Le Figaro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Figaro-Magazine)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le Figaro
Logo
Logo
StatoBandiera della Francia Francia
Linguafrancese
Periodicitàquotidiano
FormatoBerliner
Fondazione15 gennaio 1826
SedeIX arrondissement di Parigi
Editore
Diffusione cartacea317.000 (2015)
DirettoreAlexis Brézet (dal 2012)
ISSN0182-5852 (WC · ACNP) e 2496-8994 (WC · ACNP)
Sito webwww.lefigaro.fr/
 
Antica sede de le Figaro, a Parigi

Le Figaro è un quotidiano francese, il più longevo fra quelli ancora in pubblicazione. Fu fondato nel 1826 sotto Carlo X; prese il nome dal personaggio della trilogia di Beaumarchais (Le nozze di Figaro, Il barbiere di Siviglia, La madre colpevole).

Con la sua linea editoriale di centrodestra, Le Figaro è il più grande quotidiano nazionale in Francia, davanti a Le Parisien e Le Monde. Nel 2011 è stato il più diffuso quotidiano francese, con 320 000 copie di vendita media.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1826: Il cantante Laurice Alhoy ed il romanziere Etienne Arago creano il 15 gennaio un settimanale satirico a Parigi. Si presenta con un formato di quattro pagine, ed è pubblicato con numerose interruzioni proprio a causa del suo carattere satirico.
  • 1833: la pubblicazione si interrompe, viene rilanciata più volte ma è sempre un insuccesso.
  • aprile 1854: Hippolyte de Villemessant rilancia l'impresa: il giornale è soprattutto parigino e letterario. Riesce a circondarsi di giornalisti di talento e innovatori: crea rubriche permanenti, in cui i lettori scrivono e si incontrano. La rubrica Échos ("Echi"), che con aneddoti e indiscrezioni regala al pubblico l'impressione di appartenere ad un insieme di privilegiati messi in confidenza, è un vero successo.
  • 1856: il successo del Figaro è tale che Hippolyte de Villemessant decide di raddoppiare la sua frequenza: il giornale esce mercoledì e domenica.
  • 1863: esce un quotidiano concorrente, le Petit Journal. Di conseguenza Villemessant crea l'Événement, un altro quotidiano, lasciando uscire le Figaro due volte a settimana. Le Petit Journal esce vincitore di questo confronto e scompare l'Événement poco tempo dopo, a causa di un articolo sul diritto dei poveri che non sarebbe stato apprezzato dal governo di Napoleone III.
  • 16 novembre 1866: Le Figaro diventa un quotidiano ma evita immediatamente argomenti scottanti e quindi la censura. La tiratura raggiunge le 56 000 copie, di cui 15 000 abbonati.
  • 1867: esce il Figaro Littéraire et Politique, dove Henri Rochefort riversa il suo talento satirico. L'uscita di un giornale simile si spiega con la liberalizzazione dell'Impero: Henri Rochefort va comunque vicino alla censura. Hippolyte de Villemessant crea quindi un giornale per lui: La Lanterne.
  • 1871: il giornale prende posizione contraria alla Comune di Parigi, che lo fa sopprimere. Il giornale riprende le sue pubblicazioni solo quando questa è sconfitta. Le Figaro si crea quindi un pubblico di aristocratici e borghesi.
  • 1875: Hippolyte de Villemessant lascia la guida a Francis Magnard, che diventa il nuovo direttore.
  • 17 aprile 1879: Le Figaro compare con una cornice nera: Hippolyte de Villemessant è morto a Monte Carlo. Alphonse Daudet e Gustave Flaubert lasciano una testimonianza della perdita sentita in quel momento dal mondo letterario e politico.
  • 18 settembre 1886: Jean Moréas pubblica su Le Figaro il Manifesto del Simbolismo seguito dalla Risposta dei simbolisti pubblicata da Gustave Kahn, su l'Événement il 30 settembre 1886.
  • 1897: l'Affare Dreyfus porta sulle colonne del Figaro le prime reazioni di Émile Zola, che vi scrive tre articoli prima della comparsa del celebre J'accuse tra le colonne del giornale l'Aurore.
  • 20 febbraio 1909: Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figaro il primo Manifesto del futurismo, il più violento attacco contro la tradizione artistica che l'Occidente abbia conosciuto.
  • 16 marzo 1914: Gaston Calmette, direttore del giornale, è assassinato da Henriette Caillaux, moglie del ministro delle Finanze, precedentemente attaccato dal giornale.
  • 1922: il giornale è comprato da François Coty, che lo rinomina Figaro.
  • 1929: Figaro ritorna Le Figaro. Compaiono le prime parole crociate.
  • 1934: Lucien Romier diventa direttore e Pierre Brisson direttore letterario. Organizza una squadra brillante di giornalisti, tra cui François Mauriac, Georges Duhamel, Jean Giraudoux, Tristan Bernard e André Maurois. Compaiono le prime fotografie.
  • 1939: il giornale segue con ampi servizi le guerre di Etiopia, la Seconda guerra sino-giapponese e la Guerra civile spagnola. Il giornale subisce la censura ma continua a comparire a Tours.
  • 1940: Le Figaro si installa a Bordeaux, Clermont-Ferrand e quindi Lione prima di subire gli effetti della censura a causa di un editoriale di Pierre Brisson.
  • durante la seconda guerra mondiale, Le Figaro è pubblicato a Lione nella zona libera fino all'occupazione tedesca del 1942.
  • 11 novembre 1942: Pierre Brisson decide di chiudere il giornale e pubblica un editoriale che riesce ad arrivare solo agli abbonati:
    Les consignes impératives qui viennent de nous parvenir ne nous permettent plus de poursuivre notre tâche sans offenser nos sentiments les plus intimes et sans trahir la confiance du public. Il s'agit de mentir ou de se démettre. Notre choix est fait. Je remercie les lecteurs de leur attachement, de leur compréhension, de l'estime qu'ils marquent à ce journal fait par des hommes de cœur dans des situations difficiles. Je leur donne l'assurance qu'ils retrouveront au premier jour le Figaro, fidèle à ses dévoirs et conforme à ses vœux
    (Gli obblighi imperativi che ci arrivano non ci permettono più di proseguire il nostro lavoro senza offendere i nostri sentimenti più intimi e senza tradire la fiducia del pubblico. Si tratta di mentire o dimettersi. La nostra scelta è fatta. Ringrazio i lettori del loro attaccamento, della loro comprensione, della stima che mostrano a questo giornale fatto da uomini di cuore in situazioni difficili. Do loro la certezza che ritroveranno appena possibile le Figaro, fedele ai suoi doveri e conforme ai suoi desideri)
  • 25 agosto 1944: Le Figaro ricompare a Parigi con un editoriale di François Mauriac su Charles De Gaulle, diventa il giornale dell'MRP, opposto ai comunisti e ai socialisti.
  • 1945: la tiratura raggiunge le 213 000 copie.
  • 1946: uscita del Littéraire, settimanale gratuito e pubblicato in aggiunta al quotidiano. Riunisce Pierre Brisson, Paul Claudel, Léon-Paul Fargue, Colette, Julien Green.
  • 1947: le Littéraire diventa le Figaro Littéraire.
  • 1950: la moglie di François Coty cede la metà delle sue azioni ad un gruppo formato da Jean Prouvost, che decide che non ci saranno più azionisti maggioritari.
  • 1964: alla morte di Pierre Brisson, la moglie di François Coty vende tutte le azioni.
  • 1970: Jean Prouvost recupera il resto delle azioni Coty e diventa azionario di maggioranza.
  • Nel 1975, il giornale è comprato da Robert Hersant, direttore di un gruppo di periodici che aveva cominciato la sua scalata dieci anni prima con la fusione di due giornali regionali di Brive-la-Gaillarde, ed era stato nominato da quel momento da Presse-Actualité come un "nuovo Axel Springer".
  • 1978: esce il supplemento domenicale Le Figaro Magazine - percepito come molto politico dal giornale satirico Le Canard enchaîné che ne farà un anagramma crudele: Le gai FroMage nazi (con un doppio significato: "il gaio formaggio nazista" oppure: "il gaio Fro - probabilmente abbreviazione derivata da Figaro - Mago Nazista").[senza fonte]
  • 1980: esce il supplemento settimanale Madame Figaro, dedicato al pubblico femminile
  • Il 10 maggio 1981, con l'elezione di François Mitterrand alla presidenza della repubblica, Le Figaro diventa per la prima volta da anni un organo di opposizione, con direttore Jean d'Ormesson. Louis Pauwels ha pubblicato successivamente una raccolta di suoi articoli di quest'epoca con il titolo La liberté guide mes pas (la libertà guida i miei passi).
  • Intorno al 1982 avviene la fusione di Le Figaro e l'Aurore, giornale socialista noto per la pubblicazione del J'accuse di Émile Zola nel 1898 e quotidiano importante negli anni 1950-1970. Il nome di questo giornale compare ancora associato a quello del Figaro.
  • giugno 2004: il controllo della proprietà passa a Serge Dassault. I sindacati in ottobre si inquietano per l'indipendenza del giornale, diretto ora da Nicolas Beytout e Francis Morel.
  • 2005: le Figaro cambia formato e lascia la rue du Louvre per spostarsi in boulevard Haussmann.
  • 2012: Il gruppo Dassault nomina direttore della redazione Alexis Brézet.

