Fernando Carcupino

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Fernando Carcupino (Napoli, 23 luglio 1922Milano, 21 marzo 2003) è stato un pittore e illustratore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fernando Carcupino, figlio di Matilde e Mario, nasce a Napoli da una famiglia milanese[1] e cresce a Milano. Dopo il Liceo artistico si iscrive all'Accademia di belle arti di Brera[2], tra i suoi maestri ricordiamo Achille Funi. Nei primi anni quaranta lavora al film d'animazione La rosa di Bagdad insieme ad Angelo Bioletto, Libico Maraja e altri animatori sotto la direzione di Anton Gino Domeneghini[3][4], prima di partecipare alla seconda guerra mondiale, come sottoufficiale dei Granatieri di Sardegna[5].

Dopo la guerra scrive e disegna il suo primo fumetto, l'episodio Scacco matto a Coe!!! della serie Il Solitario, per il settimanale Dinamite e in seguito sugli albi omonimi[6].

Viaggia in Nord Europa e per mantenersi dipinge ritratti e fa molti lavori, tra cui il boscaiolo.

Nel 1946 Mario Faustinelli lo chiama per far parte della testata veneziana Asso di Picche[7]. Fernando Carcupino diviene parte del Gruppo di Venezia (Venice Group) insieme a Hugo Pratt, Dino Battaglia e Damiano Damiani[8].

Pubblica a puntate l'horror Draky, la morte viene con la nebbia e in seguito Billy King e il vampiro e Lyon, il figlio del vampiro, che negli anni sessanta vengono restaurati dallo stesso artista per una delle riviste italiane più importanti del settore, Sgt. Kirk dell'editore genovese Fiorenzo Ivaldi (mecenate di Hugo Pratt)[9][10]. Nel 1948 disegna Il figlio della notte su soggetto di Andrea Lavezzolo. Negli anni '50 La settimana umoristica presenta, tra le noie censorie tipiche del periodo, La ragazza di Carcupino e il paginone centrale Roma by night, nonché una rubrica Carcupino ai vostri ordini, in cui l'artista realizza vignette comico-erotiche sulla base degli spunti inviati dai lettori.

Negli anni '50 e '60 lavora molto per Arnoldo Mondadori Editore: sul settimanale Epoca, in quel periodo diretto da Enzo Biagi, realizza decine di copertine; tra il 1953 e il 1954 Carcupino illustra cinque racconti di Sherlock Holmes (scritti da Arthur Conan Doyle e Adrian Conan Doyle, tradotti da Alberto Tedeschi), L'avventura dei sette orologi, Il cercatore d'oro, I giocatori di cera, Il barone nero, La camera chiusa. Dal 1956 al 1958, per lo stesso settimanale mondadoriano, dipinge vari inserti (tra cui L'avventurosa storia del West, Le straordinarie imprese dei pirati, I cavalieri dell'avventura, L'epopea dell'uomo); nel 1965 esce a puntate una storia della Prima Guerra Mondiale con illustrazioni di Carcupino che verranno in seguito esposte in numerose mostre, in particolare in occasione della ricorrenza del centenario della Grande Guerra, nel 2018.

In questi anni realizza molte illustrazioni per i racconti rosa di varie riviste, tra cui Confidenze e Grazia. A questo periodo risale la splendida raccolta di tavole realizzata per i racconti inediti del Commissario Maigret di Simenon pubblicati su Grazia . Sempre per Mondadori illustra altre copertine per i periodici Due Più Due e Successo. Nei primi anni settanta dipinge le pin-up del settimanale erotico La giraffa e per Renzo Barbieri della Edifumetto realizza le copertine per varie testate pocket fra cui Fiabe Proibite, I Notturni, Il Vampiro, Lo Scheletro, Sexy Favole, Zora la vampira.

Dalla metà degli anni settanta fino alla sua morte si dedica primariamente alla pittura, producendo paesaggi e natura morte, ma soprattutto i soggetti per cui diventa noto: nudi femminili e maternità[11].

Dalla seconda metà degli anni Ottanta illustra per oltre vent'anni il Calendario di Frate Indovino. Durante la sua carriera produce anche illustrazioni per libri scolastici e didattici. Nel 1989 esegue, su commissione, un ritratto di papa Giovanni Paolo II a due anni in braccio alla sua mamma e in quell'occasione il papa invita il maestro in Vaticano per conoscerlo personalmente[11].

Viaggia e vive molto all'estero: Paesi nordici, New York, Africa e Oriente.

Nel 1983 il Presidente della Repubblica lo nomina Cavaliere per meriti artistici.

Nel 1999 la rassegna ExpoCartoon gli assegna il Premio Caran D'Ache, una vita per l'illustrazione.

Muore a Milano il 22 marzo del 2003 a ottant'anni.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

«Le mie donne non sono mai idealizzate, ma osservate in momenti privati della loro vita quotidiana. In questo modo credo di riuscire a coglier meglio quello che penso della natura umana. Prediligo la natura morta, forse perché vedo nei volumi, nella plasticità delle forme, un richiamo sensuale»[12]. L'elemento carnale erotico di Carcupino passa con armonia dalla donna sensuale alla maternità. Fra i biografi di Carcupino, i critici Ignazio Mormino, Ennio Concarotti e Patellaro, gli storici del fumetto Graziano Origa e Claudio Dell'Orso, oltre al decano collezionista Ilenio Trevisan[1].

