianoEuro International Films
FotografiaGiuseppe Rotunno
MontaggioFranco Fraticelli
MusicheNino Rota e Carlo Savina
ScenografiaEnrico Job (arredatore Emilio Baldelli)
CostumiEnrico Job
TruccoMichele Trimarchi
Interpreti e personaggi

Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." è un film del 1973 scritto e diretto da Lina Wertmüller.

Presentato in concorso al 26º Festival di Cannes, è valso al protagonista Giancarlo Giannini il premio per la migliore interpretazione maschile.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1932 un contadino del Polesine, Antonio Soffiantini detto Tunin, dopo l'uccisione da parte dei carabinieri di un suo compagno anarchico, si reca a Roma per assassinare Mussolini. Nella capitale egli entra in contatto con Salomè, una prostituta amante di un anarchico del gruppo, la quale lo ospita nella casa chiusa in cui lavora, spacciandolo per un suo cugino. Qui Tunin si innamora di un'altra prostituta, Tripolina, alla quale svela la causa che lo ha portato a Roma chiedendole in cambio di passare gli ultimi due giorni con lui. Nel frattempo un personaggio importante sta morendo per cause naturali mentre si trova alla casa chiusa, e la cinica padrona vuole farlo portare via di nascosto per evitare guai. Tunin e Salomè si occupano di trasportare il moribondo e in cambio Tunin ottiene i due giorni in esclusiva con Tripolina.

Il mattino dell'attentato Tunin si sveglia in ritardo, in seguito all'intervento di Tripolina, che vuole impedirgli di compiere il folle gesto per proteggerlo. Angosciato, perde il lume della ragione, e inizia a sparare sulle forze dell'ordine, che erano nel bordello per un controllo. Arrestato e picchiato dalla polizia politica, Tunin muore in prigione, ma la sua morte viene fatta passare per suicidio: «Stamattina alle 10 in via dei Fiori, nella nota casa di tolleranza, un uomo non identificato, in preda ad improvvisa crisi di follia, sparava ad una pattuglia di carabinieri accorsi al loro dovere. Arrestato, lo sconosciuto si toglieva la vita colpendo violentemente la testa contro il muro della cella».

Il film si chiude con una citazione dell'anarchico Errico Malatesta: «Voglio ripetere il mio orrore per attentati che oltre che essere cattivi in sé sono stupidi perché nuocciono alla causa che dovrebbero servire... Ma quegli assassini sono anche dei santi e degli eroi... e saranno celebrati il giorno in cui si dimenticherà il fatto brutale per ricordare solo l'idea che li illuminò e il martirio che li rese sacri».

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

  • Il brano Canzone arrabbiata, scritta da Nino Rota e cantata da Anna Melato (sorella di Mariangela), era già stata utilizzata dal compositore per un precedente film, Fantasmi a Roma (1961).
  • La canzone Antonio Soffiantini detto Tunin è cantata da Anna Melato.
  • Nel film è cantata, dalla Melato, la canzone "Amara me", di tradizione abruzzese, nota come "Scura maje ovvero Lamento di una vedova".
  • I pezzi Ninna Nanna e Canzone appassionata sono cantate da Isa Danieli.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Trasposizioni per altri media[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Awards 1973, su festival-cannes.fr. URL consultato il 18 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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