Personalità[modifica | modifica wikitesto]

Direttori[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal 1879 al 1914:
    • Francis Magnard
    • Fernand de Rodays
    • Cornély
    • Gaston Calmette, assassinato dalla signora Caillaux nel 1914
  • Dal 1930 ad oggi:
    • Alfred Capus
    • Robert de Flers
    • André Chaumeix
    • Lucien Romier
    • François Coty
    • Pierre Brisson
    • Jean Prouvost (fino al 1974)
    • Robert Hersant (dal 1974)
    • Yves de Chaisemartin (fino al 2004)
    • Nicolas Beytout (2004 - 2007)
    • Étienne Mougeotte (2008 - luglio 2012)
    • Alexis Brézet (luglio 2012 - in carica)

Scrittori[modifica | modifica wikitesto]

Hanno scritto sul Figaro :

Le Figaro è spesso considerato il "giornale dell'Académie française", per il grande numero di "immortali" che vi hanno scritto.

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

I dati sulla diffusione di Le Figaro sono presi da Diffusion Contrôle (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2005)

Diffusione quotidiana media.
Titolo 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Le Figaro 366 690 360 909 366 529 359 108 352 706 341 083 337 118 332 818 338 618 330 432

Dal 2007 (campagna elettorale che ha visto l'elezione di Nicolas Sarkozy) è stato effettuato il sorpasso sul concorrente storico Le Monde. Peraltro il sito internet è il più consultato sito d'informazione in Francia con 6.672.000 https://web.archive.org/web/20090813004550/http://www.buzzibuzz.com/fr/content/view/14655/37/ (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2009). visite uniche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Corriere della Sera, 11 aprile 2012, p. 21.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàGND (DE4113556-8 · BNF (FRcb34355551z (data)
  Portale Editoria: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di editoria