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

Allestì numerose mostre personali in Italia e all'estero e prese parte, su invito, ad importanti mostre collettive e rassegne d'arte. Si distinse anche nel campo dell'illustrazione; importanti editori di tutto il mondo hanno pubblicato le sue opere. Il suo nome figura nei più importanti cataloghi nazionali e internazionali d'arte; di lui hanno scritto autorevoli critici e giornalisti su quotidiani, periodici e pubblicazioni d'arte specializzate Molte delle sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private e nella collezione permanente della Galleria d'arte Gelmi di Milano[13][14].

  • 2004 Prima Guerra Mondiale, Circolo Ufficiali in via Bagutta, Milano
  • 2014 Fernando Carcupino: Nudi e vedute, Galleria d'Arte Gelmi, Milano.
  • 2017 Il sopravvento dell'anima. Forma, senso e colore nell'opera di Fernando Carcupino Palazzo Sormani, Sala del Grechetto, Comune di Milano.
  • 2018 La guerra dei padri, Palazzo Estense, Comune di Varese
  • 2019 Il Commissario Maigret. I romanzi di Simenon nell'arte di Carcupino, Spazio Fumetto Wow Spazio Fumetto, Milano
  • 2020 Sex and horror. The Art of Fernando Carcupino, Museo del Fumetto Spazio Wow, Milano

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere della Repubblica Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«meriti artistici»
— Roma, 1983
  • Nel 1997 la rivista Fumetti d’Italia di Graziano Origa gli dedica 2 numeri monografici.
  • Nel 1999 la rassegna Expocartoon lo premia con il Caran d’Ache, una vita per l’illustrazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Biography the Official website of Fernando Carcupino
  2. ^ Fondazione Umberto Pettinicchio (2017). Il sopravvento dell'anima. Forma, senso e colore nell'opera di Fernando Carcupino. Biblioteca Sormani. Comune di Milano. Curatore Curata dall’Architetto Andrea Cassone, direttore artistico dell’Associazione Fnc - Curtatone 19
  3. ^ Galleria d'arte Gelmi. Carcupino, Francesco
  4. ^ Fondazione Franco Fossati (2004). Fernando Carcupino
  5. ^ Il Giornale dell'U.N.U.C.I (Dicembre 2006). "Mostra fotografica 4 Novembre, La Guerra del Piave, 14 tavole dal Maestro Carcupino (1922–2003) Archiviato il 18 settembre 2016 in Internet Archive., p. 6. Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia
  6. ^ Scheda di autorità: Carcupino, Fernando OPAC SBN - Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale. Rome: Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche
  7. ^ Il Sole 24 ore, inserto Nova, Luca Boschi, Cartoonist globale Comics, Cartoons, Lampoon, Art, Society, Fumetto, Cartoni animati, Illustrazione, Animation, Illustratio, History, Educational, Bedé, Tebeos, Historietas, 7 dicembre 2013
  8. ^ Iannotta, Daniella (ed.) (2002). Labirinti dell'apparenza. p. 85. Effata Editrice. ISBN 88-86617-98-4
  9. ^ Giuseppe Marchiori (1977) Carrà, Carlo Dizionario Biografico degli Italiani, volume 20. Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana
  10. ^ Michele Di Monte (2004). Hayez, Francesco Dizionario Biografico degli Italiani, volume 61. Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana
  11. ^ a b [1] Galleria Gelmi, Carcupino, Milano
  12. ^ [2] FreeNews, Giordano Contu, 21 settembre 2015
  13. ^ Comune di Cusano Milanino (2004). Carcupino
  14. ^ Altigeri, Martina (15 febbraio 2004) "Il fascino delle pin up alla Rassegna del fumetto" Archiviato il 4 gennaio 2017 in Internet Archive.. Il Tirreno

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mircea Mihăieș, Istoria lui Corto Maltese. Pirat, anarhist și visător, 2014
  • Hugo Pratt, Dominique Petitfaux, Bruno Lagrange, Il desiderio di essere inutile: ricordi e riflessioni, Lizard, 1996
  • Graziano Origa, "Fernando Carcupino". Fumetti d'Italia, n. 23, 1997
  • Paolo Peruzzo, "Fernando Carcupino". Ink, n. 27, 2003
  • Claude Moliterni, Histoire mondiale de la bande dessinée, P. Horay, 1989
  • Mircea Mihăieș, Istoria lui Corto Maltese. Pirat, anarhist și visător
  • Barbara Cinelli, Flavio Fergonzi, Maria Grazia Messina, Antonello Negri, Arte moltiplicata: L'immagine del '900 italiano nello specchio dei rotocalchi
  • Sergio Giuffrida, Riccardo Mazzoni, Giallo: poliziesco, thriller e detective story, Leonardo arte, 1999
  • Vittorio Baccelli, Pagine Libere Tre
  • Sergio Algozzino, Tutt'a un tratto. Una storia della linea nel fumetto
  • Annuario Comed: guida ragionata delle belle arti, Edizione 29, 2002
  • Luca Boschi, Irripetibili: le grandi stagioni del fumetto italiano, Coniglio Editore, 2007
  • Ferruccio Giromini, Stefania Carcupino, Sex and Horror: The Art of Fernando Carcupino, Korero Press, 2020

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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